ALAGNA VALSESIA, Riva Valdobbia (Vc), loc. Ca’ di Janzo. Cappella di S. Antonio abate

Il 1 gennaio 2019 il Comune di Riva Valdobbia è stato incorporato in quello di Alagna Valsesia.

Riva Valdobbia si trova nella Val Vogna che si apre sulla destra idrografica della Valsesia, sulla statale per Alagna, circa tre chilometri prima della città. Lasciata la statale, si percorre la carrozzabile fino al parcheggio sottostante la frazione Ca’ di Janzo (m 1354); di qui, percorrendo il sentiero che porta alle frazioni Oro e Selveglio (cartello indicatore), in pochi minuti si giunge alla cappella, situata nell’abitato della frazione.
https://goo.gl/maps/NSEafXjoHHingQLA6


La cappella, coperta con lose, è addossata alla sua sinistra ad un basso fabbricato che riprende l’inclinazione del tetto, ed è dotata di un’apertura ad arco, chiusa da una cancellata lignea; agli angoli sono dipinte finte pietre rettangolari L’interno, che ha un soffitto a vela, è privo di decorazione; la statua del Santo titolare, a causa del pericolo di furti, è stata trasferita nella chiesa parrocchiale di Riva Valdobbia.

 

Materiale informativo ed illustrativo:
AA.VV, Sentieri dell’arte sui monti della Valsesia. Riva Valdobbia- Ca’ di Ianzo (1354 m) Alta via dei Walser (a quota 1550 m), Club Alpino Italiano sezione di Varallo.

Fase cronologica:
Al di sopra dell’arco è scritta la data 1667.

Note:
L’opuscolo Sentieri dell’arte è disponibile presso il CAI sezione di Varallo, via Durio 14 –13019 Varallo (Vc), tel. 0163 51530, fax 0163 54384, e-mail: caivarallosesia@libero.it

Rilevatore: Maria Gabriella Longhetti

Data ultima verifica sul campo: 2 novembre 2006 – aggiornam. 19 dicembre 2021

SANT’ANTONINO DI SUSA (To). Cappella di Sant’Antonio abate

In bassa Val di Susa. S. Antonino è situato sulla statale 25 del Moncenisio, ad una altitudine di m 380.
La cappella si trova in  Piazza sant’Antonio, 6. La piccola piazza si apre su di un lato della strada principale che attraversa l’abitato (Via Torino).
https://goo.gl/maps/qnexwtp3wfqKLMAf8

La cappella presenta un facciata semplice con un frontone neoclassico; il portale ligneo, con architrave e piedritti in pietra, è affiancato da due finestre, al di sopra delle quali, all’interno di nicchie, sono collocate due statue: a sinistra S. Antonio abate e a destra san Desiderio.
Sant’Antonio indossa un saio chiaro ed un mantello con cappuccio, e regge con la mano sinistra contro il petto un libro, che sta ad indicare il sostegno derivante dalle Sacre Scritture nella lotta contro le tentazioni; ai suoi piedi si trova il maialino. Alle estremità della facciata sono addossate due lesene con capitelli dipinte di bianco, colore che è ripreso nel frontone con cornici aggettanti, di sotto al quale si apre un rosone ovoidale. Sul lato sinistro del tetto è impostato un piccolo campanile.

 

