BOCCIOLETO (VC), Alpe Seccio. Oratorio di S. Lorenzo con affresco di s. Antonio abate

La chiesa si trova in una radura originariamente riservata a pascolo ed è raggiungibile in circa un’ora e mezzo di cammino su di una  mulattiera ben tracciata, partendo da Boccioleto o da Ronchi, una frazione di Boccioleto, situata poco a monte del capoluogo.
Boccioleto dista circa 14 chilometri da Varallo.
La val Sermenza si apre sulla sinistra idrografica della Valsesia (Vercelli), lasciando la strada statale per Alagna all’altezza del comune di Balmuccia.

L’alpeggio (altitudine  m 1388) è situato nella val Cavaione, valletta laterale della val Sermenza.

La chiesa, costruita con pietre a vista e coperta di lose, ha una sola navata. Parte della parete destra venne abbattuta per costruire una cappella dedicata a S. Grato, che contiene una pala d’altare con Madonna e Santi.

Le pareti interne sono decorate con affreschi: nell’abside Cristo ed episodi della vita di S. Lorenzo, sulla parete sinistra una Crocifissione, una Madonna con Bambino ed alcuni Santi, tra cui spicca S. Antonio abate, ai piedi del quale, si trova il solito maialino; sull’arco trionfale un’Annunciazione e ai due lati S. Giovanni Battista e S. Gregorio Magno; nella parete destra l’apertura della cappella di S. Grato ha mutilato un’Ultima Cena, di cui restano poche figure.

All’esterno sono affrescati una ruota della fortuna  e S. Cristoforo.

 

Materiale informativo ed illustrativo:
Guida d’Italia del Touring Club Italiano, Piemonte, Milano 1976, pag. 597
AA.VV., Conoscere la Valsesia e la Valsessera, Istituto geografico De Agostini, Novara 1990, pagg. 75,  94-97.
Opuscolo Valsesia, sentieri dell’arte, a cura della provincia di Vercelli e del CAI di Varallo, pagg. 4-5.

Note storiche:
L’abitato del Seccio, che fu uno dei più alti villaggi abitati stabilmente in Valsesia e divenne alpeggio estivo alla fine del Seicento, nacque come insediamento permanente e fu forse fondato da valligiani che volevano sfuggire alla peste che infuriò intorno alla metà del Trecento.

Un documento risalente al 1420 testimonia che a quell’epoca l’insediamento era ormai strutturato e consolidato.

Gli affreschi sono attribuiti a Johannes Andreas, un pittore proveniente forse dal Piemonte o dalla Valle d’Aosta.

Fase cronologica:
La chiesa è stata costruita nella seconda metà del Trecento e consacrata nel 1446; gli affreschi risalgono alla prima metà del Quattrocento, la cappella di S. Grato alla fine del Seicento.

 

Bibliografia:
 – L. Ravelli, Valsesia e Monte Rosa, Guida alpinistica – artistica – storica, Forni, Bologna 1980 (ristampa anastatica dell’edizione del 1924), pagg. 90-91.
– AA.VV., Percorsi tra arte e devozione – Vercelli, Vercellese,Valsesia, Vercelli pag. 188.
– (a cura di) R. Fantoni, L. e P. Carrara, S. Pitto, Sentieri dell’arte sui Monti della Valsesia.  Boccioleto (667 m) – Alpe Seccio (1388 m), Club Alpino Italiano sezione di Varallo, pagg. 10-12 .
Guida degli itinerari escursionistici della Valsesia, Club Alpino Italiano sezione di Varallo, vol. 3^, pag. 84.
– D. Minonzio, Valsermenza in Valsesia. Repertorio analitico dei dipinti murali nel Medioevo, Società valsesiana di cultura, Borgosesia 2005, pagg. 89-101.

Note:
la cappella è stata restaurata nell’anno 2000.

Fruibilità:
La chiesa solitamente è aperta solo la domenica più vicina al 10 agosto, ricorrenza di S. Lorenzo, quando vi viene celebrata la messa; è visitabile ritirando le chiavi dal parroco di Boccioleto (tel. 0163 75136).
Durante l’estate la commissione “Montagna antica, montagna da salvare” del CAI di Varallo organizza visite guidate da Boccioleto all’alpe Seccio, nell’ambito dell’iniziativa “Sentieri dell’arte sui monti della Valsesia”.

