ALAGNA VALSESIA (Vc), sentiero per rifugio Barba Ferrero. Pilone della Madonna della Neve con statua di s. Antonio abate

Il pilone (quota m 1818) si raggiunge con meno di un’ora di cammino dal piazzale dell’Acqua Bianca (a m 1500 di quota, così chiamato per la presenza di una cascata); per giungere in questa località occorre lasciare l’auto al parcheggio della frazione Merletti (m 1271, due chilometri da Alagna), oltre cui la strada è percorribile con l’auto solo a chi è munito di permesso; si può proseguire a piedi lungo la carrozzabile oppure servirsi della navetta, che funziona quotidianamente solo nel mese di agosto per raggiungere il sentiero che porta agli alpeggi dell’alta valle del Sesia ed al rifugio Barba Ferrero.


Il pilone, di dimensioni ridotte, è addossato alla parete rocciosa ed è chiuso da una grata di ferro; è costruito in muratura e ha una copertura in lose. All’interno si trovano un bassorilievo ligneo con l’immagine della Madonna della neve e una statuetta, forse in pietra, di S. Antonio abate, che ha nella mano sinistra il bastone a forma di tau con la campanella, mentre ai suoi piedi si trova il maiale

Note storiche:
La collocazione della statua di S. Antonio nel pilone probabilmente è in relazione con la presenza dell’oratorio dedicato al Santo, che si trova lungo la strada tra Alagna e il piazzale dell’Acqua Bianca. L’oratorio è il punto di arrivo della processione  walser del Rosario Fiorito, mentre il pilone è situato nella piccola radura da cui parte la processione, istituita nel 1683, che rappresenta il ringraziamento alla Madonna per la protezione accordata alle mandrie durante l’estate, ed ha luogo ogni anno la prima domenica di ottobre.

Fase cronologica:
L’anno della costruzione è il 1946, come è riportato in una targa murata sopra la nicchia.

Rilevatore: Maria Gabriella Longhetti

Data ultima verifica sul campo: 22/08/2006

ALAGNA VALSESIA (Vc), val d’Otro. Pilone di S. Antonio abate

Il pilone (altitudine m 1630) si trova ai margini del sentiero, in un bosco di conifere e si raggiunge in circa novanta minuti di cammino sul sentiero che va da Alagna agli alpeggi di Otro; la val d’Otro si apre sul lato idrografico destro della Valsesia all’altezza di Alagna, ed è raggiungibile con un sentiero che parte dalla località Riale di Alagna oppure dalla frazione Resiga.

 

Il pilone è chiuso da una grata di ferro ed ha dimensioni ridotte; è appoggiato al pendio retrostante ed è costruito su di un muretto di pietre. Le pareti, il pavimento e la copertura sono costituiti da lastre di pietra.
All’interno si trova una statua lignea di S. Antonio abate, che ha il bastone a forma di tau da cui pendono due campanelli nella mano destra, il libro della regola su cui poggia il fuoco nella mano sinistra, mentre ai suoi piedi si trova il maialino, anch’esso di legno.

Note storiche:
Il fatto che il pilone sia di costruzione recente testimonia la persistenza del culto di S. Antonio abate nelle zone degli alpeggi, in quanto il Santo tradizionalmente è ritenuto il protettore degli animali domestici.

Fase cronologica:
non vi sono indicazioni di data; la costruzione risale a pochi anni addietro.

Rilevatore: Maria Gabriella Longhetti

Data ultima verifica sul campo: 20/08/2006

ALAGNA VALSESIA (VC), loc. Kreas. Oratorio di S. Antonio abate

L’oratorio è situato lungo la strada che va da Alagna alla località Acqua Bianca (così chiamata per la presenza di una cascata) e si trova all’inizio del sentiero che conduce al rifugio Pastore ed agli alpeggi dell’alta valle del Sesia.
Per raggiungere l’oratorio (altitudine m 1385), che dista circa tre chilometri da Alagna, occorre lasciare l’auto al parcheggio della frazione Merletti (m 1271, due chilometri da Alagna, zona delle miniere), oltre cui la strada è percorribile con l’auto solo a chi è munito di permesso; si può proseguire a piedi lungo la carrozzabile oppure servirsi della navetta, che funziona quotidianamente solo nel mese di agosto.

 

L’oratorio è coperto con lose ed ha un’abside a pianta quadrata; è caratterizzato da un ampio porticato, la cui copertura è costituita dal prolungamento del tetto dell’oratorio ed è sostenuta da un muro terminale.
Sopra la porta d’ingresso, all’interno di una cornice dipinta, è affrescato S. Antonio abate, ai cui piedi si trovano a sinistra il maiale ed a destra il fuoco.

