BUTTIGLIERA ALTA/ROSTA (To): Precettoria di Sant’Antonio di Ranverso. Scheda 1(Il polittico di D. Ferrari)

Per giungere alla Precettoria si segue la statale 25 del Moncenisio e, pochi chilometri dopo Rivoli Torinese, si imbocca sulla sinistra un viale alberato (indicazione Rosta).
La Precettoria è situata al centro di una zona agricola, tra i comuni di Buttigliera Alta e Rosta; il confine passa in corrispondenza del campanile.

 

La facciata della chiesa, decorata da motivi dipinti a punta di diamante e da due grandi tau, presenta tre portali a sesto acuto a cui si sovrappongono le ghimberghe, sormontate da un pinnacolo; ai lati della ghimberga centrale, la cui sommità copre parzialmente un rosone, si aprono due finestre monofore.
Una ricca decorazione in terracotta orna le ghimberghe e gli altri elementi architettonici della facciata.
I portali danno accesso ad un portico, coperto da volte a crociera decorate con affreschi cinquecenteschi, che rappresentano il trasporto del corpo di S. Antonio Abate da Costantinopoli alle coste francesi.
Sul fianco sinistro della chiesa si innalza un campanile suddiviso in cinque piani, al culmine del quale una banderuola metallica rappresenta S. Antonio.

Al fianco meridionale della chiesa è addossato un piccolo chiostro, coperto con volte a crociera, che si apre sul giardino.

 

L’interno della chiesa presenta tre navate divise da pilastri che sostengono volte a crociera, un presbiterio ed un’abside poligonale. Sul lato sinistro del presbiterio si apre una porta che conduce alla cappella ora adibita a sacrestia.
Le pareti sono decorate con affreschi di diversi autori ed epoche, in cui sono numerose le immagini di S. Antonio abate. Un affresco quattrocentesco sulla parete sinistra della navata centrale, sopra l’arco d’ingresso della seconda cappella, rappresenta la Madonna con il Bambino, che ha alla sua destra S. Antonio e alla sua sinistra S. Bernardino da Siena.

Sulla parete sinistra del presbiterio S. Antonio è raffigurato sullo sguincio della finestra a sinistra dell’affresco con la Madonna in trono; sulla parete destra del presbiterio, per mano di Giacomo Jaquerio, autore di tutta la decorazione del presbiterio, sono illustrati episodi della vita di S. Antonio, nei quali hanno una parte rilevante le tentazioni subite dal Santo.

Per gli affreschi vedi scheda 2: https://www.santantonioabate.afom.it/buttigliera-altarosta-to-precettoria-di-santantonio-di-ranverso-scheda-2/

 

IL POLITTICO DI DEFENDENTE FERRARI collocato sopra l’altare raffigura nello scomparto centrale la Natività, a destra S. Rocco e a sinistra S. Antonio, che regge con la mano sinistra un bastone e con la destra una campanella, mentre ai suoi piedi si vedono un maiale e una fiamma stilizzata; in alto si trovano a sinistra S. Sebastiano e a destra S. Bernardino da Siena. Nella predella del polittico sono illustrati sette episodi della vita di S. Antonio, che riprendono le scene analoghe presenti sulla parete destra del presbiterio. Sulle ante laterali, entro le quali il polittico può essere chiuso, sono rappresentate figure di santi, tra cui S. Antonio insieme a S. Paolo Eremita.
Per approfondire, vedi :
http://www.defendenteferrari.afom.it/portfolio/buttigliera-alta-rosta-to-santantonio-di-ranverso-pala-daltare-descrizione/
http://www.defendenteferrari.afom.it/portfolio/buttigliera-alta-rosta-to-precettoria-di-santantonio-di-ranverso-pala-daltare/

 

Nel presbiterio è collocata una statua di S. Antonio, in legno dipinto di colore scuro; il Santo, che indossa l’abito dell’Ordine Antoniano, con la mano destra regge il bastone con la Tau, mentre nella sinistra tiene il libro con la regola dell’Ordine. Ai piedi del Santo un maiale è rappresentato in dimensioni ridotte. (Vedi immagine in basso)

 

Materiale informativo ed illustrativo:
Davanti alla facciata dell’ospedale, nel portico della chiesa e all’interno sono collocati pannelli illustrativi realizzati a cura dell’associazione Amici della Fondazione Ordine Mauriziano (AFOM).

