BETTONA (PG). Ex refettorio francescano presso la Chiesa di San Crispolto, Ultima Cena XVI secolo
La grande parete di fondo del refettorio dell’ex convento francescano a Bettona, a fianco della chiesa di San Crispolto, è decorata da un affresco che raffigura l’Ultima Cena e che sembra databile alla fine del ‘500.
L’opera è in cattive condizioni di conservazione, con gravi lacune e quindi scarsamente leggibile.
Il dipinto misura circa 600 x 400 cm ed è posto in una grande lunetta ad arco ribassato; presenta un festone continuo a mazzi di foglie di palma unite da anelli dorati che lo incornicia.
L’anonimo pittore ha collocato la Cena in una scenografia con sei colonne rosse, un soffitto a cassettoni con trabeazione classica in triglifi e patere. Sul fondo ci sono tre finestre dalle quali si vede, in quella a sinistra, il cielo azzurro. Invece quella centrale è chiusa da vetri tondi piombati, la terza da un fondale scuro.
Le condizioni di degrado del dipinto non consentono di identificare con assoluta certezza quante e quali siano le figure di Apostoli presenti, almeno in base alle fotografie reperibili sul web.
Potrebbe invece essere Giuda l’apostolo a destra, seduto dalla parte anteriore della tavola, senza aureola, con veste rossa e mantello giallo; accanto a lui destra vi è una figura molto rovinata che potrebbe essere un diavolo, come si trova, anche se in forme differenti, in parecchie Cene in particolare del XII-XV secolo.
Tra le figure all’estrema destra non sono chiaramente distinguibili gli Apostoli dai servi, ma che siano gli Apostoli a portare cibi alla tavola – il cui significato simbolico è di difficile spiegazione – sarebbe un unicum iconografico non reperibile in altri dipinti analoghi, vedasi le attuali quasi 1600 Ultime Cene schedate in questo sito.
Nell’articolo https://enigmidarte.wordpress.com/2019/06/16/il-mistero-del-tredicesimo-apostolo/ si ipotizza vi possano essere addirittura due figure di Giuda: oltre a quella seduta alla tavola, ve ne sarebbe un’altra a sinistra, identificata nell’Apostolo che si lava le mani. Il lavaggio delle mani (non la lavanda dei piedi!) è un’iconografia che è un unicum nelle raffigurazioni di Ultima Cena e l’episodio non ha riscontro nei racconti evangelici.
Interessante è l’ipotesi che costui sia proprio Giuda, ma per ora non pare suffragata da dati inoppugnabili (abito, profilo, presenza del gatto), inoltre è difficile immaginare il motivo per cui il pittore lo avrebbe dipinto con un abito dal colore diverso da Giuda seduto a tavola anche se sempre col mantello giallo.
Solo dopo un accurato restauro sarà possibile fare ipotesi certe e attendibili sulle figure dipinte nella Cena.
Immagini dal link sopra indicato.