MASCALUCÍA (CT). Tempio di Sant’Antonio abate
L’edificio sorge all’interno del cimitero comunale di Mascalucia, a sud del centro storico, in Via Etnea
https://goo.gl/maps/oK8SbwTk6L4wN65A9
L’architettura del Tempio risale a epoca anteriore alla venuta dei Saraceni nell’anno 827; esso in origine e per lungo tempo deve essere stato sotto la giurisdizione dei Benedettini, che per donazione di Tertullio, padre di San Placido, ricevettero immensi beni, tra cui molte terre nei dintorni di Catania.
La tradizione popolare vuole che il Tempio di Sant’Antonio sia stato in seguito anche sotto la giurisdizione dell’ordine Teutonico e poi, abolito questo, sotto quella dell’ordine dei cavalieri Gerosolimitani, detti poi anche di Malta. Sono state ritrovate monete col conio del Gran Maestro dell’Ordine.
Essendo unica chiesa tra le contrade etnee, fu parrocchia dei paesi limitrofi (San Giovanni Galermo, Gravina, Tremestieri e altri). Nel 1446, per elevare a Collegiata la chiesa parrocchiale di S. Maria dell’Elemosina di Catania, il Papa Eugenio IV associò varie parrocchie di pertinenza alla vasta Diocesi CCatanese, fra cui quella di S. Antonio abate di Mascalucía, chiamata allora San Nicola, alla quale ordinò di pagare annualmente alla Collegiata, unitamente con la parrocchia di Santa Maria dell’Itria di Catania, la somma di 42 fiorini.
Nel 1903 l’Amministrazione di Mascalucia ordinò dei restauri al monumento: la ricostruzione del tetto, sprofondato nel 1828 in seguito al terremoto del 1818, e il consolidamento delle mura.
Il tetto fu di nuovo rifatto nel 1967 ed anche parte del pavimento. Nel corso degli ultimi decenni sono stati eseguiti restauri non adeguati all’importanza storica-artistica dell’edificio.
A poco più di un metro di distanza dallo spigolo di sud-est della facciata principale del tempio, sorge la torre campanaria che si appoggia a questo con un arco di mattoni rossi; è una costruzione quadrangolare di pietra lavica lavorata a blocchi, priva di aperture, e di circa 2,5 x 1,6 m. Alla sua sommità, una campanella.
La facciata a capanna, in pietrame a vista, mostra la realizzazione in due epoche diverse: il portale e la finestra rotonda che lo sovrasta, di architettura arabo-normanna, sono innestate in una costruzione di più antica data. Come tutte le chiese del primitivo cristianesimo, l’ingresso principale guarda ad oriente. Il portale è a tutto sesto con pilastri di pietra lavica, arco di calcare e in rilievo sui pilastri due colonnine arabescate con capitelli adorni di foglie ben scolpite. Il rosone è formato da pietre rettangolari bianche e nere alternate e di semplice fattura.
Sul muro esterno di mezzogiorno è incastrata una porticina a sesto acuto alla quale fanno contrasto due finestre di forma circolare. Di queste finestre, in parte murate, una sola, è appena visibile; l’altra fu nascosta dalla sovra costruzione della cappella di Maria Vergine innalzata lì dentro dai cittadini di Mascalucia intorno al 1719. Nel muro di occidente vi era un’altra finestra uguale alle precedenti, ma anche questa fu otturata dall’edificazione di una cappella dedicata a S. Nicola di Bari.
All’interno, un grande arco gotico divide la navata da presbiterio che è più alto di un gradino.
La navata, fino al 1964, era attraversata per tutta la sua lunghezza da un gradino di pietra lavica nera e lucida, squadrato a mano, avente la stessa altezza (10 cm) del presbiterio. Questa striscia servì quale divisore dei due sessi nell’ascoltare le funzioni religiose. Il gradino, rimosso durante un “restauro”, fu sostituito da un divisore che non ha nessuna somiglianza con quello originale se non la medesima materia di cui è composto. Questo particolare fa risalire le origini del tempio ai primi secoli del Cristianesimo, quando le donne erano separate dagli uomini; inoltre le prime si servivano della porta laterale, gli altri della porta anteriore. Nella Chiesa primitiva, nelle basiliche a tre navate, gli uomini stavano dalla parte dell’Evangelo, le donne da quello dell’Epistola e il clero nel mezzo. Quando però la navata era una sola, come nel Tempio di Sant’Antonio abate, allora un semplice rialzo serviva alla distinzione dei sessi, caratteristica che non fu più adottata dopo l’avvento dei Normanni.
Il pavimento, in piastrelle di terracotta di gusto siciliano, è valorizzato da lapidi in marmo bianco, ognuna con epigrafi ad alto valore morale.
All’interno della Chiesa, al centro della parete di fondo della tribuna, s’inarca una piccola abside in cui è collocato un altare. Nell’abside, simile ad una nicchia, si possono notare degli affreschi non ben decifrabili e delle cornucopie.
Link:
https://www.comunemascalucia.it/index.php/luoghi-di-culto/62-tempio-di-sant-antonio-abate.html
https://mascaluciadoc.org/tempio-di-santantonio-abate-al-cimitero/