Note storiche:
La Precettoria venne fondata tra il 1180 ed il 1185 per volere del conte Umberto III di Savoia, che la fece costruire presso la Via Francigena e la affidò all’ordine francese dei canonici Antoniani, che a Ranverso erano guidati da un precettore. Essi derivavano il loro nome da S. Antonio Abate e si dedicavano alla cura delle malattie, in modo particolare dell’ergotismo o fuoco di S. Antonio. Gli Antoniani medicavano le ferite provocate da questa malattia con il grasso di maiale; ecco perché alla figura di S. Antonio è spesso associato un maialino. La natura particolare del male curato, cioè il “fuoco”, e la conseguente amputazione degli arti inferiori colpiti da cancrena, spiegano perché il Santo è spesso rappresentato con una fiamma stilizzata e con un caratteristico bastone a forma di una “tau”, la lettera greca che, oltre ricordare la croce, rappresenta la stampella usata dagli ammalati a cui era stata amputata una gamba. Queste immagini, insieme alla campanella usata dagli Antoniani, compaiono frequentemente nella decorazione della Precettoria.

Fase cronologica:
L’aspetto odierno della chiesa è il risultato di numerosi ampliamenti, che, dopo la fondazione avvenuta alla fine del XII secolo, si sono succeduti a partire dal XIII secolo e che sono culminati nel XIV con la costruzione delle navate laterali, della cappella adibita a sacrestia e del portico, mentre l’abside poligonale risale alla fine del XV secolo. Gli interventi più significativi nella decorazione affrescata risalgono ai primi decenni del XV secolo grazie all’opera di Giacomo Jaquerio, chiamato a lavorare nella Precettoria dal duca Amedeo VIII di Savoia; egli è autore degli affreschi situati nel presbiterio, nella cappella adibita a sacrestia e in due cappelle delle navate laterali, con episodi della vita della Vergine ed il ciclo dedicato a S. Biagio. La statua di S. Antonio è stata eseguita tra la fine del XIV secolo e gli inizi del XV, probabilmente in Francia. Il polittico dell’altare è stato donato alla Precettoria dalla comunità di Moncalieri nel 1531.

Gli interventi sulla struttura della chiesa vanno dalla fine del XII secolo all’inizio del XVI; la facciata dell’ospedale risale al XV secolo, il fabbricato attuale del convento al XVIII. Gli affreschi che rappresentano S. Antonio abate risalgono al XV secolo, la statua del Santo è databile tra il XIV e il XV secolo; il polittico dell’altare è del XVI secolo.

Cronologia: XII, XIII. XIV, XV, XVI, XVIII.

Bibliografia:
I. Ruffino, Le origini della precettoria antoniana di Ranverso (Torino), in BSBS, Torino anno L (1952), pagg. 25-51
I. Ruffino, Studi sulle precettorie antoniane piemontesi. S. Antonio di Ranverso nel XIII secolo, in BSBS, Torino anno LIV (1956), pagg. 1-38
A. Griseri, Jaquerio e il realismo gotico in Piemonte, Torino 1965
E. Castelnuovo, Giacomo Jaquerio e l’arte nel ducato di Amedeo VIII, in E. Castelnuovo e G. Romano (a cura di), Giacomo Jaquerio e il gotico internazionale, Torino 1979, pagg. 34-42
G. Gritella (a cura di), Il colore del gotico, Savigliano 2001
E. Pagella – E. Rossetti Brezzi – E. Castelnuovo, Corti e città. Arte del Quattrocento nelle Alpi occidentali, Milano 2006, pag. 246, fig. 139

Link:  http://www.afom.it
http://www.ordinemauriziano.it/precettoria-di-s-antonio-ranverso

Email: info@afom.it

Note:
La chiesa è stata sottoposta ad un restauro, attuato tra il 1999 e il 2001, che ha interessato parte delle strutture murarie, il tetto, la facciata, il lato nord, le formelle ed i cicli pittorici dedicati a S. Antonio Abate e a S. Biagio.

