BOCCIOLETO (VC), frazione Fervento. Chiesa di S. Antonio abate

La val Sermenza si apre sulla sinistra idrografica della Valsesia (Vercelli), lasciando la strada statale per Alagna all’altezza del comune di Balmuccia. Fervento dista circa 18 km da Varallo e si trova ad un’altitudine di m 791.
La chiesa parrocchiale intitolata a S. Antonio Abate sorge nella frazione Fervento del comune di Boccioleto in val Sermenza, in Valsesia. La chiesa è situata nel centro abitato, lungo la strada della val Sermenza, Via G.B Zali, 37
https://goo.gl/maps/pbQa3pUgoDUqY7bv6

La chiesa ha tre navate con un portico sulla facciata e un imponente campanile. Sul fianco sinistro, parete nord, portico, vi sono due affreschi: il primo  rappresenta  S. Cristoforo, un santo molto presente nella decorazione delle chiese in Valsesia, tra S. Antonio abate e una Crocifissione; nel secondo è raffigurato S. Antonio abate, al di sotto del quale vi è la scritta “protector noster”.

Note storiche:
La chiesa, fondata probabilmente nel XIV secolo, è stata poi ampliata tra la fine del XVI secolo e il 1617; nell’anno 1600, come è testimoniato da una lapide, è stato elevato il  campanile.
Un secondo intervento è stato iniziato nel 1685, e a questo risale l’aspetto attuale della chiesa.

Della costruzione primitiva restano gli affreschi della seconda metà del Quattrocento con S. Cristoforo, S. Antonio abate e una Crocifissione, attribuiti ad un pittore dell’ambito di Johannes de’ Campo, un artista novarese; gli affreschi sono vicini stilisticamente a quelli della cappella della Madonna del Ponte presso la località Cunaccia di Fervento.


Dimensione: 186,5 x 86 cm (senza cornice); 192,5 x 97 cm (con cornice)
Lo stato di conservazione del dipinto rende difficile una lettura stilistica; sono comunque ravvisabili caratteri che lo riconducono all’ambito della cultura di Johannes De Campo, elementi utilizzati anche per la datazione.
Questo affresco presenta strette affinità iconografiche e stilistiche conquello, di analogo soggetto, presente nell’anti-sagrestia della Basilica di San Giulio, Orta, Isola di San Giulio.
Bibliografia: Amerio, 1962, p. 20 ; Minonzio, 2005, p. 111.

 

Il secondo affresco, che rappresenta S. Antonio abate con la scritta “protector noster”, risale probabilmente all’ultima sistemazione della chiesa, avvenuta alla fine del XVII secolo.

 

Bibliografia:
– L. Ravelli, Valsesia e Monte Rosa, Guida alpinistica – artistica – storica, Forni, Bologna 1980 (ristampa anastatica dell’edizione del 1924), pag. 99.
– AA.VV., Percorsi tra arte e devozione – Vercelli, Vercellese ,Valsesia, Vercelli pag. 188.
– D. Minonzio, Val Sermenza in Valsesia. Repertorio analitico dei dipinti murali nel medioevo, Società valsesiana di cultura,  Borgosesia 2005, pagg. 109-112.
-Guida d’Italia del Touring Club Italiano, Piemonte, Milano 1976, pag. 597.
-AA.VV., Conoscere la Valsesia e la Valsessera, istituto geografico De Agostini, Novara 1990, pagg. 75

Fruibilità:
la chiesa è aperta durante la celebrazione delle messe

Rilevatore: Maria Gabriella Longhetti

Data ultima verifica sul campo: 01/09/2006

 

ALAGNA VALSESIA (Vc), sentiero per rifugio Barba Ferrero. Pilone della Madonna della Neve con statua di s. Antonio abate

Il pilone (quota m 1818) si raggiunge con meno di un’ora di cammino dal piazzale dell’Acqua Bianca (a m 1500 di quota, così chiamato per la presenza di una cascata); per giungere in questa località occorre lasciare l’auto al parcheggio della frazione Merletti (m 1271, due chilometri da Alagna), oltre cui la strada è percorribile con l’auto solo a chi è munito di permesso; si può proseguire a piedi lungo la carrozzabile oppure servirsi della navetta, che funziona quotidianamente solo nel mese di agosto per raggiungere il sentiero che porta agli alpeggi dell’alta valle del Sesia ed al rifugio Barba Ferrero.