Note storiche:
Prima che fosse costruita la strada carrozzabile, la mulattiera che conduceva agli alpeggi passava sotto il porticato, ora chiuso lateralmente da un muro. L’oratorio era un luogo di transito sulla via degli alpeggi, e il porticato offriva possibilità di sosta e di riparo dalle intemperie.

Fase cronologica:
In un registro d’archivio stilato da don Gnifetti, per l’edificazione di quest’ Oratorio è riportata la data del 1646, mentre sul muro antistante la facciata è incisa la data 1783, probabilmente l’anno di un primo restauro.
All’interno era testimoniata la presenza di una tela su Sant’Antonio realizzata da Tanzio da Varallo, pittore caravaggesco (Varallo 1575-1635).

 

Bibliografia:
– L. Ravelli, Valsesia e Monte Rosa, Guida alpinistica – artistica – storica, Forni, Bologna 1980 (ristampa anastatica dell’edizione del 1924), pag. 292.
– Per Tanzio da Varallo si veda C. Debiaggi, Dizionario degli artisti valsesiani dal secolo XIV al XX, Società conservazione opere arte monumenti Valsesia, Varallo 1968, pagg. 45-47.

Note: una targa apposta sul muro laterale ricorda il restauro avvenuto nel 1993

Fruibilità: l’oratorio è aperto nelle occasioni in cui è celebrata la messa; una di queste è la seconda domenica d’ottobre, quando si svolge la processione walser del Rosario Fiorito, istituita nel 1683, che rappresenta il ringraziamento alla Madonna per la protezione accordata alle mandrie durante l’estate.

Rilevatore: Maria Gabriella Longhetti

Data ultima verifica sul campo: 22/08/2006

SCOPELLO (VC). Cappella di S. Antonio abate

La cappella si trova sulla destra della strada sottomonte parallela alla statale, che s’imbocca all’inizio dell’abitato, ed è situata alle spalle dell’ultimo grosso condominio di Scopello; è parzialmente coperta dalla vegetazione. Via Degli Alpini
https://maps.app.goo.gl/MjVNuH9Cz7qqNEtr6
Scopello (altitudine m 659) si trova sulla statale per Alagna e dista circa 17 km da Varallo.


La cappella, che è coperta con lose, è di forma absidale ed è chiusa da una grata con un cancello; ad essa conduce una breve scalinata. Vi sono resti di affreschi su tutto l’interno e sull’arcata esterna: restano tracce di elementi decorativi e parzialmente le figure di due santi, di cui uno è identificabile con S. Antonio abate.

 

Note storiche:
La cappella attualmente è nota come dedicata a S. Giovanni Battista, perché sulla parete di fondo è stato appeso un quadro che rappresenta questo Santo
.

Fase cronologica:
Gli affreschi sembrano risalire al XV secolo o al più tardi al XVI.
L’iconografia di S. Antonio abate, con la mano destra alzata e tre dita tese in atteggiamento benedicente, è paragonabile all’atteggiamento del Santo in affreschi quattrocenteschi; invece in opere successive S. Antonio è più frequentemente rappresentato mentre tiene nelle mani il bastone e il fuoco o il libro della Regola.

 

Rilevatore: Maria Gabriella Longhetti

Data ultima verifica sul campo: 30/08/2006

PILA (VC). Oratorio di S. Antonio abate

L’oratorio si trova in un piazzetta su cui termina via S. Antonio, una strada breve e ripida, che ha inizio a destra della statale appena fuori del centro abitato.
Pila (altitudine m 686) si trova sulla statale per Alagna e dista circa 18 km da Varallo.


L’oratorio è coperto con lose ed è preceduto da un portico  con tetto a capriata, probabilmente un’aggiunta posteriore. Ai lati della porta si aprono due finestre, ed una finestra si trova anche al di sopra del portico; un piccolo campanile si innalza sul lato sinistro. Sulla parete esterna sinistra vi sono affreschi, alcuni di difficile lettura, mentre altri rappresentano santi, tra cui all’estremità destra è riconoscibile S. Cristoforo.

Fase cronologica:
Probabilmente gli affreschi risalgono al XV secolo, mentre l’architettura sembra aver subito rimaneggiamenti successivi.

 

Bibliografia:
L. Ravelli, Valsesia e Monte Rosa, Guida alpinistica – artistica – storica, Forni, Bologna 1980 (ristampa anastatica dell’edizione del 1924), pag. 182.

Rilevatore: Maria Gabriella Longhetti

Data ultima verifica sul campo: 30/08/2006