PORRETTA TERME (BO), fraz. Campugnano. Oratorio del Crocifisso, tela di P.M. Massari, raffigurante sant’Antonio abate

Da Porretta Terme in via Mazzini prendere il bivio per Capugnano / Castelluccio, dopo circa 3 Km, imboccare a sinistra il bivio per Capugnano, dopo circa 800 m, a sinistra si trova la Chiesa Parrocchiale di Capugnano.
E’ oggi una frazione del Comune di Porretta Terme, ma fino al ‘500 fu un centro molto importante anche più della stessa Porretta. Mentre Porretta fu di dominio romano, Capugnano per circa un secolo resistette sconfiggendo due legioni romane e attaccando molte città colonizzate.

I Longobardi la collegarono alle principali vie di comunicazione dell’epoca, fu perciò terra di traffici e di confine, ebbe frequenti contatti con i crociati, con il mondo guelfo e ghibellino e con i maggiori Comuni, elaborando una propria politica autonoma anche resistendo ai potentati feudali.

Note storiche:
Testimonianze della sua storia ci pervengono dai monumenti che sono giunti fino a noi prima fra tutti la Chiesa di S. Michele. Una prima testimonianza di una chiesa dedicata a S. Michele risale al 1106-1111, in località Prà Preti.
Nel 1417 venne trasferita nella sede attuale. La nuova chiesa era piccola a un navata con soffitto ligneo, fu ampliata una prima volta nel 1474-75; all’epoca la parrocchia di S. Michele comprendeva anche i territori di Castelluccio, con la cappella di S. Maria Assunta, e quello di Porretta con la cappella di S. Maria Maddalena. Alla fine del ‘500 venne ulteriormente ampliata con l’aggiunta di due altari, una terza navata, la sacrestia ed il pulpito.
Gli interventi di ampliamento culminarono nel 1608 con il rifacimento dell’altare maggiore, nel 1682-84 vennero edificate la nuova abside, la cupola, il portico, a tre archi e a quattro colonne lapidee, e venne completato il campanile.
All’interno sono conservati la Madonna del Latte del XV sec. in origine affrescato sull’esteno della chiesa quindi restaurato e posto all’interno, e lo splendido organo a sei registri alla romana con cantoria e mostra intagliata.
Da vedere anche il gruppo statuario della Pietà di Capugnano in terracotta in origine policromo; l’affresco raffigurante il Giudizio Universale del 1522 e la pala dell’altare maggiore, olio su tela, raffigurante S. Michele opera attribuita a Guido Reni.

Adiacente alla chiesa è l’Oratorio del S.S. Crocefisso risalente al XVI sec. al suo interno sono conservati due altari laterali, S. Antonio e S. Benedetto, in origine nella chiesa di S. Michele, collocati qui nel 1889 per far posto ai confessionali. Interessante esempio della produzione ‘minore’ settecentesca è la Via Crucis in terracotta.
Verso la metà del ‘500 una prima Compagnia del Crocifisso (o dei Battuti) cominciò a raccogliersi in un oratorio corrispondente all’attuale scantinato della canonica, ed ebbe al centro del suo culto un crocifisso ligneo quattrocentesco, oggi perduto. Intorno alla chiesa di San Michele ed all’oratorio del Crocifisso sorse rapidamente un forte nucleo di spiritualità riformata che determinò il sorgere quasi di un seminario locale, nonchè di un profondo rinnovamento nello stesso mondo laico, che fu matrice di molte altre simili confraternite nella montagna. Presto il piccolo oratorio originario si rivelò inadeguato, e ne venne costruito uno nuovo e più ampio sul finire del 1500; nel 1639 venne ulteriormente ingrandito; al 1699 risale la bella ancona dell’altare maggiore, ornata dalla pala con Crocefisso, Madonna, S. Giovanni Battista e Maddalena genuflessa. La bella porta a bugnato dell’oratorio e la sovrastante lunetta dei battuti recano la data del 1692.
Col tempo vennero aggiunti gli altari laterali (quello di S. Antonio abate e quello S. Benedetto dei Giacomelli), in origine collocati nella chiesa parrocchiale e qui trasferiti nel 1889.

Pietro Maria Massari, detto il Porretano perchè originario di Porretta Terme, le cui poche opere costituiscono la vera sorpresa per chi visita queste zone.  Le scarse notizie storiografiche relative a Pietro Maria, che non risulta esser stato parente del più noto pittore bolognese Lucio Massari – e neppure di un Mario d’Antonio Maria Massari (o Massai), immatricolato all’Accademia fiorentina del Disegno sullo scorcio del Cinquecento – sono contenute in poche righe della Bologna perlustrata di Antonio Masini, edita nel 1666, e furono riprese, in modo più o meno pedissequo ma senza ulteriori aggiunte, dagli storiografi successivi, quali ad esempio Carlo Cesare Malvasia, Marcello Oretti, Luigi Lanzi, ed altri. Il Masini disse che l’artista era stato allievo del Carracci ed era morto in giovane età.
Ai dipinti di Santa Maria Maddalena a Porretta, che si può dire costituiscano il nucleo di base del catalogo del Massari, ne sono stati aggiunti recentemente altri tre, di cui uno soltanto può essere considerato autografo.
Si tratta di una nuova versione – del 1596 – del Sant’Antonio abate (l’opera è su tela e misura  245 x 150 cm) in meditazione ascetica, stavolta colto nel corso di una visione durante la quale gli appare il Cristo risorto con la croce. Il quadro si trova attualmente nell’oratorio della Compagnia del Crocifisso, situato a fianco della parrocchiale di San Michele Arcangelo a Campugnano, presso Porretta, ma fu trasferito in questa sede nel 1899 con tutto il suo splendido altare ligneo, e la sua ubicazione d’origine era proprio all’interno di San Michele, di cui costituiva il terzo altare di sinistra, fondato nel 1596 dai fratelli don Sabatino e Rocco Menegamti, membri di una delle più importanti famiglie locali.
Rappresenta il Santo anacoreta secondo un’iconografia un po’ diversa dalla tela per i Sabatini, e molto più diffusa in queste zone: cioè con gli attributi del fuoco e del porcellino (assenti nella precedente versione), che lo qualificano come liberatore dall’erpes zoster (volgarmente detto “fuoco di Sant’Antonio”), e come protettore degli animali, particolarmente caro ai contadini.

 

Info:
Chiesa Parrocchiale San Michele Arcangelo (patrono: 29 settembre) Parrocchia di Capugnano
Tel. 0534 / 22372
Don Lino Civerra tel. 349 / 5294813  Email: linociverra@libero.it
Masini Gian Luigi tel. 0534 / 23743

Rilevatore:Feliciano Della Mora

Data ultima verifica sul campo: 20/07/2012


Regione Emilia-Romagna