SESTO CALENDE (VA). Chiesa parrocchiale di Sant’Antonio abate a Oriano
Località Oriano Ticino, Via Mercallo. La chiesa sorge su un piccolo terrapieno alberato, sopraelevato rispetto al reticolo stradale dell’abitato.
https://goo.gl/maps/9pdAxuYJZtyuwdmz8
La chiesa di Sant’Antonio a Oriano è documentata nel primo elenco di luoghi di culto diocesani redatto agli esordi del XIV secolo e conosciuto come “Liber Notitiae Sanctorum Mediolani”: “in Orliano […] sancti Antoni abati”. L’edificio, tuttavia, è forse più antico; indizi in tal senso provengono nell’inclusione di “Orglano” nelle circoscrizioni ecclesiastiche menzionate in un falso precetto (presunto precetto di Liutprando), noto proprio tramite una copia di accertata età medievale (XII sec.).
Seppure menzionata come precoce sede di rettoria (“Notitia Cleri Mediolanensis”, 1398) sotto il titolo di S. Antonio, l’edificio compare, dal 1567, anno della prima visita pastorale, sotto l’intitolazione di S. Martino; di contro, l’antica invocazione sembra fosse stata trasferita da tempo a un luogo di culto subordinato, presente nella parte inferiore dell’abitato e, col tempo, sconsacrato e alienato. Il S. Martino “in Oriani superioris” fu sottoposto a qualche opera di adattamento nel corso del XVI secolo, come provano le visite pastorali dell’epoca. Sopravvisse, tuttavia, la cappella maggiore medievale che, nel 1579, era ancora in forma di nicchia a emiciclo. In virtù di imminenti prerogative parrocchiali, la chiesa, nel 1569, era già stata dotata di battistero.
Nel 1615, il card. Federico Borromeo constatò che i lavori di ricostruzione della chiesa proseguivano alacremente. Nel 1618 le opere erano concluse tanto che i parrocchiani poterono inoltrare agli uffici curiali la richiesta di poter celebrar messa nella chiesa condotta termine. La relazione si concluse positivamente. Nel carteggio, l’intitolazione a S. Martino, in vigore per qualche decennio, era già stata nuovamente sostituita con quella a S. Antonio. Il parroco Ferrante Candiano, in carica dal 1652, si prese carico delle opere ancora mancanti al completamento dell’edificio sacro. Questo fu definitivamente concluso l’anno seguente quando (almeno secondo le notizie riportate nel Chronicon dal medesimo parroco) il card. Alfonso Litta autorizzava il cambio ufficiale di dedicazione, da S. Martino a Sant’Antonio.
Nel 1865 la chiesa, assai rovinata, fu trasformata in oratorio, ma in seguito si decise di restaurarla, così tornò parrocchia e raggiunse la sua configurazione definitiva nel 1898.
La Chiesa presenta un’unica navata interna coperta da vela unghiata, cappelle laterali e abside semicircolare con semi-cupola a spicchi. La facciata presenta portale sormontato da frontone spezzato e vetrata artistica a lunetta tripartita.
Sulle superfici esterne rimangono lacerti di affreschi. Dal fianco nord si eleva il campanile.
Alla semplicità della facciata si contrappongono i ricchi interni, con decorazioni ed affreschi lungo la fascia alta della navata e nelle volte.
Data compilazione scheda: 12-2-2022
Rilevatore: AC