Note storiche:
Il primo nucleo abitativo conosciuto nella storia di Sant’Antonino risale allo sviluppo medievale degli spazi destra della Dora, tra Avigliana e Bussoleno passando per Sant’Ambrogio, Sant’Antonino e San Giorio. Questo sviluppo contribuì alla formazione del borgo Sant’Agata, la cui nascita viene collocata nell’Alto Medioevo (476 d.C. – 1000 d.C.).
Questo luogo  era l’antica sede della prevostura di San Desiderio.
Nel 1043 il marchese Enrico e la sua consorte, signori di San Giusto di Susa, donarono ai canonici di Sant’Agostino la chiesa che attualmente si trova al centro del paese (la Parrocchiale di Sant’Antonino). Per molti secoli, il paese di Sant’Antonino è stato soggetto alle due maggiori fondazioni monastiche della Valle di Susa, vale a dire, San Giusto di Susa e San Michele della Chiusa. Le due parti possedevano rispettivamente un terzo del territorio, formato dall’antica chiesa minore di San Desiderio (già Sant’Agata), e gli altri due terzi posseduti da San Michele della Chiusa, formati dalla chiesa parrocchiale. Per diversi secoli le due fondazioni si scontrarono per ottenere il controllo del paese, con numerosi interventi pacificatori da parte dei vescovi di Torino, di Moriana e del papa. Nel 1297 si arrivò ad una definitiva risoluzione della situazione, con l’assegnazione definitiva della prevostura a San Michele della Chiusa.
L’antica prevostura governava un terzo del territorio ma ebbe vita breve, già a metà del ‘600 infatti risulta inesistente e gli edifici  e la chiesa di San Desiderio erano gravemente compromessi a causa dell’incuria dei monaci dell’abbazia di S. Giusto di Susa da cui dipendeva.
A seguito della maggiore libertà ottenuta dai cittadini grazie ai due atti di affrancamento dai diritti feudali del 1599 e del 1798, la popolazione decise di far costruire la cappella di Sant’Antonio nel borgo Sant’Agata. Questa volontà nasceva anche dal fatto di volere un luogo spirituale vicino a casa, senza dover essere obbligati ad attraversare il paese.
Nel 1826 la comunità si radunò nella sala consiliare per deliberare la costruzione di un nuovo edificio. Ad essa contribuì anche la popolazione, il terreno fu donato dal notaio Antonio Amprimo. Nell’estate del 1832 la chiesa fu aperta al culto. Il ricordo della Prevostura minore di S. Desiderio è testimoniato solo più da una statua posta nella nicchia di destra della facciata.

 

Fruibilità:
La cappella è aperta la domenica precedente o seguente il 17 gennaio (ricorrenza di S. Antonio abate), quando vi è celebrata la messa e sono benedetti gli animali e i veicoli.

Link:
https://www.comune.santantoninodisusa.to.it/it-it/vivere-il-comune/storia

https://www.comune.santantoninodisusa.to.it/it-it/vivere-il-comune/cosa-vedere/cappella-di-sant-antonio-sec-xviii-6451-1-e5b3dfb1a1b879fb64b29d6549a17c34

Note:
Testo in parte tratto dal sito del Comune.

Rilevatore: Maria Gabriella Longhetti

Data ultima verifica sul campo: 19 gennaio 2007 – aggiornamento a cura di AC, 19 dicembre 2021

 

PAESANA (CN), frazione Calcinere. Affresco sul muro di una casa privata con s. Antonio abate

Paesana è raggiungibile imboccando la strada provinciale della Valle Po a Saluzzo, da cui dista circa 20 km; Calcinere (altitudine m 700) si trova a circa 3 km a Ovest del capoluogo sulla provinciale della Valle Po in direzione di Crissolo.
Borgata Ca’ Peccioni.


L’affresco raffigura al centro la Madonna con il Bambino seduta su di una nuvola, a destra S. Antonio abate, che indossa un saio marrone e un mantello blu e tiene nella mano sinistra il bastone con la campanella; a sinistra S. Michele Arcangelo che regge una spada e una bilancia; sullo sfondo si vedono elementi di paesaggio.

 

Note storiche:
L’affresco è attribuito a Giors Boneto, pittore itinerante nato nel 1746 a Pratoguglielmo di Paesana, e di cui è documentata l’attività tra il 1777 e il 1828. A lui sono attribuite circa trecento opere presenti in varie località delle valli cuneesi.

Fase cronologica:
La data indicata a destra in alto è il 1795.

Bibliografia:
Gianni Aimar, Un segno lassù, I libri del Corriere, Saluzzo 2005, pag. 140; per Giors Boneto ibidem pagg. 16-24.

