BENE VAGIENNA (Cn), frazione Roncaglia. Cappella San Pietro della Roncaglia, affresco raffigurante sant’Antonio abate

Situata in aperta campagna nei pressi dell’antica Augusta Bagiennorum.

La cappella campestre intitolata a San Pietro fu eretta nel XV sec.; inizialmente a pianta quasi quadrata, venne modificata tra la fine del XVI ed il sec. successivo con l’aggiunta del campanile e di un portico in facciata, chiuso ai lati.
La cappella, che si colloca in prossimità dell’area occupata dai romani con la necropoli meridionale, fu costruita utilizzando per uno dei muri perimetrali l’acquedotto di età romana che correva rettilineo e parallelo al decumano massimo nel suo tratto extra-urbano.
Ancora oggi il manufatto è visibile, parzialmente emergente dal terreno, a lato della stradella di San Pietro, mentre va interrandosi in prossimità della città. Era dotato di una copertura voltata e captava le acque da una sorgente, mai individuata, ai piedi delle colline che separano la Piana della Roncaglia dalla valle della Stura di Demonte, e quindi da Pedona (Borgo San Dalmazzo) e dal valico della Maddalena.

Alla fase originaria è pertinente l’affresco conservato sul muro di fondo e sopra l’altare, dove sono rappresentati la Madonna col Bambino tra San Pietro e Sant’Antonio abate.
Nella cornice di tale affresco è visibile la scritta (deteriorata) che sembra presentare la data 1482.

 

Note:
Questa rilevazione è stata effettuata durante una ricognizione effettuata nell’ambito del progetto del “Nucleo di Pronto Soccorso per i Beni Culturali” di UNI.VO.C.A. il 4-aprile 2011.

Fruibilità:
Sempre aperta

Rilevatore: Valter Bonello

Data ultima verifica sul campo: 04/04/2011

COAZZE (TO), borgata Tonda. Pilone di Nunziata (loupiloun ‘d Nounsiata), dedicato alla Madonna del Rocciamelone, affresco raffigurante sant’Antonio abate

Dai laghi di Avigliana ci si dirige verso Giaveno, poi si seguono le indicazioni per Coazze; dopo circa quattro chilometri si imbocca a sinistra la strada in direzione Forno, la si segue per poco più di 2 chilometri fino alla borgata Sangonetto, dove si svolta a destra in direzione di Tonda (5 chilometri da Sangonetto, m 1120 di quota). Si parcheggia al primo tornante dopo l’abitato di Tonda, in corrispondenza di una bacheca dei geositi della Provincia di Torino. Si imbocca il sentiero, inizialmente in piano,con l’indicazione Colle del Vento – Pian Gorai (segnavia GTA ed Ecomuseo della Resistenza).
Il sentiero supera le case della borgata Dogheria e, dopo circa 40 minuti di cammino dalla partenza, giunge al pilone, che si trova sul bordo del sentiero (quota m 1330), nella prima delle tre borgate Sisi, la Sisi d’Aval (Sisi a valle).

 

Il pilone, coperto con beole, è di piccole dimensioni. Sul lato a monte è rappresentata la Madonna del Rocciamelone; sulla parete rivolta verso il sentiero, entro una edicola poco profonda, è raffigurato S. Antonio abate che, stranamente, anziché dal solito maialino è accompagnato da un galletto rosso.
Sopra l’arco dell’edicola si intravede la scritta “S. Antonio”. La struttura muraria e gli affreschi sono deteriorati e deturpati da graffiti.
Il sentiero su cui è costruito il pilone porta agli alpeggi situati più in alto, un tempo molto frequentati dai pastori con le loro mandrie e greggi: questo spiega la presenza della figura di sant’Antonio, protettore degli animali domestici.

Non esistono indicazioni che permettano di risalire alla data di costruzione.

 

Bibliografia:
Per uno studio sulla figura del santo si veda
– L. FENELLI, Dall’eremo alla stalla. Storia di Sant’Antonio Abate e del suo culto, Laterza Bari 2011.