Fruibilità:
L’orario di visita della chiesa è il seguente: 9-12,30; 15-17,30; ultimo ingresso rispettivamente alle ore 12 e alle 17. Giorno di chiusura il lunedì (controllarne l’attualità).

Rilevatore: Maria Gabriella Longhetti

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SANT’ANTONINO DI SUSA (To). Cappella di Sant’Antonio abate

In bassa Val di Susa. S. Antonino è situato sulla statale 25 del Moncenisio, ad una altitudine di m 380.
La cappella si trova in  Piazza sant’Antonio, 6. La piccola piazza si apre su di un lato della strada principale che attraversa l’abitato (Via Torino).
https://goo.gl/maps/qnexwtp3wfqKLMAf8

La cappella presenta un facciata semplice con un frontone neoclassico; il portale ligneo, con architrave e piedritti in pietra, è affiancato da due finestre, al di sopra delle quali, all’interno di nicchie, sono collocate due statue: a sinistra S. Antonio abate e a destra san Desiderio.
Sant’Antonio indossa un saio chiaro ed un mantello con cappuccio, e regge con la mano sinistra contro il petto un libro, che sta ad indicare il sostegno derivante dalle Sacre Scritture nella lotta contro le tentazioni; ai suoi piedi si trova il maialino. Alle estremità della facciata sono addossate due lesene con capitelli dipinte di bianco, colore che è ripreso nel frontone con cornici aggettanti, di sotto al quale si apre un rosone ovoidale. Sul lato sinistro del tetto è impostato un piccolo campanile.

 

Note storiche:
Il primo nucleo abitativo conosciuto nella storia di Sant’Antonino risale allo sviluppo medievale degli spazi destra della Dora, tra Avigliana e Bussoleno passando per Sant’Ambrogio, Sant’Antonino e San Giorio. Questo sviluppo contribuì alla formazione del borgo Sant’Agata, la cui nascita viene collocata nell’Alto Medioevo (476 d.C. – 1000 d.C.).
Questo luogo  era l’antica sede della prevostura di San Desiderio.
Nel 1043 il marchese Enrico e la sua consorte, signori di San Giusto di Susa, donarono ai canonici di Sant’Agostino la chiesa che attualmente si trova al centro del paese (la Parrocchiale di Sant’Antonino). Per molti secoli, il paese di Sant’Antonino è stato soggetto alle due maggiori fondazioni monastiche della Valle di Susa, vale a dire, San Giusto di Susa e San Michele della Chiusa. Le due parti possedevano rispettivamente un terzo del territorio, formato dall’antica chiesa minore di San Desiderio (già Sant’Agata), e gli altri due terzi posseduti da San Michele della Chiusa, formati dalla chiesa parrocchiale. Per diversi secoli le due fondazioni si scontrarono per ottenere il controllo del paese, con numerosi interventi pacificatori da parte dei vescovi di Torino, di Moriana e del papa. Nel 1297 si arrivò ad una definitiva risoluzione della situazione, con l’assegnazione definitiva della prevostura a San Michele della Chiusa.
L’antica prevostura governava un terzo del territorio ma ebbe vita breve, già a metà del ‘600 infatti risulta inesistente e gli edifici  e la chiesa di San Desiderio erano gravemente compromessi a causa dell’incuria dei monaci dell’abbazia di S. Giusto di Susa da cui dipendeva.
A seguito della maggiore libertà ottenuta dai cittadini grazie ai due atti di affrancamento dai diritti feudali del 1599 e del 1798, la popolazione decise di far costruire la cappella di Sant’Antonio nel borgo Sant’Agata. Questa volontà nasceva anche dal fatto di volere un luogo spirituale vicino a casa, senza dover essere obbligati ad attraversare il paese.
Nel 1826 la comunità si radunò nella sala consiliare per deliberare la costruzione di un nuovo edificio. Ad essa contribuì anche la popolazione, il terreno fu donato dal notaio Antonio Amprimo. Nell’estate del 1832 la chiesa fu aperta al culto. Il ricordo della Prevostura minore di S. Desiderio è testimoniato solo più da una statua posta nella nicchia di destra della facciata.

