SAN MARTINO DEL LAGO (CR), frazione Caruberto. Santuario di Santa Maria Nascente con immagini di s. Antonio abate, XV secolo
Sulla parete destra della navata, vi sono due affreschi con la figura di sant’Antonio abate, il primo, mutilo nella parte inferiore, lo raffigura mentre tiene con la destra un bastone a tau e con la sinistra un libro. L’affresco presenta la Madonna assisa con Gesù Bambino, alla destra un riquadro con i santi evangelisti Giovanni e Matteo, e all’estrema destra un riquadro, più basso dei precedenti, con s. Antonio. (fotografie in alto e a destra).
Datato alla prima metà del XV secolo. Misura 115 x 62,3 cm.
Una seconda immagine di s. Antonio si trova , proseguendo verso l’abside, al fianco destro di una Madonna col Bambino sulle ginocchia. Il Santo, barba bianca biforcata e saio scuro, tiene il libro con la mano sinistra e il bastone con la destra.
Pur non essendovi informazioni precise in merito all’epoca di costruzione della chiesa, la presenza al suo interno di un affresco datato 1423 ed il fatto che sia uno dei meno antichi, fanno propendere gli esperti per una datazione collocabile tra la fine del XIV secolo e gli inizi del XV secolo.
Divenne parrocchia nel 1451 per poi successivamente confluire nella parrocchia di Sant’Agata di San Martino del Lago il 17 luglio 1986 con decreto di monsignor Enrico Assi, vescovo di Cremona.
L’esterno dell’edificio è piuttosto semplice, affiancato a destra dalla torre campanaria aggiunta nel 1847. La facciata è a capanna, con una tipica decorazione di archetti pensili che corre lungo tutta la parte superiore.
Il coro è coperto da volta, come nel piccolo locale ad uso di sacrestia, che presenta un volto a crociera, con costoloni. L’unica navata è invece a soffitto piatto, sostenuto da travetti che fungono da rinforzo ma anche da decorazione. La soffittatura è opera settecentesca, che copre la travatura a vista originaria. In quell’epoca fu chiuso il rosone della facciata, tagliato dalla nuova soffittatura, e venne aperta al suo posto una finestra per dare luce all’interno.
All’interno numerosi affreschi, circa quaranta, quasi tutti di ispirazione mariana e di autori sconosciuti e differenti, commissionati probabilmente come ex voto. Alcuni studiosi li collocano verso la fine del Quattrocento; altri ne danno una datazione di molto anteriore. La raffigurazione della Madonna segue quasi interamente il medesimo schema: la Vergine seduta con il Bambino in grembo che carezza il volto della Madre o succhia il latte. Da notare che in parecchie di queste figure mariane le mani della Madonna richiamano molto la caratteristica delle cosiddette mani a forchetta, di sapore bizantineggiante.
Gli affreschi, che coprivano tutte le pareti della chiesa fino al pavimento, furono coperti da una totale imbiancatura, quasi sicuramente a seguito di qualche pestilenza. Furono riscoperti e riportati alla luce negli anni fra il 1920 e il 1930, con un lavoro di recupero condotto spesso in maniera inadeguata, di modo che molto si è salvato, ma molto si è deteriorato. Si aggiunga l’usura dovuta inoltre all’umidità dell’ambiente, che fortunatamente in anni recenti viene periodicamente arieggiato.
Ai danni del tempo e del clima si devono sommare gli scellerati interventi effettuati nella prima metà del Novecento, quando furono create lungo le pareti delle nicchie per ospitare statue dl santi, opere che hanno distrutto ampie superfici di affreschi.
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