Per informazioni: CAI Varallo, via Durio 14 – 13019 Varallo (Vc) –  tel. 0163 51530,  fax 0163 54384,  e-mail: caivarallosesia@libero.it

Rilevatore: Maria Gabriella Longhetti

Data ultima verifica sul campo: 01/09/2005

ALAGNA VALSESIA, Riva Valdobbia (VC), loc. S. Antonio. Oratorio S. Antonio abate

Il 1 gennaio 2019 il Comune di Riva Valdobbia è stato incorporato in quello di Alagna Valsesia.

La val Vogna si apre sulla destra idrografica della Valsesia, circa tre chilometri prima di Alagna, all’altezza del comune di Riva Valdobbia. Lasciata la statale, si percorre la carrozzabile fino al parcheggio sottostante la frazione Ca’di Janzo (m 1354), poi si imbocca una strada che ha cancellato l’antica mulattiera e che è percorribile con l’auto solo a chi è munito di permesso; in circa 15 minuti di cammino si giunge alla frazione S. Antonio (m 1381).
L’oratorio è situato in una piazzetta al centro dell’abitato, ed ha alla sua sinistra un edificio ora sede del posto tappa della GTA (Grande traversata delle Alpi), un tempo abitazione del cappellano e scuola elementare.
https://goo.gl/maps/vQECftwt4Vy4n1Fd9

L’oratorio, a pianta rettangolare e con tetto a capanna coperto di lose, ha un campanile sul lato sinistro ed è affrescato su tutta la facciata. Ai lati del portale, che ha un timpano a triangolo spezzato sovrastato da un lunotto, si aprono due finestre.
Al centro della facciata, all’interno di una nicchia affrescata, è rappresentato S. Antonio abate, che ha ai lati S. Michele e S. Bernardo; sotto il Santo vi è la scritta “DIVO ANTONIO”; sul frontone è affrescata la Madonna Immacolata. Quattro colone corinzie affrescate dividono in scomparti lo spazio della facciata.

All’interno il paliotto in tela dell’altare raffigura S. Antonio abate
La tela che era la pala d’altare, con la Madonna con Bambino tra S. Antonio abate e S. Michele è stata ritirata.
L’altare, con tre nicchie fiancheggiate da colonne tortili, ha al centro una statua di S. Antonio abate.

Note storiche:
L’oratorio, uno dei più antichi della val Vogna, è citato in occasione di una visita pastorale del 1618; l’ampliamento è stato benedetto nel 1851.

Fase cronologica:
Il corpo centrale dell’oratorio risale agli inizi del XVII secolo; l’abside, la facciata e gli affreschi, frutto di un ampliamento posteriore, sono stati terminati nel 1851.

 

Bibliografia:
– L. Ravelli, Valsesia e Monte Rosa, Guida alpinistica – artistica – storica, Forni, Bologna 1980 (ristampa anastatica dell’edizione del 1924), pag. 247.
– A cura di A. Ferla, Sentieri dell’arte sui Monti della Valsesia. Val Vogna Alta Via dei Walser (a quota 1500 m), Club Alpino Italiano sezione di Varallo.

Note:
Lungo il percorso da Ca’ di Janzo a S. Antonio si trovano le frazioni di Ca’ Piacentino, Ca’ Morca e Ca’ Verno, con costruzioni tipiche dei Walser.
Altre info sule frazioni: RIVA VALDOBBIA-Valvogna-Sentiero-dell’arte.pdf

Fruibilità:
L’oratorio è aperto nel periodo estivo; la festa è celebrata il 17 gennaio. Durante l’estate la commissione “Montagna antica, montagna da salvare” del CAI di Varallo organizza visite guidate  con partenza da Ca’ di Janzo, nell’ambito dell’iniziativa “Sentieri dell’arte sui monti della Valsesia”. Per informazioni: CAI Varallo, via Durio 14 – 13019 Varallo (Vc) –  tel. 0163 51530,  fax 0163 54384,  e-mail: caivarallosesia@libero.it

Rilevatore: Maria Gabriella Longhetti

Data ultima verifica sul campo: 13/08/2006 – aggiornam. 19/12/2021

BOCCIOLETO (VC), fraz. Ronchi. Oratorio della Madonna delle Grazie, con immagine di s. Antonio abate

L’oratorio si trova su di una piccola spianata, lungo la mulattiera per Ronchi ,frazione di Boccioleto in val Sermenza, una valle laterale della Valsesia. Altitudine m 814.
La val Sermenza si apre sulla sinistra idrografica della Valsesia, lasciando la strada statale per Alagna all’altezza del comune di Balmuccia. La frazione Ronchi di Boccioleto (altitudine m 814) si trova a monte del capoluogo, da cui dista circa 1 km, ed è raggiungibile per strada carrozzabile o per mulattiera.


