BIENNO (Bs). Parrocchiale dei Santi Faustino e Giovita, con tela dedicata a Sant’Antonio abate.

Si trova nella parte alta del paese ed è sorta probabilmente nel punto in cui anticamente doveva esserci un fortino militare costruito a scopi difensivi.
Durante la visita pastorale di San Carlo, nel 1580, l’architetto Pier Maria Bagnadore ebbe l’ordine di approntare un progetto di amplificazione; è su questo disegno che è sorta la chiesa parrocchiale.
La facciata ha un portale in arenaria di Sarnico con colonne binate e scanalate con capitelli corinzi. In due nicchie in alto si trovano le statue dei Santi Faustino e Giovita, cui è dedicata la chiesa; sopra il timpano, in un grande riquadro, un affresco rappresenta la Madonna in Gloria col Bambino e  i Santi protettori; qualcuno lo attribuisce al Fiamminghino.
Il campanile in pietra a vista con merlature ghibelline ha una base di costruzione molto anteriore alla chiesa, che fa pensare ad una torre di tipo difensivo.
L’interno è ad una sola navata, la volta è stata affrescata da Mauro della Rovere detto il Fiamminghino, che l’ha dipinta come un loggiato suddiviso in vari riquadri: vi sono rappresentati vari profeti che a volte fuoriescono dalla cornice e vi è sovrabbondanza di decorazioni.
Ai lati della navata si trovano sei altari, quattro nella prima parte della chiesa e due oltre le porte laterali; le cancellate che li racchiudono sono datate 1647 e sono opera di artisti biennesi.
Il primo a destra è dedicato a Sant’Orsola, per la grande tela che ha questo soggetto; si pensa sia del Fiamminghino; il paliotto dell’altare, eseguito dall’artista biennese Giacomo Ercoli, rappresenta la parabola delle vergini stolte e delle vergini prudenti.

Il secondo altare, con intarsi con marmi policromi, è dedicato a Sant’Agostino, con un olio su tela (310 x 210 cm) del Fiamminghino del 1622; la Madonna col Bambino è attorniata da Sant’Agostino, San Carlo, San Francesco e Sant’Antonio Abate che legge un libro ed è riconoscibile per il Tau sul mantello.

Dopo la porta laterale c’è l’altare dedicato alla Madonna del Rosario, con una statua lignea di Ercoli e quindici quadretti di autore ignoto che danno il nome alla cappella.
A sinistra il primo altare è dedicato al Sacro Cuore; la statua del Redentore non è molto antica. Il secondo è dedicato alle Anime Purganti ed è quello che ha la data sulle cancellate; la tela è del Fiamminghino.
La terza con un’altra tela dello stesso artista, è dedicata all’Eucarestia.
Ai lati della navata sono appesi i quadri della Via Crucis di autore ignoto, che qualcuno vuole siano di Mauro della Rovere.
L’organo è dei Fratelli Antegnati e sembra sia uno dei più pregevoli della provincia di Brescia; di fronte, la Cantoria, ha un affresco del Fiamminghino che rappresenta i musicanti.
Il presbiterio è sormontato da un’alta cupola ovale affrescata dai Fratelli Cominelli della Franciacorta nel 1896.
Le due nicchie laterali in monocolore rappresentano San Pietro a sinistra e San Paolo a destra; sono del pittore Antonio Guadagnini.
La bella pala dell’altare è del veneziano Giovan Battista Pittoni e rappresenta il martirio dei Santi Faustino e Giovita.
L’altare maggiore, in marmi policromi, ha la forma ricurva; quello rivolto verso il popolo e il leggio a forma di angelo sono del biennese Giacomo Ercoli.
La chiesa richiama lo stile barocco ed è stata costruita nel seicento; si pensa che il sagrato fosse anticamente sede di un cimitero, dato il gran numero di ossa rinvenute.

 

 

Autore: Panteghini Benia

Fonte: www.comune.bienno.bs.it

Vedi: Il Fiamminghino


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