BRENZONE DEL GARDA (VR), fraz. Campo. Chiesa di San Pietro in vincoli, due affreschi con Sant’Antonio abate.

Di proprietà della parrocchia di San Giovanni Battista di Brenzone, alla fine delle case della contrada Campo, nella parte alta sul tratturo che conduce fino a Prada, sorge la chiesetta di San Pietro in Vincoli, testimonianza dell’importanza un tempo di questa località segnalata la prima volta nel 1023.
Brenzone_san_pietro_esternoIgnote le origini della chiesa, presumibilmente edificata tra XII e XIV secolo, tuttavia gli affreschi che ne decorano le pareti, eseguiti nel 1358 dal maestro Giorgio di Federico da Riva (figlio e fratello dei già noti Federico e Giacomo) come si legge presso il giro absidale ed in un cartiglio sulla parete sud, forniscono un preciso termine post-quem.
Brenzone Campo_interno posteriore (1)Verso la metà del XV sec. la chiesa di S. Giovanni in Brenzone venne svincolata dalla pieve di S. Stefano in Malcesine ed eretta in parrocchia autonoma. Contemporaneamente la cappella di S. Pietro in Vincoli in Campo divenne chiesa sussidiaria della neo-parrocchia di Brenzone. Nel 1806 la chiesa di S. Pietro in Vincoli fu avocata al regio demanio. I ripetuti tentativi di venderla all’asta non ebbero buon esito per mancanza di partecipanti. Dopo il 1825 fu restituita alle sue originarie funzioni ed aggregata alla parrocchia di Brenzone.
Chiesa_san_Pietro_in_Vincoli_(Brenzone_sul_Garda)_WIKIMEDIAEsternamente l’edificio, privo di campanile, presenta la facciata interamente rifatta nel Settecento, ma che comunque mantiene l’originale struttura a capanna orientata ad ovest caratteristica, insieme all’abside a pianta semicircolare, di un’architettura romanica “minore” che si perpetua pressoché immutata fino al Trecento e oltre.
Impianto planimetrico ad unica aula rettangolare di ridotte dimensioni, con presbiterio rialzato di un gradino e absidiola emergente semicircolare. Muratura portante di pietrame misto composta da conci di pietra calcarea, ciottoli e mattoni in cotto legati con malta di calce. I paramenti murari esterni ed interni presentano un rivestimento ad intonaco. Copertura a due falde con struttura portante costituita da due capriate lignee a schema statico semplice con monaco centrale; orditura secondaria di tipo tradizionale composta da arcarecci e travetti con sovrapposto assito ligneo; manto in coppi di laterizio.
L’aula è illuminata da tre ampie finestre rettangolari presenti in facciata, e da un’apertura con imbotte strombato sul lato meridionale del presbiterio; una stretta monofora si apre in posizione decentrata nella parete absidale.
Il vano absidale è chiuso da una semicalotta sferica in muratura decorata verso l’intradosso con affreschi trecenteschi. La pavimentazione è realizzata in pianelle di cotto.
La struttura essenziale dell’edificio è impreziosita dal corredo pittorico che si stende sull’arcata e sul catino absidali e sulle pareti laterali. Gli affreschi, recentemente recuperati, sono opera del maestro Giorgio da Riva ed eseguiti nel 1358.
A partire dalla parete di settentrione, da ovest verso est sono raffigurati: il Cristo crocifisso fra la Vergine, l’apostolo Giovanni e i santi Bartolomeo e Zeno; la Vergine in trono, allattante il Bambino, fra i santi Bartolomeo, Lucia, Giovanni Battista e Caterina d’Alessandria. Inginocchiati devotamente i due committenti, Bartolomeo e Ingelterio.

Sui semipennacchi e sull’arcata absidali: san Giacomo Maggiore; l’Annunciazione, nella cui raffigurazione s’interpone, al vertice dell’arcata, il Cristo piagato che sporge dal sarcofago. A destra dell’Annunciata, in un riquadro, la figura di sant’Antonio Abate.
Nel catino absidale il Cristo pantocratore fra la Vergine, san Giovanni Battista e i simboli degli Evangelisti.
Lungo la parete sud, da est verso ovest, le figure di: Santo vescovo e Madonna con Bambino; Santo vescovo, san Pietro in cattedra, le sante Dorotea e Caterina d’Alessandria; la “Madonna della Misericordia” con santa Caterina d’Alessandria e Maria Maddalena.

 

Sant’Antonio Abate, dipinto sotto la predetta Madonna, verso la parete di ingresso a ovest, è l’immagine più bella fra quelle presenti nella chiesa, anche se deturpata da un quadretto appeso, vedi immagine in alto.

 

Fonte:
https://elenaedorlando.wordpress.com/2016/03/04/paesi-abbandonati-e-pittori-dimenticati/


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