MILANO. Pinacoteca di Brera, scomparto dal “polittico di San Domenico di Camerino” con s. Antonio abate, di C. Crivelli, 1482

Tempera e olio su tavola, scomparto di predella di polittico di 26 x 62 cm
Opera di Carlo Crivelli (Venezia, 1430? – Ascoli Piceno, 1495).
L’opera, assieme ad altre, proviene dallo smembrato “Polittico di San Domenico di Camerino
Gli scomparti sono i seguenti. Una ricostruzione a destra in basso.

  • Madonna col Bambino che stringe un fringuello, 190×78 cm, Milano, Pinacoteca di Brera con firma e data
  • Santi Pietro e Domenico, 170 x 60 cm, Milano, Pinacoteca di Brera
  • Santi Pietro martire e Venanzio, 170 x 60 cm, Milano, Pinacoteca di Brera
  • Santi Antonio abate, Girolamo e Andrea, 25  x62 cm, Milano, Pinacoteca di Brera (scomparto della predella)
  • Santi Giacomo maggiore, Bernardino da Siena e Nicodemo, 25 x 60 cm, Milano, Pinacoteca di Brera (scomparto della predella)
  • Arcangelo Gabriele, 54 x 38 cm, Francoforte, Städel
  • Vergine annunciata, 54 x 38 cm, Francoforte, Städel
  • Resurrezione, 50 x 70 cm, Zurigo, collezione Abegg-Stockar

 

S. Antonio è raffigurato a sinistra, con una grossa campana, un nodoso bastone e la tau sul mantello; mostra un’espressione corrucciata.

 

«Realizzata nel 1482 per la chiesa di San Domenico a Camerino, l’opera, imponente e preziosa nello stile, segna il culmine di un percorso iniziato alla metà degli anni Settanta, che vede armoniosamente uniti uno squillante decorativismo, un’ambiguità illusiva che confonde realtà e finzione e una solida impaginazione costruttiva.

Firma e data sotto la “Madonna col Bambino che stringe un fringuello”. Milano, Brera

La sfarzosità degli inserti di materiali preziosi è felicemente bilanciata dalla simmetria della suddivisione in pannelli e dalla monumentalità della resa anatomica. L’ostentata magnificenza dell’opera corrisponde a una volontà ideologica e politica: in quegli anni Camerino, retta dall’episcopato di Fabrizio da Varano, si trovava in piena competizione con la vicina Urbino, gareggiando così nell’esibizione del fasto, anche sul piano artistico. L’opera riesce così a riunire esigenze di carattere prettamente devozionale, con la presentazione delle glorie domenicane (Pietro Martire e Domenico) e delle tradizionali autorità gerarchiche (Pietro con le massicce chiavi dorate e i santi della predella) con esigenze legate alla sfera politica, come attesta la presenza del patrono cittadino Venanzio.
L’opera, in passato, è stata interessata da due importanti restauri, risalenti il primo al 1824 e il secondo agli anni Cinquanta del Novecento. Il primo si è rivelato cruciale per la storia del dipinto: ha compreso infatti una nuova doratura, il re-inserimento di diversi materiali (paste di vetro a imitazione di pietre pregiate, perle dette “di Roma”) e, infine, una re-incorniciatura di gusto neo-rinascimentale, mantenuta fino al dopoguerra.
Il restauro odierno ha interessato in primo luogo il supporto. In seguito a una fitta sequenza di indagini, riflettografiche e stratigrafiche, si è potuto appurare che i pannelli sono stati ridotti di qualche centimetro rispetto alle dimensioni originarie. Il supporto delle tavole è stato rafforzato con listelli, rimediando ai danni provocati dal restauro novecentesco; si è infine proceduto alla sostituzione delle antiche traverse, con un sistema di contenimento che consentisse i naturali movimenti del legno, e alla restituzione di continuità al supporto.
Per la superficie pittorica, che godeva di un buono stato di conservazione, è stata sufficiente una rimozione di depositi atmosferici, vernici e patinature, in modo da valorizzare l’originaria qualità cromatica del dipinto.» (1)

 

Link:
(1) https://restituzioni.com/opere/trittico-di-san-domenico/

https://sammlung.staedelmuseum.de/en/work/the-angel-of-the-annunciation

https://it.wikipedia.org/wiki/Polittico_di_San_Domenico_di_Camerino


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