Il pilone, di dimensioni ridotte, è addossato alla parete rocciosa ed è chiuso da una grata di ferro; è costruito in muratura e ha una copertura in lose. All’interno si trovano un bassorilievo ligneo con l’immagine della Madonna della neve e una statuetta, forse in pietra, di S. Antonio abate, che ha nella mano sinistra il bastone a forma di tau con la campanella, mentre ai suoi piedi si trova il maiale

Note storiche:
La collocazione della statua di S. Antonio nel pilone probabilmente è in relazione con la presenza dell’oratorio dedicato al Santo, che si trova lungo la strada tra Alagna e il piazzale dell’Acqua Bianca. L’oratorio è il punto di arrivo della processione  walser del Rosario Fiorito, mentre il pilone è situato nella piccola radura da cui parte la processione, istituita nel 1683, che rappresenta il ringraziamento alla Madonna per la protezione accordata alle mandrie durante l’estate, ed ha luogo ogni anno la prima domenica di ottobre.

Fase cronologica:
L’anno della costruzione è il 1946, come è riportato in una targa murata sopra la nicchia.

Rilevatore: Maria Gabriella Longhetti

Data ultima verifica sul campo: 22/08/2006

ROSSA (VC), fraz. Giavinelle. Oratorio della Madonna della Neve con affresco di s. Antonio abate

Oratorio delle Giavinelle dedicato alla Madonna della Neve in val Cavaione, valletta laterale della val Sermenza, in Valsesia, provincia di Vercelli.
La val Sermenza si apre sulla sinistra idrografica della Valsesia (Vercelli), lasciando la strada statale per Alagna  all’altezza del comune di Balmuccia. L’oratorio è situato nel territorio del comune di Rossa (distante circa 15 km da Varallo), che si raggiunge percorrendo una strada ripida e tortuosa, dopo aver lasciato la strada della val Sermenza poco a monte della frazione Cerva.
Altitudine m 850.


L’oratorio, ad una sola navata, presenta due finestre ai lati della porta, una nicchia affrescata ed un rosone di forma ovale; questo schema è molto frequente nelle chiese valsesiane. La facciata è affrescata su tre fasce: in quella superiore, sotto i due spioventi del tetto, è rappresentata l’Annunciazione; nella fascia mediana vi sono figure di Santi: S. Giovanni Battista, S. Antonio abate, S. Carlo e S. Pietro a sinistra, mentre a destra compaiono S. Paolo, S. Rocco, S. Bernardo da Mentone e S. Giovanni Evangelista; nella fascia inferiore è rappresentato in tre scene il Miracolo della Neve. All’interno si trova un altare ligneo e vi sono affreschi sulla volta e sulle pareti della navata.

Note storiche:
L’oratorio, costruito agli inizi del Seicento, sostituì una precedente cappella risalente al XV secolo, e viene citato per la prima volta in un verbale di visita del 1628. Gli affreschi della facciata sono attribuiti a Cristoforo Martinolio detto il Rocca e sono stati restaurati nel 1971, come si legge in una iscrizione sul lato destro della facciata.
Il termine “Giavinelle” deriva dalla voce dialettale “giavina”, che significa frana, pietraia.

Fase cronologica:
Gli affreschi della facciata sono  datati al 1616 e sono attribuiti a Cristoforo Martinolio (nato a Roccapietra verso la fine del XVI secolo), soprannominato  il Rocca dal paese di origine. Alcuni affreschi dell’interno, documentati tra il 1716 e il 1733, sono opera di Bartolomeo Carlo Borsetti (Boccioleto 1698-1759).

