FIORANO MODENESE (MO). Castello di Spezzano – Museo delle ceramiche, collezione di targhe con s. Antonio abate
Nel 2012 è stata inaugurata una nuova sezione permanente del Museo, interamente dedicata alle targhe devozionali. Ottanta targhe dedicate a Sant’Antonio abate, originali per tema, peculiarità e valore, compongono la nuova sezione, esposta in due ambienti del Castello adiacenti alla cinquecentesca “Sala delle Vedute”. La possibilità del nuovo allestimento è dovuta alla generosità di due fioranesi che hanno donato al museo la loro raccolta privata.
Le targhe ceramiche devozionali sono testimonianza di una radicata fede popolare; collocate sui muri, a esse era affidato un ruolo miracoloso. A Fiorano e dintorni si incontrano applicate sulle porte, negli angoli degli edifici; in campagna stanno all’ingresso delle case, nelle stalle, nei fienili e nei pilastrini o maestà, collocati ai crocicchi, lungo gli itinerari più battuti, a volte poste tra i rami degli alberi, nei cosiddetti “tabernacoli arborei”.
Il 17 gennaio, festa di sant’Antonio ricordata e celebrata dalla tradizione contadina con antiche ritualità: l’uccisione del maiale e la benedizione di stalle e fienili. Il Santo è considerato protettore dei suini, degli animali da stalla e dei contadini, mentre, per il suo speciale rapporto con il fuoco, è riconosciuto patrono di pompieri e in particolare dei ceramisti, che attraverso la produzione di targhe votive esprimevano la loro sentita devozione.
Le targhe esposte presentano Antonio come un vegliardo dalla barba bianca, avvolto nel saio da eremita oppure in abito vescovile con pastorale e mitria, accompagnato dai suoi tipici attributi: il bastone a forma di tau, il campanello, il fuoco, il libro e il caratteristico maiale; talvolta è raffigurato in posizione benedicente, inginocchiato in preghiera, posto di fronte o in movimento. Le produzioni in ceramica sono precedute da raffigurazioni devozionali su carta, i cosiddetti santini, che contribuiscono a diffondere la devozione e l’immagine tradizionale del santo.
Le targhe sono realizzate in terracotta a rilievo, ingobbiate, invetriate e policrome; il procedimento tecnico prevede generalmente la pressatura dell’impasto in stampi e la successiva produzione in monocottura o bicottura. Prodotte nelle fornaci dedicate alla modellazione di ceramica di uso comune, erano probabilmente realizzate durante un momento di evasione creativa del “fornaciaro”.
La collezione accoglie targhe dal XVII secolo a oggi e presenta ceramiche ingobbiate, terrecotte smaltate e maioliche. La sezione “Olivieri” presenta, in sei vetrine, targhe di produzione emiliano-romagnola realizzate tra XVII e XIX secolo, mentre qualche esemplare è di manifattura toscana e umbra. La manifattura Rubbiani, attiva a Sassuolo (Modena) dalla seconda metà dell’Ottocento, propone targhe ceramiche modellate con compostezza neoclassica, dove la figura del Santo benedicente, posto in piedi e rivolto a sinistra, è vestita di un ampio grembiule bianco che rimanda alle opere curative dell’ordine degli Antoniani.
Le singolari cornici dipinte a macchiettature o spugnature in bicromia verde e giallo o in blu e bruno, ricordano la decorazione di bacili e brocche da acqua, comuni nelle antiche cucine di campagna.
Le botteghe romagnole, tra cui spicca la manifattura imolese dei Bucci, giocano sulla vivace policromia e su una ricca interpretazione della cornice, a compensare la ricorrente frontalità dell’immagine del Santo presentato nella veste di vescovo con mitria e bastone pastorale.
Alcune targhe di minor pregio, ma particolarmente singolari, arricchiscono la collezione e colpiscono l’attenzione del visitatore. Le targhe pubblicitarie in gesso colato, in plastica e terracotta, commissionate dalle aziende produttrici di mangimi, accanto all’immagine tradizionale del Santo e al marchio di fabbrica, propongono inusuali benedizioni delle stalle: “Usate mangime perfetto che alla MAIS ho benedetto”.
Vicino al tema delle targhe in ceramica, la sezione presenta un telo stampato a mano con l’immagine del santo; utilizzato per ornare i bovini in occasione delle sagre, è di tradizione e produzione romagnola. La “benedizione delle stalle”, nella versione povera su litografia in carta che rimanda ai tradizionali santini, trova nel XX secolo una nuova espressione nelle piastrelle di ceramica di formati diversi, dipinte a mano o a decalcomania. La collezione riporta così l’attenzione alle produzioni contemporanee di piastrelle di ceramica già esposte nella sezione attuale del museo.
Il Museo nel 2012 organizzò una mostra dal titolo: “Ceramica e devozione. Antonio il santo delle stalle”. 50 opere esposte tra targhe e statuette: oltre al Museo Civico d’Arte di Modena, la Raccolta Carlo Contini del Museo Civico Polironiano di San Benedetto Po, il Museo Civico San Rocco di Fusignano (RA), il Museo di Palazzo dei Pio di Carpi, l’Associazione Provinciale Allevatori di Modena, Giorgio e Raffaella Olivieri, Ruggero Ricchi e Vittorio Torreggiani. È stato realizzato anche il catalogo scientifico della mostra:
Lorenzo Lorenzini e Michela Orsini, Ceramica e devozione. Antonio il santo delle stalle, Comune di Fiorano Modenese, Collezione quaderni 3, 2010
Il Museo è sito in Via del Castello, 12
Testi e immagini da:
https://www.sassuoloonline.it/2010/05/17/fiorano-le-ceramiche-devozionali-di-s-antonio-abate/
https://www.youtube.com/watch?v=UVdCOW4ANd4&ab_channel=FioranoTurismo
http://rivista.ibc.regione.emilia-romagna.it/xw-201302/xw-201302-a0018/#null