PRATOVECCHIO STIA (AR). Pieve di S. Maria Assunta, dipinto con s. Antonio abate, 1460 circa
Nel 2014 i comuni di Stia e Pratovecchio si sono fusi a formare il nuovo comune “Pratovecchio Stia”.
La chiesa, ricordata già nel 1017 in un documento che menziona la Plebe S. Marie sito Stagia, che leggende popolari attribuiscono all’iniziativa della duchessa Matilde di Toscana. L’attuale pieve fu riedificata sopra a quella primitiva intorno al 1150 dai Conti Guidi che nei pressi vi fecero costruire il loro sepolcreti.
Negli anni settanta del XVIII secolo la chiesa subì profonde modificazioni: all’interno fu distrutta l’antica abside, che fu sostituita nel 1772 da una cappella a pianta quadrata voltata, preceduta da una balaustrata realizzata nel 1773 da Sebastiano Giovannozzi da Settignano. La copertura a capriata fu sostituita con volte affrescate e nelle navate laterali furono collocati altari tardo barocchi.
Tra il 1970 e il 1974 furono effettuati lavori di restauro che riportarono, per quanto possibile, l’edificio alle originarie forme romaniche. La facciata e l’abside sono rimaste quelle tardo settecentesche.
Nella cappella a sinistra di quella presbiteriale vi è una tavola con la Vergine col Bambino e due Angeli, attribuita a Cimabue, al suo ambiente o alla giovinezza di Giotto, risalente all’ultimo decennio del XIII secolo.; sulla parete destra c’è un altorilievo in terracotta invetriata con la Madonna col Bambino di Andrea della Robbia, del 1490 circa.
Alla parete sinistra della stessa cappella è una Vergine in Trono col Bambino e Santi di Lorenzo di Giovanni di Nofri già detto Maestro di San Miniato, databile al 1460 circa che era nella chiesa di Sant’Andrea Corsini a Gaviserri. II Maestro di San Miniato, recentemente ricondotto al nome di Lorenzo di Giovanni di Nofri (cfr: Anna Maria Bernacchioni, Tradizione e arcaismi: le forme della tradizione; pittori fra continuità e innovazioni, in Maestri e botteghe. Pittura a Firenze alla fine del Quattrocento, catalogo della mostra a cura di Mina Gregori; Antonio Paolucci; Cristina Acidini Luchinat – Firenze, Palazzo Strozzi, 16. 10. 1992- 10. 1. 1993 -, Cinisello Balsamo 1992) fu un pittore documentato dal 1465 al 1512; nel 1465-66 risultava allievo di Neri di Bicci (Firenze 1418/20 – 1492) e nel 1472 aveva una bottega in proprio “al canto dei Servi” a Firenze. Le sue opere risentono in modo significativo delle esperienze di Filippo Lippi (Firenze 1406 – Spoleto 1469) e del Pesellino (Firenze 1422 c. – 1457).
La figura di sant’Antonio abate è a destra, identificata dalla scritta sottostante e dal maialino ai piedi. Il Santo tiene nella mano destra un bastone a tau cui è appesa una campanella, nella sinistra un libro rosso chiuso.
Link:
https://it.wikipedia.org/wiki/Pieve_di_Santa_Maria_Assunta_(Stia)
Segnalazione:
Albertino Martignon