BELLUNO. Chiesa di San Francesco, dipinto con s. Antonio abate

La chiesa è sita in Via Faverga; sebbene l’aspetto attuale risalga al 1600, sicuramente esisteva già nel 1315. Ha un caratteristico campanile a cipolla assai raro nei dintorni di Belluno.

 

L’altare maggiore, secentesco, è in legno finemente intagliato e dorato, il paliotto centrale ha un medaglione dipinto con le immagini di san Francesco d’Assisi, opera del settecentesco Antonio Gabrieli.
La pala, olio su tela di 156 x 97 cm, fu commissionata nel 1645 a Francesco Frigimelica il Vecchio (Camposampietro Bl, 1570 circa – Belluno, dopo il 1649) e raffigura la “Vergine con il Bambino, affiancata da angeli; in basso e i santi (da sinistra) Antonio abate, Francesco, Rocco e Sebastiano” e, in basso, vi è lo stemma dei Batti, la famiglia dei committenti.

Sant’Antonio è raffigurato mentre tiene il fuoco nella mano destra, il bastone a tau nella sinistra; il muso di un maiale spunta ai suoi piedi a destra.

 

Link:
https://www.faverga.it/la-chiesa-di-san-francesco/

SEDICO (BL), frazione Villiago. Chiesa di Sant’Antonio abate

L’edificio è sito su un crinale che guarda a nord-ovest sulla piana di Sedico. Via Villiago, 4
https://maps.app.goo.gl/Cg2B9XZSeCK6qsXYA

 

In origine la chiesa, esistente sin dal XV secolo, era intitolata a San Girolamo, ma nella visita pastorale del 1883 viene indicata come di Sant’Antonio abate.
Ha la facciata a capanna, il campaniletto a vela sul colmo; era giuspatronato della famiglia Alpago – Novello.

All’interno, che non ha subito nel corso del tempo modificazioni rilevanti, eccetto opere di piccolo restauro, conserva nell’abside un altare ligneo, che si conclude con due colonnine, due angioletti e nel fastigio il Padre Eterno ed è ornata con girali a tralci d’edera.
Sull’altare vi è una pala centinata, olio su tela di 150 x 90 cm, dell’ultimo quarto del XVI secolo, opera probabile della bottega di Antonio Frigimelica il vecchio ” (Camposampiero BL, 1570 – Belluno, 1649) che raffigura “Madonna con Bambino tra Sant’Antonio abate (a sinistra) e Sant’Ominino”(a destra in manto rosso).
La pala, con questa identificazione dei Santi, è ricordata nella visita Pastorale del 19 ottobre 1613 ed era collocata nella piccola cappella posta a Oriente. La relazione della visita Pastorale cita anche, nella cappella di fronte, un dipinto simile con la “Madonna col Bambino sant’Ominino e sant’Antonio di Padova”, tuttora esistente.

 

Sant’Antonio abate ha nella mano sinistra il fuoco e nella destra un bastone a tau. Il muso di un maiale spunta da dietro la figura, a destra.

 

 


Link:

https://www.treinsieme.it/parrocchie/sedico/chiese-sedico/villiago/

https://catalogo.beniculturali.it/detail/HistoricOrArtisticProperty/0500176105

CONFEDERAZIONE ELVETICA – ALTO MALCANTONE, frazione Arosio. Chiesa di San Michele, con due immagini di s. Antonio abate

 

Sulla navata, nella seconda campata a destra, un affresco di Antonio da Tradate (Tradate VA ?, 1465 circa – Locarno, 1511 ?), realizzato nel 1508, raffigura la Crocifissione e sotto alcuni Santi.
A sinistra rimane la parte superiore della figura di s. Antonio abate benedicente che con la mano sinistra regge il bastone pastorale cui sono appesi due campanelli. Vedi fotografia in alto.


 

 

In Sacrestia vi è un dipinto a olio su tela, di incerta datazione, raffigurante la “Crocifissione” con, da sinistra: la Vergine sorretta da una pia donna, in secondo piano santa Lucia; a destra sant’Antonio abate che con la mano destra regge un bastone con un campanello e tiene nella sinistra un libro aperto; a fianco Santo orante inginocchiato che indossa un saio marrone (a terra ci sono i gigli, forse è sant’Antonio di Padova) e in piedi san Francesco da Paola riconoscibile dalla scritta “CHARITAS” sul petto.


La chiesa è citata per la prima volta in documenti storici del 1217, anche se l’origine è sicuramente anteriore. Nel 1647 fu profondamente rimaneggiata in stile barocco. Nel XVIII secolo fu aggiunto un portico a 4 campate antistante il lato meridionale.

 

Immagini da:
https://www.khekeru.ch/j_khekeru/index.php/ticino/107-arosio-chiesa-di-san-martino/294-arosio-chiesa-di-san-michele

Link:
https://it.wikipedia.org/wiki/Chiesa_di_San_Michele_(Alto_Malcantone)

SACILE (Pn). Ex convento di Sant’Antonio abate.

