VARALLO SESIA (Vc), fraz. Morondo. Chiesa parrocchiale di Sant’Antonio abate
La frazione Morondo (altitudine m 790) è situata a circa 6 km da Varallo e la si raggiunge seguendo la strada diretta alla frazione Camasco, che percorre la valletta del torrente Nono; il primo tratto è in comune con la strada che conduce al Sacro Monte di Varallo.
Dopo circa 5 km della strada per Camasco, una deviazione conduce a Morondo. La chiesa si trova su una piazza, al termine della Via Crucis che unisce il cimitero alla parrocchiale.
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La chiesa ha tre navate ed un pronao, sorretto da due coppie di colonne, al di sopra del quale si apre una finestra, sormontata da un rosone.
In una nicchia sopra il portale d’ingresso della chiesa è collocata una statua di S. Antonio abate (Fig.); il Santo, che è rappresentato frontalmente, nella mano sinistra tiene il fuoco, mentre ai suoi piedi si trova un maialino.
Una seconda statua di S. Antonio (Fig.), situata nella prima cappella della navata destra, presenta il medesimo schema iconografico della statua sul portale.
Sulla cupola del presbiterio è affrescata la Trinità con la Gloria di S. Antonio abate circondato da angeli e santi (Fig.), datata al 1780, opera del pittore valsesiano Antonio Orgiazzi il Vecchio (Varallo 1725-1790 circa).
Sulla parete di fondo dell’abside è collocata una tela di grandi dimensioni, che rappresenta la Madonna in trono con il Bambino e alcuni santi, fra cui in basso a sinistra si distingue S. Antonio abate (Fig.), eseguita dal pittore Tarquinio Grassi (Romagnano 1656- dopo il 1733), e risalente ai primi decenni del ’700.
Note storiche:
La chiesa fu costruita grazie ai contributi degli artigiani emigrati da Morondo a Roma.
Nell’inventario del 1717 è citata sopra il portale “in pittura l’immagine di S. Antonio abate”. La statua è quindi posteriore a questo anno e potrebbe risalire al 1776, data presente sulla cornice al di sotto della statua.
La chiesa, che ne sostituì una più antica, venne iniziata probabilmente nel 1636, data che compare sul pronao, mentre l’anno della consacrazione è il 1779, come risulta dai verbali ed è testimoniato dalla data presente sulla facciata al di sopra del rosone.
Bibliografia:
– L. Ravelli, Valsesia e Monte Rosa, Guida alpinistica – artistica – storica, Forni, Bologna 1980 (ristampa anastatica dell’edizione del 1924), pag. I^ 267.
– E. Manni, I campanili della Valsesia. Note di storia locale. Fascicolo II. Dieci parrocchie del contorno di Varallo, Varallo 1974, pag. 189, pagg. 196-197.
– AA.VV., Conoscere la Valsesia e la Valsessera, istituto geografico De Agostini, Novara 1990, pag. 60.
Per T. Grassi e A. Orgiazzi si veda: C. Debiaggi, Dizionario degli artisti valsesiani dal secolo XIV al XX, Società conservazione opere arte monumenti Valsesia, Varallo 1968, pagg. 87-89, 127-128.
Note:
Attualmente alla statua sul portale manca la mano sinistra, asportata recentemente da una pallonata, mentre da tempo la mano destra è priva del bastone.
Fruibilità:
La chiesa è aperta durante la celebrazione della messa.
Sulla parete esterna della chiesa, a destra del portale, è collocato un pannello che illustra la storia e le caratteristiche dell’edificio.
Rilevatore: Maria Gabriella Longhetti
Data ultima verifica sul campo: 09/08/2006