Per informazioni sull’itinerario e notizie di carattere storico e ambientale:
– C. ROLANDO, Escursioni in Val Sangone. Sui sentieri partigiani alla scoperta di Verdelandia, Susalibri ed.. Sant’Ambrogio di Torino 2007, pagg. 65-70.

Il sentiero prosegue fino a toccare Pian Gorai (Pien Gourai, m. 1360), dove si trovano un pilone e, nella parte inferiore del pianoro, una cappella e l’Alpe Palé (lou Palèi). Lungo il percorso sono collocate bacheche che illustrano le caratteristiche geomorfologiche  del territorio. Da Pian Gorai si può continuare fino alle Alpi di Giaveno, (inferiore m 1805, superiore m 1860), e di qui raggiungere il Colle del Vento (m 2239), luogo di passaggi di partigiani e reparti tedeschi nel 1944.
Alcuni toponimi sono trascritti secondo la parlata franco provenzale del territorio di Coazze.

Rilevatore: Maria Gabriella Longhetti

Data ultima verifica sul campo: 31/03/2011

ASTI, loc. Viatosto. Chiesa di Santa Maria, affresco con sant’Antonio abate

La chiesa di Santa Maria di Viatosto è una chiesa cattolica situata ad alcuni chilometri dalla città di Asti nel Borgo Viatosto.

L’edificio fonde elementi romanici con l’inserimento di elementi gotici che si armonizzano perfettamente con le precedenti strutture. Dal sagrato, è possibile ammirare una splendida visuale della città.
Gli affreschi si possono datare a partire dal XIII secolo. I dati forniti dagli scavi archeologici, effettuati tra il 1994 e il 1997, hanno permesso di individuare almeno cinque interventi pittorici nell’interno della chiesa di Viatosto: esattamente nei secoli XIII, XIV, XV, e XIX e l’ultimo (quella con la volta stellata) nel 1906.
L’abbondanza di affreschi riproducenti la madre di Dio nell’atteggiamento materno dell’allattamento può far pensare che anticamente questa chiesa fosse meta di devozione soprattutto per chiedere la grazia del parto e il dono del latte materno, alimento indispensabile per i neonati.
Particolarmente ricco di decorazioni è il presbiterio, dove spiccano:
– nella lunetta di sinistra: San Giorgio che uccide il drago (1380-1390);
– nella lunetta di destra: L’Annunciazione;
– sulla lesena di sinistra: Madonna del latte
– sopra la porta del campanile: La leggenda di Viatosto, quasi un ex voto, in cui sant’Antonio abate, invocato contro la peste, presenta tre nobili astigiani alla Madonna.
– sulla lesena di destra: San Giovanni Battista.
Altri affreschi si trovano nella navata centrale:
– lunetta sinistra sopra l’ambone: Santa Caterina d’Alessandria presenta una devota alla Madonna seduta in trono;
– sulle lesene centrali Madonne del latte.
Nella navata laterale di destra sono presenti un velario e frammenti di pitture sulle volte.

Note storiche:
Lo storico S.G. Incisa nel suo lavoro intitolato “Asti nelle sue chiese ed iscrizioni“, datato al 1806, formula l’ipotesi che il toponimo di Viatosto derivi dalla miracolosa cessazione della peste nell’anno 1340 in Asti, che via tosto (ayatost), da quel luogo in poi, si liberò “presto” in tutta la città.
Si può pensare che anticamente Viatosto fosse un piccolo borgo raccolto attorno ad una chiesa pievana con cimitero.
Le prime notizie certe identificano la chiesa col nome di Santa Maria de Riparupta (Rivarotta) in atti del XI secolo.

Fase cronologica:
I restauri eseguiti, hanno messo in luce una struttura originaria a tre navate, con una grande abside che concludeva la navata centrale. Nella cappella sinistra del presbiterio sono stati rinvenuti scheletri umani risalenti al secolo XI, tutti sepolti rivolti a oriente.
Nel XIV secolo si ebbero le principali trasformazioni della fabbrica, che assunse una decisa impronta gotica. L’abside venne modificata a pianta pentagonale, con piccole semicolonne agli angoli. Furono poi realizzate volte a crociera su tutta la chiesa.