Rilevatore: Gianni Aimar

PAESANA (CN), frazione Ghisola. Affresco sul muro di una casa privata, con s. Antonio abate -1

Paesana è raggiungibile imboccando la strada provinciale della Valle Po a Saluzzo, da cui dista circa 20 km; Ghisola (altitudine m 660 circa) si trova a meno di 2 km a Ovest del capoluogo, sulla provinciale della Valle Po in direzione di Crissolo.
Edificio in Via Pian Lavarino 12 S.


La figura centrale dell’affresco è Santa Margherita, a fianco della quale è rappresentato un serpente, simbolo del diavolo tentatore; ai lati sono raffigurati a sinistra S. Filippo Neri, a destra S. Antonio abate, che indossa un saio marrone e un mantello blu e tiene nella mano sinistra il libro della Regola dell’Ordine Antoniano, mentre con il braccio regge il bastone con la campanella; ai suoi piedi si intravvedono il maialino ed il fuoco. Sullo sfondo sono visibili una casa e una grande chiesa, in alto sono rappresentati angeli stilizzati.

Materiale informativo ed illustrativo:
L’affresco è opera di Giors Boneto, un pittore itinerante nato nel 1746 a Pratoguglielmo di Paesana e di cui è documentata l’attività tra il 1777 e il 1828; a lui vengono attribuite circa trecento opere presenti in varie località delle valli cuneesi.

Fase cronologica:
Non vi è alcuna indicazione di data; se l’attribuzione a Giors Boneto è attendibile, l’affresco può essere datato tra la fine del XVIII e l’inizio del XIX secolo.

Bibliografia:
Gianni Aimar, Un segno lassù, I libri del Corriere, Saluzzo 2005, pag. 127; per Giors Boneto ibidem pagg. 16-24.

Note:
Il dipinto, di notevoli dimensioni (larghezza cm 190, altezza cm 130), è in cattive condizioni di conservazione a causa soprattutto di una crepa sul lato destro, e delle scritte dei muratori che sono intervenuti per intonacare il muro.

Rilevatore: Gianni Aimar

 

PAESANA (CN), frazione Ghisola . Affresco sul muro di una casa privata con s. Antonio abate

Localizzazione e recapiti:

IGC 6 Monviso (1:50000) Valle Pellice Valle Po Valle Varaita. Paesana è raggiungibile imboccando la strada provinciale della Valle Po a Saluzzo, da cui dista circa 20 km; Ghisola (altitudine m 660 circa) si trova a meno di 2 km a Ovest del capoluogo sulla provinciale della Valle Po in direzione di Crissolo.

Casa Picca in borgata Bertorelli.

Descrizione:
Al centro in alto è rappresentata la Madonna del Rosario con il Bambino, seduta su di una nuvola, alla sua sinistra si trova S. Giovanni Battista, mentre in basso sono raffigurati a destra S. Antonio Abate, che indossa un saio marrone e un mantello blu e tiene nella mano sinistra il bastone con la campanella, a sinistra S. Domenico e un Santo non identificabile. Sullo sfondo si vedono alberi e una chiesa con un alto campanile.

Tipologia monumento: Edificio civile

Tipologia immagine: Affresco

Note storiche:
I soggetti del campanile e della chiesa sono ripresi da un dipinto di Giors Boneto, al quale l’autore dell’affresco, Giacomo Mattio, si ispirava. Giacomo Mattio, nato a Paesana nel 1804 e morto nel 1880, è autore di numerosi affreschi su piloni e in case private in Valle Po.

Fase cronologica:
La data è il 1839, come risulta dalla scritta posta in alto a destra: “Gioanne Bertorelo f.f.q.o. (fece fare questa opera) Anno do.ne. MCCCXXXIX Giacomo Matio fecit”.

Bibliografia:
Gianni Aimar, Un segno lassù, I libri del Corriere, Saluzzo 2005, pag. 128; per Giors Boneto ibidem pagg. 16-23; per Giacomo Mattio ibidem pagg. 25-26.

Note:
I nomi dei Santi sono scritti sotto le figure, ma uno strato di calce ha coperto il nome del Santo all’estrema sinistra.

Rilevatore: Gianni Aimar