VERONA, Basilica di Santa Anastasia, dipinto con Sant’Antonio abate

La basilica di Santa Anastasia è un importante luogo di culto cattolico del centro storico di Verona, situato vicino al punto più interno della città dell’epoca romana, in prossimità dell’ansa del fiume Adige, dove sorge il Ponte Pietra.
Via Don Bassi, 2, 37121 Verona VR – Tel: 045 592813

Tipologia monumento: altare Pindemonte, 1541

Tipologia immagine: dipinto dal titolo: “Il povero e San Martino” dipinto da Francesco Caroto (1480-1546) che raffigura al centro San Martino che dà il mantello al povero; in alto, una Madonna  con Bambino e a sinistra in basso la figura di Sant’Antonio Abate.

 

 

 

Fruibilità: da marzo ad ottobre – feriali: 9.00-18.30 festivi: 9.00-18.00 Domenica e festività 13.00-18.00; da novembre a febbraio – feriali:10.00-13.00 e 13.30-17.00

Materiale informativo ed illustrativo: pieghevoli in loco

E-mail: info@chieseverona.it

Data compilazione scheda: 15 aprile 2018

Rilevatore: Valter Bonello

VERONA. Museo di Castelvecchio, statua raffigurante Sant’Antonio abate

Il Castelvecchio, originariamente chiamato Castello di San Martino in Aquaro, è castello attualmente adibito ad ospitare il museo civico ed è il più importante monumento militare della signoria Scaligera.
Verona, Corso Castelvecchio, 2, 37121 – telefono 045 806 2611 – fax +39 045 8062652

 

Statua lignea raffigurante Sant’Antonio abate, opera di Paolo Farinati (1524-1606), proveniente dal Santuario di Madonna di Campagna, Verona

 

Fruibilità: aperto il lunedì dalle 13.30 alle 19.30;  da martedì a domenica dalle 8.30 alle 19.30  (ultimo ingresso alle 18.45)

E-mail: castelvecchio@comune.verona.it
Link: www.museodicastelvecchio.comune.verona.it

Data compilazione scheda: 15 aprile 2018

Rilevatore: Valter Bonello

VERONA. Chiesa di Santa Anastasia, affresco con Sant’Antonio abate

La basilica di Santa Anastasia è un importante luogo di culto cattolico del centro storico di Verona, situato vicino al punto più interno della città dell’epoca romana, in prossimità dell’ansa del fiume Adige, dove sorge il Ponte Pietra.
Via Don Bassi, 2, 37121 Verona VR – Tel: 045 592813

L’opera è affrescata su di una colonna alla destra dell’ingresso della navata centrale

 

Fruibilità:
da marzo ad ottobre – feriali: 9.00-18.30 festivi: 9.00-18.00 Domenica e festività 13.00-18.00
da novembre a febbraio – feriali:10.00-13.00 e 13.30-17.00
E-mail: info@chieseverona.it

Data compilazione scheda: 15 aprile 2018
Nome del rilevatore: Valter Bonello

USA – NEW YORK. Metropolitan Museum, Collection R. Lehmann, “S. Antonio abate nel deserto, tentato da un mucchio d’oro”, del “Maestro dell’Osservanza”, circa 1430-355

Originariamente i pannelli facevano parte di una pala d’altare, la serie comprende otto opere, ora suddivise tra i musei di Washington,  New Hawen e Berlino, oltre a questo
Per approfondire gli altri pannelli vedi:
https://www.santantonioabate.afom.it/gli-otto-pannelli-con-storie-della-vita-di-s-antonio-abate-del-maestro-dellosservanza-sano-di-pietro-1430-35/

 

Opera del 1435 del “Maestro dell’Osservanza”, attivo intorno al 1425-50
Tempera e oro su tavola, superficie dipinta 47 x 33,7 (intero pannello 47,6 x 34,6 cm).
Numero d’inventario: 1975.1.27
Esposta al “The Met Fifth Avenue” nella Gallery 956
Al Museo nel 1975 dalla Robert Lehman Collection

Questa tavola fa parte di un ciclo di scene raffiguranti la vita dell’eremita Sant’Antonio abate. Il complesso fu probabilmente commissionato per un membro della famiglia senese Martinozzi (il cui stemma compare su una delle tavole) per una fondazione agostiniana, o a Siena o forse nelle Marche, dove si trovavano diversi rami di questa famiglia.

