BADIA TEDALDA (Ar). Chiesa di San Michele Arcangelo, pala invetriata robbiana con sant’Antonio Abate
Il borgo è posto ai confini tra la Toscana, la Romagna e le Marche, lungo la via romea che pellegrini, monaci, abati hanno percorso per molti secoli.
In agosto rivive ogni anno la tradizione medievale del Palio dei Castelli.
Il dolce paesaggio è una straordinaria cornice al paese e un punto di partenza per passeggiate a piedi o a cavallo, alla scoperta di un meraviglioso patrimonio naturalistico. Il piccolo centro è raccolto attorno alla Chiesa abbaziale di San Michele Arcangelo nella quale si può ammirare una pala d’altare in terracotta invetriata raffigurante la Madonna in trono con il Bambino e Santi, di Benedetto Buglioni.
Sulle pareti laterali ci sono altre due grandi pale in terracotta invetriata della stessa scuola.
Sulla parete di destra, la grande pala dell‘Annunciazione in alto, con sotto tre Santi (Giuliano, Sebastiano e Antonio Abate). La pala d’altare in terracotta policroma invetriata, misura 275 x 350 cm ed è della scuola dei Della Robbia (realizzata nel 1522).
Dal pannello illustrativo accanto all’opera:
Benedetto e Santi Buglioni, Annunciazione e i Santi Giuliano, Sebastiano, Antonio Abate. 1522, terracotta policroma invetriata.
La pala, costituita da predella, pilastri e trabeazione, racchiude un arco nel quale la rappresentazione è divisa da una cornice a stucco.
La parte superiore raffigura l’Annunciazione, quella inferiore i Santi Giuliano, Sebastiano e Antonio Abate.
La predella, divisa in cinque formelle, presenta una decorazione a girali e racemi di foglie d’acanto.
I pilastri, decorati anch’essi con lo stesso motivo della predella, presentano capitelli compositi.
La trabeazione è costituita da un architrave, da un fregio di otto cherubini con al centro la Colomba dello Spirito Santo, da una cornice a dentelli e da una cornice di stucco eseguita successivamente.
A sinistra della parte inferiore, vi è San Giuliano, al centro San Sebastiano e Sant’Antonio Abate a destra, è raffigurato con la barba bianca, indossa una tonaca da monaco marrone ed un mantello marroncino foderato di verde.
L’indagine archivistica ha portato alla luce il documento relativo all’opera, destinata all’altare maggiore della Chiesa, commissionata da Leonardo Buonafede, Abate commendatario della Badia e pagata a Santi Buglioni, per conto di Benedetto il 22 settembre 1522, un anno e mezzo dopo la sua morte.
Dall’inventario della chiesa del 1783, si rileva che in questo anno all’altare maggiore vi era un’altra pala, quella con la Madonna in trono e Santi, mentre l’opera in oggetto era collocata in un altare laterale di destra. E’ quindi probabile che nel trasferirla, si siano rovinati la predella e i pilastri. Infatti un’altra ricerca ha messo in evidenza che predella e pilastri, essendo in stucco, siano stati sostituiti a quelli originali in terracotta invetriata.
Difficile stabilire l’autografia di quest’opera dal momento che fu commissionata a Benedetto e pagata a Santi quanto l’opera era già stata portata a termine. Del resto è possibile supporre una collaborazione di Santi stesso con Benedetto, per una fusione stilistica fra i modi semplificati dal maestro e certe cadenze “manieristiche” ancora di fragile costruzione formale dell’allievo.
Note storiche:
La Chiesa di San Michele Arcangelo (Badia Tedalda) si trova in posizione dominante tra le pendici dell’Alpe della Luna, la chiesa è l’unica parte ancora visibile dell’antica abbazia di San Michele Arcangelo che fu di proprietà dei Tedaldi, documentata fin dal X secolo.
Oggi si presenta ad una navata, in stile romanico, riferibile all’XI secolo, con imponente campanile che poggia su una preesistente torre difensiva. Sorto nel 1205, l’edificio venne in parte rifatto intorno al 1520 per iniziativa del certosino Leonardo Buonafede, spedalingo di Santa Maria Nuova a Firenze e primo abate della Badia Tedalda, che commissionò a Benedetto e Santi Buglioni le tre splendide pale d’altare (pale robbiane) e il piccolo ciborio in terracotta invetriata che si ammirano all’interno.
Dalle origini fino al 1520 ha fatto parte della diocesi di Città di Castello; nel 1520 è passata alla diocesi di Sansepolcro.
Le origini di Badia Tedalda, grazie alla sua posizione geografica, possono farsi risalire all’epoca romana quando, molto probabilmente, era una «mansio» itineraria destinata ad accogliere i viaggiatori in prossimità del valico lungo la via «Ariminensis» che collegava i due capisaldi antigallici di Arezzo e Rimini, attraverso l’Alta Valtiberina.
Nel tardo impero divenne parte della «Massa Trabaria», quel vasto territorio coperto di foreste che sottostava all’obbligo del «beneficium trabium» per la costruzione delle basiliche romane (il legname veniva fatto fluire a Roma sulla corrente del Tevere che nasce sul Monte Fumaiolo).
In epoca bizantina fu compresa nei domini dell’esarcato ravennate.
Nel Medioevo fu sede di due abbazie benedettine di monaci neri, dette di Arduino e dei Tedaldi (da qui il nome di Badia Tedalda) unificate successivamente nel 1205 con l’edificazione della chiesa abbaziale. L’abate dei due monasteri, nominato direttamente dalla sede apostolica, godeva di prerogative sovrane su tutta la Valmarecchia.
Contesa nel XV secolo dai Montedoglio che tiranneggiarono nella zona per circa novant’anni, l’abbazia dei Tedaldi perdette la sovranità e gli antichi privilegi. Solo nel 1489 Badia Tedalda assunse lo statuto fiorentino ed il suo podestà.
Quando Leone X dette in commenda l’abbazia al certosino Leonardo Bonafede, spedalingo di S. Maria Novella di Firenze questi si premurò di ricostruire l’ormai cadente abbazia arricchendola di tre altari con terracotte di scuola robbiana.
La comunità di Badia Tedalda viene invece costituita «motu proprio» da Leopoldo Primo il 27 luglio 1775.
Info:
Chiesa di San Michele Arcangelo – Strada Provinciale Marecchia
Comune di Badia Tedalda – Piazza dei Tedaldi, 2 – 52032 Badia Tedalda (Arezzo) – Tel. 0575.714020 – Fax 0575.714135.
Ogni anno a gennaio viene effettuata la celebrazione della dedicazione a Sant’Antonio Abate con la benedizione degli animali.
Materiale informativo ed illustrativo: presso l’ufficio informazioni turistiche del luogo.
Fruibilità: La chiesa è quasi sempre aperta dalle ore 10 alle 12.
Rilevatore: Valter Bonello
Data ultima verifica sul campo: 16/05/2014