COLLOCAZIONE IGNOTA. “La tentazione di sant’Antonio”di J.I. Van Swanenburg, 1617-20
Olio su tela di 89 x 118 cm.
La Casa d’aste Lempertz vendette nel 2016 (lotto 1248 D) un dipinto, proveniente da una Collezione privata di Firenze, raffigurante la Tentazione di sant’Antonio abate, attribuito a Jacob Isaacsz van Swanenburg (1571 – 1638), un pittore, disegnatore e mercante d’arte olandese. Era noto per le sue vedute della città, dipinti storici , scene religiose cristiane e ritratti. Trascorse una parte sostanziale della sua prima carriera in Italia prima di tornare nella sua nativa Leida. Fu maestro del giovane Rembrandt.
“La presente composizione deriva da un’incisione speculare di Jacques Callot datata 1617, di cui esistono solo cinque esemplari. Callot realizzò l’incisione mentre lavorava a Firenze per la famiglia Medici. Un’ulteriore versione del motivo riferito solo in parte all’incisione è conservata nella collezione della Banca Credem di Reggio Emilia.
Il confronto stilistico con un’opera di questa collezione con il monogramma “IVS” permette di attribuire il presente pezzo a Jacob van Swanenburgh, che viaggiò in Italia nel 1591 e visse tra Venezia e Napoli per 20 anni dopo la sua formazione sotto il padre. Il riferimento all’incisione di Callot, alla fattura della tela e alla sua primitura ci consentono di datare l’opera in modo relativamente sicuro tra il 1617 e il 1620, periodo durante il quale Swanenburg lasciò l’Italia per tornare a Leida.
L’opera raffigura la Tentazione di sant’Antonio, soggetto popolare fin dal X secolo, che veniva spesso utilizzato per indicare i pericoli del peccato carnale o come immagine del memento mori.”