La facciata dell’oratorio presenta uno schema assai frequente in Valsesia: il portale, che ha frontone spezzato e cornici in pietra, è affiancato da due finestre e da due panche in pietra ed è sovrastato da una nicchia affrescata e da un rosone; inoltre la facciata è completamente affrescata.  Gli affreschi, che hanno sostituito quelli originari, sono disposti su due fasce: sulla fascia superiore, situata immediatamente al di sotto degli spioventi del tetto, è raffigurata un’Annunciazione, che ha ai lati due Sante; nella fascia inferiore sono rappresentati a sinistra i Santi Giovanni Battista, Carlo Borromeo e Ambrogio, a destra S. Antonio abate, S. Francesco d’Assisi e S. Defendente; nella nicchia centrale è rappresentata la Madonna delle Grazie con il Bambino.

Note storiche:
La chiesa attuale è citata per la prima volta nel 1617 e venne costruita su una precedente cappella, già ricordata in alcuni atti testamentari del XVI secolo. Un primo ampliamento risale al 1637, mentre la sacrestia venne costruita nel 1702.

Fase cronologica:
Al XVII secolo risalgono alcune  tele che rappresentano la Madonna con il Bambino. Sulla facciata compare la data “1799 18 marzo”; gli affreschi sono opera di Giovanni Avondo di Balmuccia, un pittore locale capostipite di una famiglia di artisti molto attivi in Valsesia tra la fine del Settecento e l’Ottocento.

Cronologia: XVII-XVIII secolo

Bibliografia:
– A cura di R. Fantoni, L. e P. Carrara, S. Pitto, Sentieri dell’arte sui Monti della Valsesia.  Boccioleto (667 m) – Alpe Seccio (1388 m), Club Alpino Italiano sezione di Varallo, pag. 5.
– AA.VV., Percorsi tra arte e devozione – Vercelli, Vercellese ,Valsesia, Vercelli pag. 188.
– CAI Varallo, Guida degli itinerari escursionistici della Valsesia, vol. 3^, pag. 82.
– Per G. Avondo si veda C. Debiaggi, Dizionario degli artisti valsesiani dal secolo XIV al XX, Società conservazione opere arte monumenti Valsesia, Varallo 1968, pagg. 7-8.
– Opuscolo Valsesia, sentieri dell’arte, a cura della provincia di Vercelli e del CAI di Varallo, pag. 3

Fruibilità:
Durante l’estate la commissione “Montagna antica, montagna da salvare” del CAI di Varallo organizza visite guidate da Boccioleto all’alpe Seccio, nell’ambito dell’iniziativa “Sentieri dell’arte sui monti della Valsesia”. Per informazioni: CAI Varallo, via Durio 14 – 13019 Varallo (Vc) –  tel. 0163 51530,  fax 0163 54384,  e-mail: caivarallosesia@libero.it

Rilevatore: Maria Gabriella Longhetti

Data ultima verifica sul campo: 01/09/2006

BOCCIOLETO (VC), frazione Fervento. Chiesa di S. Antonio abate

La val Sermenza si apre sulla sinistra idrografica della Valsesia (Vercelli), lasciando la strada statale per Alagna all’altezza del comune di Balmuccia. Fervento dista circa 18 km da Varallo e si trova ad un’altitudine di m 791.
La chiesa parrocchiale intitolata a S. Antonio Abate sorge nella frazione Fervento del comune di Boccioleto in val Sermenza, in Valsesia. La chiesa è situata nel centro abitato, lungo la strada della val Sermenza, Via G.B Zali, 37
https://goo.gl/maps/pbQa3pUgoDUqY7bv6

La chiesa ha tre navate con un portico sulla facciata e un imponente campanile. Sul fianco sinistro, parete nord, portico, vi sono due affreschi: il primo  rappresenta  S. Cristoforo, un santo molto presente nella decorazione delle chiese in Valsesia, tra S. Antonio abate e una Crocifissione; nel secondo è raffigurato S. Antonio abate, al di sotto del quale vi è la scritta “protector noster”.

Note storiche:
La chiesa, fondata probabilmente nel XIV secolo, è stata poi ampliata tra la fine del XVI secolo e il 1617; nell’anno 1600, come è testimoniato da una lapide, è stato elevato il  campanile.
Un secondo intervento è stato iniziato nel 1685, e a questo risale l’aspetto attuale della chiesa.