 

Link:
http://archeocarta.org/asti-viatosto-chiesa-di-santa-maria-ausiliatrice/

Rilevatore: Angela Crosta, Feliciano Della Mora

Data ultima verifica sul campo: 03/07/2012

MOMPANTERO (TO). Cappella nella frazione di Castagneretto, affresco con sant’Antonio abate

Sorge nella frazione totalmente abbandonata; lungo il GTA529 all’incrocio con il sentiero dei Monaci; ad un altitudine di metri 936.

 

Cappella a navata unica, di dimensione m. 2.40 x 3.30 circa (altezza al colmo  m 3.80),  probabilmente dedicata all’Annunciazione a giudicare dall’affresco della lunetta in facciata.
L’ingresso, ad arco a tutto sesto successivamente tamponato con porticina in legno, è esposto a Nord/Est. Volta a crociera, stellata. Pareti in pietra , pavimento in battuto. Pareti laterali e di fondo affrescate, in controfacciata semplice decorata con girali.

 

L’edificio è in cattivo stato di conservazione ad eccezione del tetto rifatto da pochi anni a spese di un privato benefattore e quindi in ottimo stato.
L’affresco in facciata versa in pessimo stato con gran parte dell’intonaco in fase di distacco.
All’interno su parete sinistra affresco, di discreta leggibilità, raffigurante san Sebastiano (legato a tronco incorniciato da architettura a colonne, con ai lati san Rocco e sant’Antonio abate.
Sulla cornice in basso si nota una iscrizione che riporta, tra l’altro, la datazione (1608).
Sulla parete di destra (esposizione a Sud/Ovest) è l’affresco peggio conservato (si intravede solo un  san Lorenzo) per il resto è perduto anche per la tamponatura di un altro arco preesistente su questa parete.
Sulla parete di fondo, sopra l’altare , affresco raffigurante nel registro inferiore  sant a.Lucia a destra e santa Caterina a sinistra, in discrete condizioni; nella lunetta sovrastante Crocefissione con Madonna e  san Giovanni con sullo sfondo rappresentazione della città di Gerusalemme (?). Quest’ultimo affresco presenta una ampia crepa, temo strutturale visto che la parete di fondo sorge sullo strapiombo, che parte dal vano del tabernacolo e con andamento verticale lo attraversa tutto.

Cronologia: XVI – XVII sec.

Note:
I dati sono stati estrapolati da una scheda redatta il 22-05-2011 da Renato Airasca componente del Nucleo di Pronto Soccorso per i Beni Culturali di UNI.VO.C.A.

Fruibilità:
Sempre aperta

Rilevatore: Valter Bonello

Data ultima verifica sul campo: 22/05/2011

MOMPANTERO (To), fraz. Ganduglia. Cappella dell’Immacolata, con affreschi raffiguranti sant’Antonio abate

 

Cappella di Ganduglia, frazione di Mompantero, posta nel centro abitato (abitato stabilmente) ad una altitudine di m. 940 s.l.m.


Cappella ad una navata di dimensioni m.6×5.5 (internamente m. 5×4 altezza m.3 al colmo), dedicata all’Immacolata.
Campanile a vela, volta a botte, pareti in pietra internamente intonacate, pavimento in calcestruzzo.
Restauri del 95/96 che oltre ai pavimenti hanno interessato le pareti (salvo dove si sono salvati gli affreschi) ed il tetto.

Gli affreschi sono databili nel 1727 come si legge sul cartiglio dell’affresco a fianco dell’altare.
Gli stessi contengono due immagini di Sant’Antonio Abate.

 

Note:
I dati sono stati estrapolati da una scheda redatta il 22-05-2011 da Renato Airasca componente del Nucleo di Pronto Soccorso per i Beni Culturali di UNI.VO.C.A.

Fruibilità:
La cappella è consacrata e vi si tiene un’unica funzione annua, la chiave è reperibile presso gli abitanti del luogo.

Rilevatore: Valter Bonello

Data ultima verifica sul campo: 22/07/2011