In bassa Val di Susa. S. Antonino è situato sulla statale 25 del Moncenisio, ad una altitudine di m 380.
La cappella si trova in Piazza sant’Antonio, 6. La piccola piazza si apre su di un lato della strada principale che attraversa l’abitato (Via Torino).
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La cappella presenta un facciata semplice con un frontone neoclassico; il portale ligneo, con architrave e piedritti in pietra, è affiancato da due finestre, al di sopra delle quali, all’interno di nicchie, sono collocate due statue: a sinistra S. Antonio abate e a destra san Desiderio.
Sant’Antonio indossa un saio chiaro ed un mantello con cappuccio, e regge con la mano sinistra contro il petto un libro, che sta ad indicare il sostegno derivante dalle Sacre Scritture nella lotta contro le tentazioni; ai suoi piedi si trova il maialino. Alle estremità della facciata sono addossate due lesene con capitelli dipinte di bianco, colore che è ripreso nel frontone con cornici aggettanti, di sotto al quale si apre un rosone ovoidale. Sul lato sinistro del tetto è impostato un piccolo campanile.
Note storiche:
Il primo nucleo abitativo conosciuto nella storia di Sant’Antonino risale allo sviluppo medievale degli spazi destra della Dora, tra Avigliana e Bussoleno passando per Sant’Ambrogio, Sant’Antonino e San Giorio. Questo sviluppo contribuì alla formazione del borgo Sant’Agata, la cui nascita viene collocata nell’Alto Medioevo (476 d.C. – 1000 d.C.).
Questo luogo era l’antica sede della prevostura di San Desiderio.
Nel 1043 il marchese Enrico e la sua consorte, signori di San Giusto di Susa, donarono ai canonici di Sant’Agostino la chiesa che attualmente si trova al centro del paese (la Parrocchiale di Sant’Antonino). Per molti secoli, il paese di Sant’Antonino è stato soggetto alle due maggiori fondazioni monastiche della Valle di Susa, vale a dire, San Giusto di Susa e San Michele della Chiusa. Le due parti possedevano rispettivamente un terzo del territorio, formato dall’antica chiesa minore di San Desiderio (già Sant’Agata), e gli altri due terzi posseduti da San Michele della Chiusa, formati dalla chiesa parrocchiale. Per diversi secoli le due fondazioni si scontrarono per ottenere il controllo del paese, con numerosi interventi pacificatori da parte dei vescovi di Torino, di Moriana e del papa. Nel 1297 si arrivò ad una definitiva risoluzione della situazione, con l’assegnazione definitiva della prevostura a San Michele della Chiusa.
L’antica prevostura governava un terzo del territorio ma ebbe vita breve, già a metà del ‘600 infatti risulta inesistente e gli edifici e la chiesa di San Desiderio erano gravemente compromessi a causa dell’incuria dei monaci dell’abbazia di S. Giusto di Susa da cui dipendeva.
A seguito della maggiore libertà ottenuta dai cittadini grazie ai due atti di affrancamento dai diritti feudali del 1599 e del 1798, la popolazione decise di far costruire la cappella di Sant’Antonio nel borgo Sant’Agata. Questa volontà nasceva anche dal fatto di volere un luogo spirituale vicino a casa, senza dover essere obbligati ad attraversare il paese.
Nel 1826 la comunità si radunò nella sala consiliare per deliberare la costruzione di un nuovo edificio. Ad essa contribuì anche la popolazione, il terreno fu donato dal notaio Antonio Amprimo. Nell’estate del 1832 la chiesa fu aperta al culto. Il ricordo della Prevostura minore di S. Desiderio è testimoniato solo più da una statua posta nella nicchia di destra della facciata.
Fruibilità:
La cappella è aperta la domenica precedente o seguente il 17 gennaio (ricorrenza di S. Antonio abate), quando vi è celebrata la messa e sono benedetti gli animali e i veicoli.
Link:
https://www.comune.santantoninodisusa.to.it/it-it/vivere-il-comune/storia
https://www.comune.santantoninodisusa.to.it/it-it/vivere-il-comune/cosa-vedere/cappella-di-sant-antonio-sec-xviii-6451-1-e5b3dfb1a1b879fb64b29d6549a17c34
Note:
Testo in parte tratto dal sito del Comune.
Rilevatore: Maria Gabriella Longhetti
Data ultima verifica sul campo: 19 gennaio 2007 – aggiornamento a cura di AC, 19 dicembre 2021