PIOZZO (Cn). Cappella di San Bernardo, affresco raff. sant’Antonio abate
Adagiata su una collinetta alla confluenza delle strade per Carrù e per Benevagienna, la cappella di San Bernardo è uno tra i più interessanti monumenti artistici di Piozzo e delle Langhe.
Costruita probabilmente alla fine del 1300 sul basamento di una antica torre di guardia si presenta ora a pianta quadrata con catino absidale.
All’interno, in una miriade di colori, Frater Henricus porta a termine nel 1451 tutto il ciclo pittorico. Nella volta è ritratto il Cristo Pantocratore in mandorla con ai lati i simboli degli evangelisti, al di sotto al centro la Madonna con Bambino in trono con una folta schiera di santi: San Bernardo con il diavolo alla catena, San Pietro con le chiavi del Paradiso, San Lorenzo con la graticola, Santa Caterina da Siena, San Sebastiano trafitto da frecce e San Bernardino.
Sulle pareti della piccola navata altri Santi: San Martino, Sant’Antonio, San Michele, molto interessante e sviluppata su sette quadri la storia di una famiglia di pellegrini che, per intercessione di S. Giacomo di Compostela, ebbero salvo il loro figlio innocente condannato alla forca.
La tecnica pittorica con l’uso di colori delicati e l’inserimento delle figure dei Santi in riquadri con sfondi a fregi e motivi vegetali, fanno supporre che Frater Henricus fosse anche, oltre che un bravo frescante, un valente miniatore.
Il miracolo dell’impiccato.
Questo fatto è conosciuto come il “miracolo dell’impiccato e della gallina”. Un giovane pellegrino è accusato di furto dalla servetta di un’osteria e viene condannato alla forca. I genitori, che lo avevano preceduto nel cammino verso Santiago, lo trovano, al loro ritorno, impiccato ma ancora in vita grazie all’Apostolo Giacomo che conoscendo la sua innocenza lo ha sorretto sulla forca impedendo che la corda gli si stringesse intorno alla gola. L’avventura si conclude con il ricongiungimento del ragazzo alla sua famiglia e la punizione della vera colpevole, attraverso il “miracolo della gallina” che, cotta e servita sul piatto di portata, si rizza in piedi e canta di fronte al giudice raccontando la verità. Alla cattedrale di santo Domingo de la Calzada (La Rioja) si custodiscono un gallo e una gallina vivi per ricordare questo miracolo.
L’abbigliamento del pellegrino.
Anticamente, l’abbigliamento dei pellegrini era molto semplice: una veste corta per non intralciare il passo, una cappa ed un cappello per difendersi tanto dal caldo come dalla pioggia, un bastone a cui appoggiarsi nei tratti difficili, una zucca o leggera borraccia appesa alla cinta ed un’arma di difesa contro i lupi e gli scippatori. La sportina o borsello di cuoio o di pelle di cervo, era ormai accessorio indispensabile e doveva esser portato sempre aperto in segno di fiducia. La conchiglia è, invece, l’oggetto che serviva e serve ad identificare i pellegrini. Raffigura una mano aperta, generosa, che fa elemosina: è anche un simbolo di rigenerazione, di salvezza, di nuova vita, come nel sacramento del Battesimo; inoltre ci ricorda il miracolo dell’uomo salvato dal naufragio che si sveglia sulla spiaggia coperto di conchiglie.
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https://www.sebastianus.org/san-bernardo-a-piozzo/
Rilevatore: Feliciano Della Mora
Data ultima verifica sul campo: 09/03/2014