Questo pannello è il sesto di una serie di otto che include Sant’Antonio alla Messa (Gemäldegalerie, SMPK, Berlino); Sant’Antonio che distribuisce la sua ricchezza e Sant’Antonio lascia il monastero, benedetto da un vecchio monaco (entrambi National Gallery of Art, Washington, D.C.); Sant’Antonio tentato dal diavolo travestito da donna e Sant’Antonio tormentato dai diavoli (entrambi Yale University Art Gallery, New Haven); e Viaggio e incontro di sant’Antonio con san Paolo eremita e Funerali di sant’Antonio (entrambi National Gallery of Art, Washington, D.C.).
L’enigmatico Maestro dell’Osservanza è stato variamente identificato con il Sassetta e anche con il giovane Sano di Pietro, in base a strette affinità stilistiche con questi altri artisti senesi. È anche possibile che i dipinti attribuiti al Maestro dell’Osservanza, compresa la pala d’altare da cui ha avuto origine questa tavola, siano il prodotto di una bottega collaborativa alla quale questi artisti appartenevano.

In questa tavola, la tendenza del pittore di descrivere particolari fortemente naturalistici è evidente nel paesaggio arido che ricorda la regione montagnosa vicino al Mar Rosso dove il santo eremita visse gli ultimi decenni della sua vita. Il dipinto, che può anche essere in titolato “la tentazione di sant’Antonio” raffigura il Santo che rifiuta un mucchio d’oro (ben presto cancellato dal dipinto), resistendo alla tentazione dei beni materiali.

 

Link:
https://www.metmuseum.org/art/collection/search/458967

 

GAMBASCA (Cn). Madonna assunta in cielo, con sant’Antonio abate

Giuseppe Gauteri nacque a Busca il 30 settembre del 1805 da una famiglia di pittori e, nel suo itinerare di paese in paese, dove il suo lavoro di pittore lo conduceva, ha trasferito la sua residenza da Rossana a Levaldigi ed infine a Martiniana Po.
Spesso, nei suoi dipinti si firmava curiosamente “fratello di tre cavalieri”, ma chi erano questi cavalieri? Dalle cronache del tempo sappiamo che si trattava dei fratelli Luigi, Giovanni e Francesco fregiati della croce del cavalierato per i loro meriti artistici. I fratelli di Giuseppe erano pittori di maggior fama e superiorità artistica, furono loro a dipingere, nel Duomo di Saluzzo, la decorazione neogotica in luogo dell’austera tinteggiatura grigio-cenere.
Si sposò con Ludovica Anna Costamagna di Revello ed ebbe due figli (Caterina e Giovanni Battista). Morì a 73 anni l’11 dicembre del 1878.
Il capostipite della bottega Gauteri è stato il padre Lorenzo, di Busca, che ha trasmesso ai figli la passione per l’arte. Sebbene le sue doti artistiche non eguagliassero quelle dei fratelli, Giuseppe Gautieri testimoniò con la sua arte popolare la fede semplice, ma autentica dei suoi tempi.
Nei lavori di Giuseppe, soprattutto nei piloni votivi e nei dipinti murali, appare evidente la sua difficoltà ad “impaginare”, ossia a mettere in relazione i soggetti, mentre negli spazi ristretti delle nicchie il pittore è riuscito a posizionare meglio il soggetto singolo. Negli affreschi invece, in particolare in quelli di grandi dimensioni, spesso i soggetti sembrano essere stati posizionati in modo un po’ casuale.
Dipinse certamente fino all’età di 72 anni.
In Val Varaita dipinse 22 tra piloni e cappelle, in Val Maira lasciò ben 34 opere, mentre in alta Valle Po se ne contano una ventina, tra firmate ed attribuite. Una delle prime opere datate di Giuseppe Gauteri risulta essere un dipinto murale in Borgata Joulì di Rossana (1831).

La maggior parte dei dipinti gambaschesi (circa una decina) è opera di questo artista, quasi tutti sono datati 1866, periodo che evidentemente testimonia un anno di intensa attività del pittore in paese.