AREZZO. Museo Nazionale di Arte Medievale, tre dipinti con s. Antonio abate, XV e XVII secolo

Madonna con Bambino in trono tra san Lorenzo e sant’Antonio abate

Opera di Giovanni d’Agnolo di Balduccio, primo quarto del secolo XV.

Nella quinta sala del Museo d’Arte Medievale di Arezzo sono esposti parte di tre affreschi staccati di Giovanni d’Agnolo di Balduccio. Nella foto, a destra, una Madonna in trono con Bambino tra i Santi Lorenzo e Antonio abate. Questa porzione di affresco è datato 1414 e proviene dall’Oratorio del monastero femminile domenicano di Santa Maria Novella di Arezzo, fondato agli inizi del ‘300 e soppresso nel 1808 in seguito alle leggi napoleoniche.
Giovanni d’Agnolo di Balduccio nacque e mori ad Arezzo (1370 – 1452). Fu allievo di Spinello Aretino e da questi trasse evidente ispirazione per la sua pittura. (Un altro suo affresco, Cena di Gesù a casa del Fariseo, è presente in Arezzo sulla controfacciata della Basilica di San Francesco.)

Nell’affresco, a destra, la figura di sant’Antonio abate ha barba bianca biforcata, saio scuro, mantello chiaro, bastone nella mano destra e libro nella sinistra.

 

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http://catalogo.fondazionezeri.unibo.it/scheda/opera/5126/Anonimo%20aretino%20sec.%20XV%2C%20Madonna%20con%20Bambino%20in%20trono%20tra%20san%20Lorenzo%20e%20sant%27Antonio%20Abate


Sant’Antonio Abate in trono e donatore

 

Tempera su tavola di Anonimo pesellinesco, seguace di Francesco di Stefano, detto il Pesellino (1422 circa – 1457), pittore e miniatore italiano, secolo XV

Sant’Antonio seduto in trono, tiene sulle ginocchia un libro su cui appoggia la mano sinistra che tiene un bastone con terminazione a “Y”; la mano destra è nel gesto di benedizione. Ai suoi piedi a sinistra la piccola figura del donatore e a destra un maiale dal pelo scuro.

 

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Madonna con Bambino in gloria con san Francesco d’Assisi, santa Caterina d’Alessandria, sant’Antonio abate e una Santa martire” (o “Apparizione della Vergine a vari Santi”).

Olio su tela di 198 x 203 cm datata 1653
Opera di Jacopo Vignali (1592 – 1664) che realizzò la tela per Francesco Redi, scienziato aretino (1626 – 1698), medico e naturalista ritenuto uno dei più grandi biologi esistiti. Prima che nel Museo d’Arte Medievale e Moderna di Arezzo, la tela era conservata nella Pinacoteca Comunale di Arezzo.
Jacopo Vignali nacque Pratovecchio in Casentino nel settembre del 1592 e nella Chiesa Propositura di questo paese è conservata un’altra sua importante tela che mostra la “Consegna delle chiavi a San Pietro”. Vignali a 13 anni si trasferì a Firenze dove entrò a far pratica nella bottega di Matteo Rosselli. Una volta perfezionatosi aprì una propria bottega e divenne stimatissimo pittore tanto che sue opere sono presenti in importanti luoghi della città toscana. L’attività di Jacopo Vignali fu molto intensa, anche se circoscritta quasi esclusivamente alla Toscana. Nel 1563 fu colpito da una paralisi che lo condusse alla morte nell’agosto dell’anno successivo nella sua casa fiorentina.

Sant’Antonio è a destra in secondo piano, si vede il volto barbuto e parte del saio nero.

 

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Immagini a colori da:
https://www.ilbelcasentino.it/museo-arte-medievale-moderna-arezzo.php


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