 

Bibliografia:
– L. Ravelli, Valsesia e Monte Rosa, Guida alpinistica – artistica – storica, Forni, Bologna 1980 (ristampa anastatica dell’edizione del 1924), pag. 85
– A cura di R. Fantoni, P. Cucciola, S. Pitto, Sentieri dell’arte sui Monti della Valsesia.  Rossa (813 m) – Alpe Sull’Oro(1263 m), Club Alpino Italiano sezione di Varallo, pagg. 10-11
– CAI Varallo, Guida degli itinerari escursionistici della Valsesia, Club Alpino Italiano sezione di Varallo, vol. 3^, pag. 86
– Per C. B. Borsetti si veda C. Debiaggi, Dizionario degli artisti valsesiani dal secolo XIV al XX, Società conservazione opere arte monumenti Valsesia, Varallo 1968, pagg. 23-24
– Guida d’Italia del Touring Club Italiano, Piemonte, Milano 1976, pag. 596.

Note:
l’oratorio è protetto a monte da un paravalanghe.

Fruibilità:
L’oratorio, un tempo meta di processioni, è aperto in occasione della festa che viene celebrata la domenica più vicina al 5 agosto.
Durante l’estate la commissione “Montagna antica, montagna da salvare” del CAI di Varallo organizza visite guidate da Rossa, nell’ambito dell’iniziativa “Sentieri dell’arte sui monti della Valsesia”. Per informazioni: CAI Varallo, via Durio 14 – 13019 Varallo (Vc) –  tel. 0163 51530,  fax 0163 54384,  e-mail: caivarallosesia@libero.it

Rilevatore: Maria Gabriella Longhetti

Data ultima verifica sul campo: settembre 2005

BOCCIOLETO (VC), frazione Fervento, local. Cunaccia. Cappella della Madonna del Ponte, con immagine di s. Antonio abate

Cappella dedicata alla Madonna del Ponte presso la località Cunaccia nel comune di Fervento in val Sermenza, in Valsesia.
La val Sermenza si apre sulla sinistra idrografica della Valsesia (Vercelli), lasciando la strada statale per Alagna all’altezza del comune di Balmuccia. Altitudine m 790 circa


La cappella, di modeste dimensioni, all’interno ha una struttura a botte e presenta sulla facciata una grande apertura ad arco, chiusa con sbarre di legno. La parete di fondo è affrescata con una Madonna in trono con il Bambino, che ha alla sua destra S. Antonio abate e alla sua sinistra S. Marco; sulla parete di destra sono affrescati S. Fabiano e S. Sebastiano accanto ad una Crocifissione. Una Maiestas Domini è rappresentata sulla parte inferiore della volta a botte, a sinistra della parete di fondo. All’esterno sono rappresentati S. Cristoforo, un santo molto presente nella decorazione delle chiese in Valsesia, e S. Giovanni Battista.

Note storiche:
La cappella è stata costruita presso la mulattiera della Val Sermenza, in prossimità del ponte sul torrente Sermenza, sul percorso che collega il fondo valle con gli alpeggi situati sulla destra idrografica della valle e che, attraverso alcuni valichi, porta in Val Grande (la parte alta della Valsesia). Era una cappella di sosta sulla via che percorrevano le mandrie per la monticazione e il ritorno a valle alla fine della stagione estiva.

Fase cronologica:
Gli affreschi sono datati al 1462 e sono attribuiti al pittore novarese Johannes de’ Campo o a Luca de’ Campo. Gli affreschi sono vicini stilisticamente a quelli della chiesa parrocchiale di Fervento intitolata a S. Antonio abate.
La cappella è stata ristrutturata entro il quarto decennio del XVIII secolo, periodo a cui risalgono gli affreschi sull’arcata d’ingresso.

 

Bibliografia:
– L. Ravelli, Valsesia e Monte Rosa, Guida alpinistica – artistica – storica, Forni, Bologna 1980 (ristampa anastatica dell’edizione del 1924), pag. 99
– D. Minonzio, Val Sermenza in Valsesia. Repertorio analitico dei dipinti murali nel medioevo, Società valsesiana di cultura,  Borgosesia 2005, pagg. 113-118

Note:
La cappella è stata restaurata nel 1993 dai volontari della commissione “Montagna antica, montagna da salvare” del CAI di Varallo, come ricorda la lapide posta sull’esterno della parete sinistra.

Fruibilità:
l’interno della cappella è visibile attraverso l’apertura della facciata.

Rilevatore: Maria Gabriella Longhetti

Data ultima verifica sul campo:  settembre 2005