ORANI (NU). Chiesa di Nostra Signora del Rosario con immagini di s. Antonio abate, 1754

L’elemento più rimarchevole della chiesa del Rosario, non tanto per la qualità artistica quanto per la rarità di manufatti del genere in quest’area geografica, è il ciclo di pitture a tempera murali che occupa l’intera volta e lo spazio absidale.
I due pittori oranesi Pietro Antonio e Gregorio Are, rispettivamente padre e figlio, tra il 1738 e il 1754 dipinsero le Nozze di Cana, la Predica di San Domenico, Santa Caterina da Siena, Storie di San Paolo eremita, la Battaglia di Lepanto.
A Pietro Antonio sono attribuite le Storie di San Paolo eremita (1754). Il dipinto trova nella terza campata della parete destra: “Sant’Antonio abate seppellisce san Paolo eremita aiutato da due leoni”,
La famiglia degli Are esprime con costanza una sua idea dell’arte vicina alle convenzioni linguistiche auliche e al tempo stesso legata alla domanda d’informazione dei ceti popolari. Da qui il gustoso e non incolto sincretismo tra le figurazioni di sapore arcaico e la necessità di immagini legate alla buona regola del disegno.

L’edificio sorge in Via La Marmora, https://goo.gl/maps/yQ9heVpeuFP7p2Fz9.
La chiesa del Rosario, con l’omonima confraternita, si trovano citate nella relazione del 1684, ma non compaiono nel 1608; il sito nasce quindi tra queste due date.
La facciata è abbellita da un portale in pietra trachite scolpita, con due snelle paraste sormontate da capitelli decorati a motivi fitomorfi e rosette, tipiche in Sardegna della scarna iconografia decorativa di derivazione cistercense al di sopra è collocato un timpano triangolare con frontone spezzato, decorato con un rosone in bassorilievo, un’edicola lavorata a conchiglia e una piccola ruota cosmica, simbolo che appartiene anch’esso all’iconografia cistercense. Il coronamento di facciata, orizzontale e con merlature in trachite, tipico, secondo Renato Salinas, della parte meridionale dell’isola, nasconde la pendenza del tetto a doppio spiovente con manto di copertura in tegole.
Lungo il fronte a nord, le cappelle semicircolari sporgono parzialmente, e sono coperte da un manto di tegole in leggera pendenza. Il fronte sud è invece caratterizzato dalla presenza di una porta secondaria, due finestre con cornice in trachite scolpita, con delle iscrizioni, e dalla torre campanaria a pianta quadrata, alta e slanciata, dotata di una bifora tamponata e di coronamento piramidale.
L’interno è a navata unica voltata a botte con archi-diaframma contraffortati che scandiscono il ritmo delle campate; l’abside anch’essa voltato a botte, è più basso e più stretto anche se a una quota superiore rispetto all’aula; l’altare è barocco, con quattro colonne tortili di un materiale non ben identificato, forse gesso, che reggono una trabeazione piuttosto elaborata e un timpano spezzato. La volta è arricchita da un medaglione decorato ed eseguito a stucco.
Lungo la navata, negli spazi tra i contrafforti, molto profondi, da un lato totalmente interni, dall’altro invece solo per metà, sono state ricavate in tempi successivi tre cappelle verso il lato nord e due verso il lato sud, in cui è ubicata un’uscita secondaria. Queste cappelle, di forma semicircolare e voltate con una semi-cupola, in un primo momento sono state edificate di forma rettangolare e con profondità minore e in una fase successiva, della quale non si conosce la data, hanno assunto la configurazione attuale.

 

Link:
https://catalogo.sardegnacultura.it/card/170666/
https://dati.beniculturali.it/lodview-arco/resource/HistoricOrArtisticProperty/2000159072-7.html
https://openitinerari.geonue.com/project/chiesa-del-rosario/


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