VITERBO. Chiesa di Santa Maria Nuova, immagine di s. Antonio abate, XV secolo
La bella Chiesa del XIII secolo, sita in Piazza Santa Maria Nuova, 4, conserva molte opere d’arte antiche e moderne e pregevoli affreschi.
Di grande interesse storico e artistico sono le quattro cappelle affrescate venute alla luce nelle navate laterali – cinque con cappella sulla parete sinistra mai scialbata – nicchie incavate nella possente muratura per circa ottanta centimetri con altari in muratura e sormontate da arcature in peperino. Tali tipologie di cappelle rappresentano un tipo molto diffuso tra XIII e XIV secolo nelle chiese viterbesi.
Nel primo dei cinque nicchioni che si aprono sulle pareti è un (n° 5 nella piantina) affresco del secolo XV attribuito a Francesco D’Antonio Zacchi detto “Il Balletta” (viterbese, avrebbe abitato una casa sulla piazza antistante, attivo dal 1430 a prima del 1476), raffigurante una Crocifissione con la Madonna, s. Giovanni, s. Ambrogio che raccomanda un chierico inginocchiato – presumibilmente in analogia con la cappella posta di fianco, anche questa potrebbe essere stata utilizzata come sepoltura per il chierico inserito nella narrazione sacra, identificato con Nino Ildebrandini – e s. Antonio Abate.
Sui montanti laterali sono raffigurate le sante martiri Caterina d’Alessandria e Barbara; nel sottarco in sette tondi definiti da una cornice a finte tarsie marmoree con il nome scritto in caratteri gotici compaiono il Cristo Benedicente tra i santi Lorenzo, Paolo, Giovanni Battista, Michele Arcangelo, Pietro, Stefano.
Nella seconda nicchia è un’altra Crocifissione con la Madonna, san Giovanni, santa Barbara e san Nicola, datata al 1293, di scuola toscana;
Sant’Antonio abate è raffigurato a destra del dipinto, barba bianca, un libro chiuso nella mano sinistra, la destra aperta in segno di omaggio al Cristo.
Nella navata sinistra, presso il presbiterio (n° 16 nella piantina) si notano i resti di una notevole campagna decorativa eseguita nel XIV secolo e ritrovata nel 1914; i frammenti rimasti sono poca cosa e solo un recente restauro permette di leggere adeguatamente il tema rappresentato è la Vergine in trono tra quattro santi tra cui s. Antonio abate, la cui figura è però illeggibile. L’iscrizione sottostante: “S(anctus) ANT(onius) ABB(a)S – S(anctus) AL(e)X(ander) M(agnus) HE(remita) – [imago glorio]SE V(ir)GIN(is) MARIE D(omi)NE N(ost)RE – S(anctus) ANACL(etus) – S(anctus) [se]RAPION ABB(a)S”.
Di notevole interesse sono, ben leggibili, i ritratti dei due committenti – Lucio di Pietro, priore di S. Maria Nova che compare citato spesso nei documenti dalla fine del XIII secolo fino al 1319 e Raniero di Pandolfi Capocci o de Cardinali, arciprete di S. Lorenzo che morì nel 1318 – e la Carta depicta con il sunto del testamento dei due benefattori ritratti.
Link:
https://viterbo.artecitta.it/chiesa-di-santa-maria-nuova/
https://it.wikipedia.org/wiki/Chiesa_di_Santa_Maria_Nuova_(Viterbo)