PECETTO TORINESE (To). Chiesa di San Sebastiano – “Le Tentazioni di Sant’Antonio abate” (affreschi di pittore di scuola jaqueriana).

 

All’estremità meridionale dell’abitato attuale, presso il  cimitero,  https://goo.gl/maps/zCHuAZoC7sBjPj6XA  si trova la chiesa romanico-lombarda di San Sebastiano, parrocchiale “ad antiquo“, dalla facciata spoglia, incentrata su un oculo ed un portale ogivale, che evidenzia lo spazio della nave centrale.

 

Il luogo è legato alla storia territoriale di Chieri.
A S dell’abitato, nell’area oggi compresa tra la chiesa di San Sebastiano e la frazione di San Pietro, era l’insediamento di “Covacium“. menzionato nel 1064 tra i beni dell’abbazia di Nonantola, nel 1159 tra quelli dell’abbazia di San Solutore, quindi possesso dei Biandrate.
Nel 1224 gli uomini di “Covacio” furono aggregati alla comunità di Chieri: la creazione nel 1227 di Pecetto quale borgofranco, con una torre di difesa, segnò la completa affermazione di Chieri contro i vescovi di Torino ed i conti di Biandrate, cui seguì il prevalore del nuovo insediamento sul precedente (testimoniato dall’elezione a pieve nel 1386).
Il borgo con opere difensive e ricetto passò nel 1542 sotto Torino.

 

Note storiche:
L’interno a tre navate – con abside rivolta a est e sistema costolonato ad archi ogivali e volte a crociera – è adorno di affreschi illustranti episodi della vita di San Sebastiano e di altri santi, di scuola lombardo-piemontese dei sec. XV e XVI; tra i primi, importante è la Natività di Jacopino Longo (1508) sulla controfacciata.
Alla parete destra, Madonna del Rosario, santi e devoti (1608).
Nel presbiterio, a sinistra dell’altare, Madonna col Bambino e santi (1681); sulla parete di fondo, grande Crocefissione (c. metà del sec. XV).

Sulla volta del presbiterio, affreschi di Guglielmetto Fantini (storie di San Sebastiano e di Sant’Antonio Abate, Evangelisti), pittore formatosi sugli esempi di Giacomo Jaquerio).
Nelle quattro vele della volta del presbiterio altrettanti affreschi raffigurano rispettivamente: l’Incoronazione della Vergine; i Quattro Evangelisti; il Martirio di S. Sebastiano e le Tentazioni di S. Antonio  (vedi fig.).
Scrive Claudio Bertolotto che tali “affreschi sono opera di un pittore formatosi sugli esempi di Giacomo Jaquerio” e aggiunge “Le scene affrescate a Pecetto ci mostrano un pittore dallo stile ormai maturo e inconfondibile,… ma che si adattano anche a temi di vario genere, sempre volgendoli in chiave drammatica.”

La quarta vela illustra le Tentazioni di S. Antonio, ovvero il massimo della pornografia permessa al tempo in quanto la diavolessa tenta il santo mostrandogli un ginocchio. In questa figura Guglielmetto Fantini, più che ispirarsi a Jaquerio sembra caricaturare l’analoga scena jaqueriana a S. Antonio di Ranverso in cui la tentatrice rivela ben maggiori probabilità di successo essendo notevolmente più attraente.
Di diretta derivazione jaqueriana sono invece le figure diaboliche che ricordano insetti ripugnanti simili a quelle presenti a S. Antonio di Ranverso.
Claudio Bertolotto commenta inoltre: “Più aderente al modello jaqueriano è invece l’altra scena affrescata nella stessa vela, dove S. Antonio è preso a randellate da una banda di demoni. Questi ultimi derivano senza dubbio da quelli di Ranverso, nei torsi come squartati e internamente vuoti, che fanno risaltare le mostruose appendici tra le gambe….”

 

Cronologia: XV – XVI sec.

Fruibilità:
Chiavi presso il Comune, tel. 0118609218)

Rilevatore: Feliciano Della Mora

Data ultima verifica sul campo: 25/01/2010


Provincia Torino
Regione Piemonte