Della costruzione primitiva restano gli affreschi della seconda metà del Quattrocento con S. Cristoforo, S. Antonio abate e una Crocifissione, attribuiti ad un pittore dell’ambito di Johannes de’ Campo, un artista novarese; gli affreschi sono vicini stilisticamente a quelli della cappella della Madonna del Ponte presso la località Cunaccia di Fervento.


Dimensione: 186,5 x 86 cm (senza cornice); 192,5 x 97 cm (con cornice)
Lo stato di conservazione del dipinto rende difficile una lettura stilistica; sono comunque ravvisabili caratteri che lo riconducono all’ambito della cultura di Johannes De Campo, elementi utilizzati anche per la datazione.
Questo affresco presenta strette affinità iconografiche e stilistiche conquello, di analogo soggetto, presente nell’anti-sagrestia della Basilica di San Giulio, Orta, Isola di San Giulio.
Bibliografia: Amerio, 1962, p. 20 ; Minonzio, 2005, p. 111.

 

Il secondo affresco, che rappresenta S. Antonio abate con la scritta “protector noster”, risale probabilmente all’ultima sistemazione della chiesa, avvenuta alla fine del XVII secolo.

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Nella casa parrocchiale è conservato un olio su tela settecentesco, di 88 x 73 cm, raffigurante Sant’Antonio abate.

 

Bibliografia:
– L. Ravelli, Valsesia e Monte Rosa, Guida alpinistica – artistica – storica, Forni, Bologna 1980 (ristampa anastatica dell’edizione del 1924), pag. 99.
– AA.VV., Percorsi tra arte e devozione – Vercelli, Vercellese ,Valsesia, Vercelli pag. 188.
– D. Minonzio, Val Sermenza in Valsesia. Repertorio analitico dei dipinti murali nel medioevo, Società valsesiana di cultura,  Borgosesia 2005, pagg. 109-112.
-Guida d’Italia del Touring Club Italiano, Piemonte, Milano 1976, pag. 597.
-AA.VV., Conoscere la Valsesia e la Valsessera, istituto geografico De Agostini, Novara 1990, pagg. 75

Fruibilità:
la chiesa è aperta durante la celebrazione delle messe

Rilevatore: Maria Gabriella Longhetti

Data ultima verifica sul campo: 01/09/2006

 

ALAGNA VALSESIA (Vc), sentiero per rifugio Barba Ferrero. Pilone della Madonna della Neve con statua di s. Antonio abate

Il pilone (quota m 1818) si raggiunge con meno di un’ora di cammino dal piazzale dell’Acqua Bianca (a m 1500 di quota, così chiamato per la presenza di una cascata); per giungere in questa località occorre lasciare l’auto al parcheggio della frazione Merletti (m 1271, due chilometri da Alagna), oltre cui la strada è percorribile con l’auto solo a chi è munito di permesso; si può proseguire a piedi lungo la carrozzabile oppure servirsi della navetta, che funziona quotidianamente solo nel mese di agosto per raggiungere il sentiero che porta agli alpeggi dell’alta valle del Sesia ed al rifugio Barba Ferrero.


Il pilone, di dimensioni ridotte, è addossato alla parete rocciosa ed è chiuso da una grata di ferro; è costruito in muratura e ha una copertura in lose. All’interno si trovano un bassorilievo ligneo con l’immagine della Madonna della neve e una statuetta, forse in pietra, di S. Antonio abate, che ha nella mano sinistra il bastone a forma di tau con la campanella, mentre ai suoi piedi si trova il maiale

Note storiche:
La collocazione della statua di S. Antonio nel pilone probabilmente è in relazione con la presenza dell’oratorio dedicato al Santo, che si trova lungo la strada tra Alagna e il piazzale dell’Acqua Bianca. L’oratorio è il punto di arrivo della processione  walser del Rosario Fiorito, mentre il pilone è situato nella piccola radura da cui parte la processione, istituita nel 1683, che rappresenta il ringraziamento alla Madonna per la protezione accordata alle mandrie durante l’estate, ed ha luogo ogni anno la prima domenica di ottobre.

Fase cronologica:
L’anno della costruzione è il 1946, come è riportato in una targa murata sopra la nicchia.

Rilevatore: Maria Gabriella Longhetti

Data ultima verifica sul campo: 22/08/2006