ROMA. Museo Nazionale di Castel Sant’Angelo – Quadreria, “polittico degli Zavattari” con s. Antonio abate

Tempera su tavole; cm 141 x 54 (centrale) e cm 119,5 x 30.
Madonna in trono col Bambino  e due angeli e i santi Ambrogio, Giovanni Battista, Pietro, Vittore, Benedetto e Antonio Abate”.
Da sinistra nella foto in alto: Vittore, Pietro e Ambrogio; a destra Giovanni battista, Antonio abate e Benedetto  (ci sono fotografie in cui i pannelli con i Santi sono disposti in modo diverso).
Sette pannelli, in totale 141 x 234 cm.
Numeri inventario III/197 – III/435 – III/436

Il polittico con 5 pannelli fece parte della collezione del Conte di Torino Vittorio Emanuele Savoia-Aosta (Longhi, 1957); passò nella Collezione Contini, 1928, donazione; (i due pannelli mancanti) Roma, collezione A. Cecchi Bracci, 2000, acquisto.

Questo polittico fu attribuito alla bottega degli Zavattari dal critico Roberto Longhi e datato tra il 1444 e il 1450 sulla base di confronti stilistici con il ciclo di affreschi che illustra le Storie di Teodolinda nel Duomo di Monza, opera autografa del 1444 di questa famiglia di artisti che furono tra i massimi esponenti del Gotico cortese in ambito lombardo.
E’ ignota la destinazione originaria del polittico. Grazie alla Algeri (1981) è noto che in un documento datato 17 dicembre 1459 Ambrogio Zavattari fu pagato per un polittico destinato all’altare maggiore del Duomo di Milano. Pertanto la presenza nel polittico di Castel Sant’Angelo di due santi (Vittore e Ambrogio) venerati a Milano farebbe pensare all’opera destinata al Duomo milanese. Ma secondo la Ghidoli (1984) si potrebbe ipotizzare la destinazione per la chiesa milanese di S. Pietro in Gessate, affidata nel 1433 ai monaci di S. Giustina da Padova poi detti Cassinesi. Al suddetto ambito monastico farebbero infatti riferimento i santi Antonio abate (padre del monachesimo occidentale) e Benedetto. Per la stessa Ghidoli il polittico è attribuile a più personalità della prima e della seconda generazione della famiglia Zavattari (Cristoforo, Francesco, Ambrogio, Giovanni, Gregorio) e la datazione dovrebbe essere spostata ad oltre la metà del 1400.

Smembrato tra il 1880 e il 1928 per essere venduto nel mercato antiquario, quando nel 1928 entrò a Castel Sant’Angelo, a seguito della donazione dei coniugi Contini, si componeva di 5 pannelli in una cornice ottocentesca neogotica: la Vergine in trono col Bambino e i santi Giovanni Battista, Vittore, Ambrogio e Pietro.
Le altre due tavole, individuate in una collezione privata da Roberto Longhi nel 1957, furono acquistate dal Mibac nel 2000, ma il loro passato è ancora avvolto nel mistero.
Dopo il restauro del polittico, nel 2013, è stato nuovamente esposto

Sant’Antonio abate è raffigurato con saio scuro e mantello, campanella nella mano destra, nella sinistra un bastone pastorale.

 

Link:
https://catalogo.beniculturali.it/detail/HistoricOrArtisticProperty/1200111749A-0


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