SAN SEVERINO MARCHE (MC). Chiesa di Sant’Antonio abate in Cesalonga

Via Ponte Sant’Antonio / Via F. Antolisei, 70
https://goo.gl/maps/aZvekxQGAASbnsXq5

 

La borgata di Cesalonga fu un agglomerato di insediamenti produttivi e manifatturieri eretto poco fuori della città, lungo le rive del fiume Potenza, per meglio avvalersi dell’energia idraulica.
Proprietà del monastero di San Lorenzo in Doliolo, la chiesa fu costruita (forse nella prima metà XIII secolo) a presidio della borgata. Da un documento del 1341, riportato in un manoscritto del Ranaldi, risulta che l’abate del monastero di S. Eustachio aveva donato tempo addietro all’abate di San Lorenzo in Doliolo uno spiazzo “ove fabbricata aveva una chiesa in onore di Maria Vergine e di S. Antonio Abbate nella contrada di Cesalonga circa mezzo miglio lontana dalle mura della città di San Severino”. Di tutta la borgata solo la chiesa rimase pressoché indenne dall’incursione delle truppe del capitano di ventura Fra’ Morriale che, nel 1354, su disposizioni del cardinale Egidio Albornoz, mosse attacco alla città di San Severino.

Danneggiata dal sisma del 1997, la chiesa è stata oggetto di restauro nel 2005 con particolari interventi volti al rifacimento del tetto e, all’interno, del pavimento.

 

Oggi la chiesa fa parte di un agglomerato edilizio che comprende all’estremità orientale un’abitazione privata. Semplice parallelepipedo con copertura a capanna, fu eretta in sobrio stile romanico. La facciata principale, a ovest, è caratterizzata da un pregevole portale che si raccorda cromaticamente con i blocchi di pietre angolari che emergono dalla composizione interamente composta con laterizi, e dalla presenza di numerose buche pontaie, visibili anche sui prospetti laterali. Restano dell’antico disegno del fronte, alto 11 m e largo 10, antichi bianchi cantonali in blocchi squadrati lapidei finemente connessi; tracce di un cornicione orizzontale che sembra dividere la sottostante parte intonacata, presumibilmente affrescata, dalla superiore, oggi priva di intonaco ma ornata dal rosone in asse al portale e, dai segni della trecentesca cornice ad archetti pensili trilobati, disposti a centina.
Il portale, opera di sapienti intagliatori di pietra, presenta tre archivolti concentrici a tutto sesto, due piedritti d’imposta strombati, formati ciascuno da due squadrate paraste in regolari conci, ingentilite nel mezzo da scultoree colonnine tortili, coronati da capitelli ornamentali a motivi vegetali e frutta e a proseguire dagli archivolti ornati alla stessa maniera dei piedritti.
L’architrave orizzontale che definisce la soprastante lunetta è anch’esso scolpito con quattro simboli e nel mezzo la Tau, emblema della Confraternita di Sant’Antonio abate.

Nella parete laterale destra si aprono due finestre a sesto acuto ornate da fregio in laterizio, ed una porta anch’essa ad arco acuto oggi tamponata.

Nella parete laterale sinistra è presente un portale in cotto, a doppio archivolto ma dai caratteri semplificati ed arco a sesto acuto.

Il fronte est è occupato da un’abitazione privata, ma, oltre il colmo del tetto di quest’ultima, emerge il termine a capanna del prospetto che, a mo’ di timpano, ospita al centro un oculo simile a quello del prospetto principale; all’estremità sinistra invece è stata posta una semplice vela campanaria con fornice a tutto sesto, in laterizio.

 

Interno. Una semplice aula unica rettangolare con copertura tradizionale lignea lasciata a vista, sulle cui pareti, soprattutto quella meridionale, restano lacerti di affreschi di varie epoche che devono ancora essere studiati. Sulla parete sinistra due immagini di sant’Antonio abate, piuttosto danneggiate; la prima, conservata solo nella parte superiore, mostra il Santo con bastone e campanello che regge tra le mani un libro orizzontale, su cui poteva esserci la fiamma; nella seconda il Santo è a figura intera, con bastone e campanella, tiene nella mano sinistra un libro chiuso, in verticale, una fiamma è ai suoi piedi a destra.

Il presbiterio, rialzato di un gradino dal piano dell’aula e separato da questa da una balaustra in pietra, si sviluppa in uno spazio rettangolare delimitato dalla parete fondale su cui resta evidente la traccia di un grande arco: forse un tempo la chiesa era dotata di abside e coro. Al centro della parete fondale, sopra l’altare, una nicchia ospita la statua del Santo. La luce naturale filtra internamente dagli oculi di facciata e parete fondale e dalle monofore trilobate poste sul muro a meridione.

 

Notizie e immagini da:
http://www.luoghidelsilenzio.it/marche/06_chiese/03_macerata/00122/index.htm

https://www.regione.marche.it/Regione-Utile/Cultura/Catalogo-beni-culturali/RicercaCatalogoBeni/ids/67668

https://www.beweb.chiesacattolica.it/edificidiculto/edificio/70617/Chiesa_di_Sant’Antonio_Abate_San_Severino_Marche


Regione Marche