L’ex convento di Sant’Antonio Abate si trova nell’omonimo borgo di Sacile che cominciò a svilupparsi in tarda età medievale fuori le mura dell’antica città, lungo la strada che conduceva verso la Marca Trevigiana: nei suoi pressi preesisteva una piccola chiesa dedicata al santo protettore degli animali, titolo che mantenne anche la chiesa che fu ricostruita nel 1674 a servizio del grande corpo di fabbrica conventuale.
Il convento femminile di Sant’Antonio abate di Sacile venne costruito nel borgo che già dal 1668 portava il nome del santo, demolendo e riedificando nel contempo la precedente chiesa dedicata al protettore degli animali da stalla e da cortile, in cui negli ultimi decenni del
Cinquecento si erano stanziati i canonici regolari.
L’insediamento, dove le monache dell’ordine di San Domenico si occupavano dell’educazione femminile dei ceti nobiliari, sorse per filiazione del monastero di Santa Maria Maddalena di Oderzo e le religiose vi si stabilirono nel 1677.
Le monache di regola domenicana, in numero di undici, vi si insediarono nel novembre del 1677, dopo una cerimonia presieduta in grande pompa dal patriarca Giovanni Dolfin, che ne aveva giurisdizione. L’attività dell’ordine domenicano era tradizionalmente legata all’insegnamento (vent’anni più tardi l’ordine troverà anche a Pordenone l’occasione per fondare un convento con istituto annesso) e le monache si premurarono subito di istituire un collegio-educandato per giovinette di buona famiglia.
Il convento crebbe nel corso del XVIII secolo sia per vocazioni che per l’importanza del collegio, ma anche per un’avveduta gestione delle rendite patrimoniali.
Soppresso nel 1806, in età napoleonica, e aggregato a quello delle Monache Domenicane di Conegliano, nel convento sacilese fu insediata la prima caserma cittadina dopo l’annessione al Regno d’Italia e, dal 1907, il distretto militare per la provincia di Udine e un deposito per il 79° e 80° Reggimento di fanteria di stanza, rispettivamente, a Udine e Conegliano.
La piccola chiesa di Sant’Antonio abate, annessa al convento, finì poi ridotta a stalla e in seguito demolita nei lavori di realizzazione di un nuovo prospetto dell’ex convento verso la strada.
Ancor’oggi poco conosciuto dagli stessi abitanti di Sacile, l’edificio si presenta per la parte visibile con un’anonima parata di finestre su due piani, interrotta da un largo portale carraio e da un poggiolo soprastante, prospiciente l’attuale via XXV Aprile: la struttura è ancora inaccessibile a più di vent’anni dalla dismissione dalle funzioni militari.

Info:
Via XXV Aprile, 6, 33077 Sacile PN
Telefono: 0434 787111

SAN LEO (RN), località Montemaggio. Convento e chiesa di Sant’Antonio abate

Via Montemaggio, 57
https://maps.app.goo.gl/kRkZKfZZ2MLHTMVv9

 

Il convento, che appartenne all’Ordine francescano dei Minori Osservanti, fu fondato con lettera apostolica di Papa Paolo III il 20 dicembre 1543. Nel 1554, ultimata la costruzione della chiesa, fu solennemente consacrata da mons. Francesco Sormani Vescovo di Montefeltro il 31 agosto 1567.
I tempi di realizzazione del convento furono lenti per mancanza di fondi sino alla donazione dello stesso Vescovo nel 1582. Tra il 1582 e il 1587 il convento fu ultimato e disposto per accogliere una comunità di dieci frati.
Nel secolo XVII, oltre ad ospitare visitatori e pellegrini, fu sede di una infermeria, di una biblioteca e di una prestigiosa scuola di studi filosofici. Le condizioni del complesso migliorarono notevolmente nel secolo successivo, come testimonia nel 1732 una relazione storica di P. Antonio da San Marino, guardiano del convento.
Oggi il Convento è gestito dalla Comunità Mondo X, mentre l’adiacente Chiesa è di proprietà comunale.

L’ingresso della Chiesa è preceduto da un nartece sorretto da sette colonne di riutilizzo, provenienti dal chiostro inferiore del convento.

L’interno è ad unica navata, ha ampia abside rettangolare, ed una cappella laterale dedicata al Santissimo Crocefisso. In sfarzoso stile barocco, ha ricchi fregi, eleganti cornici, dorature e pregevoli pitture momentaneamente custodite nel Museo d’Arte Sacra di San Leo, in attesa delle condizioni per poter essere ricollocate, in sicurezza, nel luogo di origine.
Sulla destra della Chiesa è inserita la cappella laterale del SS.mo Crocefisso; al suo interno sono custoditi: il crocefisso ligneo policromo, dono della duchessa di Urbino Lucrezia d’Este (m. nel 1598), attribuito allo scultore napoletano della seconda metà del 1500, Francesco Mollica e le spoglie della martire romana S. Apricia, portate dalle catacombe di Roma nel 1844.
Pregevole il soffitto a cassettoni lignei del 1707, con inserite 22 tele con Santi e Beati dell’ordine francescano (XVII-XVIII secolo).
Nella zona absidale, divisa dalla navata da una balaustra in marmo del secolo XVIII, spiccano l’altare maggiore intitolato a Sant’Antonio abate ed il coro ligneo, intagliato nel 1772 dai due maestri ebanisti urbinati Morcioni e Mazzaferri. Ai lati tre altari dorati, intitolati a Sant’Antonio di Padova, all’Immacolata Concezione e a San Giuseppe con pala attribuita al pittore Bartolomeo Giorgetti di Pennabilli (sec. XVII).
Fra gli ultimi due è situata una nicchia, dirimpetto all’altra, con la statua di San Vincenzo Ferreri. In alto, sopra al portone d’ingresso è posta la corale lignea decorata da Vincenzo Loppi nel 1782, sulla quale è situato un organo del 1725.

 

Link:
https://www.san-leo.it/monumenti-visita-san-leo/chiesa-e-convento-di-s-antonio-abate/

https://fondoambiente.it/luoghi/chiesa-e-convento-di-montemaggio?ldc

https://monasteriemiliaromagna.it/it/monastero/2897-chiesa-di-santantonio-abate-in-montemaggio-e-pertinenze