 

Fruibilità:
La cappella è aperta la domenica precedente o seguente il 17 gennaio (ricorrenza di S. Antonio abate), quando vi è celebrata la messa e sono benedetti gli animali e i veicoli.

Link:
https://www.comune.santantoninodisusa.to.it/it-it/vivere-il-comune/storia

https://www.comune.santantoninodisusa.to.it/it-it/vivere-il-comune/cosa-vedere/cappella-di-sant-antonio-sec-xviii-6451-1-e5b3dfb1a1b879fb64b29d6549a17c34

Note:
Testo in parte tratto dal sito del Comune.

Rilevatore: Maria Gabriella Longhetti

Data ultima verifica sul campo: 19 gennaio 2007 – aggiornamento a cura di AC, 19 dicembre 2021

 

BUSSOLENO (To). Cappella di S. Antonio abate

Bussoleno è situato sulla statale 25 del Moncenisio, ad un’altitudine di circa m 430.
La cappella di S. Antonio Abate si trova sulla piazza del mercato, Via Walter Fontan 95.  Per raggiungere via Fontan dalla via centrale di Bussoleno, occorre superare il fiume Dora sul ponte ottocentesco e portarsi sul lato destro idrografico della Dora.  Per raggiungere via Fontan dalla via centrale di Bussoleno, occorre superare il fiume Dora sul ponte ottocentesco e portarsi sul lato destro idrografico della Dora.
https://goo.gl/maps/UcQQSybn6m9VsyZ26

 

La cappella, di modeste dimensioni, ha una copertura a beole che sporge sulla facciata, ed un campanile impostato sulla parte sinistra del tetto.
Ai lati della porta d’ingresso si aprono due finestre, e alle estremità della facciata sono addossate due lesene con capitelli dipinti di un colore bianco, che è ripreso nella cornice sottostante gli spioventi del tetto.
Sopra la porta è collocata in una nicchia una statua di S. Antonio abate; il santo, che indossa un saio ed un ampio mantello, regge nella mano sinistra il bastone con la campanella, mentre la mano destra ha un atteggiamento benedicente; ai suoi piedi si trova il maialino.

L’interno, ad una sola navata, ha una copertura a botte, su cui si aprono alcune finestre. Sull’altare è collocata una grande tela, che rappresenta in alto la Madonna con il Bambino circondata da angeli, in basso a sinistra S. Antonio abate, e a destra S. Antonio di Padova; sullo sfondo è dipinto un paesaggio montano. S. Antonio abate, che indossa un saio ed un mantello con il cappuccio, si appoggia con la mano sinistra al bastone con la campanella e legge un libro che tiene con la destra; il libro indica il sostegno derivante dalle Sacre Scritture nella lotta contro le tentazioni.

 

Note storiche:
La cappella è situata fuori della parte medievale del paese, all’estremità dell’attuale via Fontan, che la Via Francigena percorreva attraversando l’abitato di Bussoleno. Questa collocazione, insieme alle caratteristiche dell’edificio, fa pensare ad una fase successiva, probabilmente il secolo XVIII.

Fase cronologica:
Mancano indicazioni di data. Per l’edificio e per la tela la datazione più probabile sembra essere il secolo XVIII; la statua potrebbe risalire ad un periodo anteriore.

Note:
A ridosso della Porta di Francia, l’unica rimasta tra le porte della cerchia muraria medievale, è situato un edificio di impianto quattrocentesco, che ospitava la Locanda della Croce Bianca; più avanti, sempre lungo la via Fontan, si trova la casa Aschieri, risalente al XIV secolo. Questa zona ha subito poche modifiche dopo che la costruzione della strada napoleonica all’inizio del XIX secolo (l’odierna statale) ha spostato il traffico sul lato sinistro idrografico della Dora.

Fruibilità:
La cappella è aperta il 17 gennaio, in occasione della ricorrenza di S. Antonio Abate.

Link:
http://www.chieseitaliane.chiesacattolica.it/chieseitaliane/AccessoEsterno.do?mode=guest&type=auto&code=8382&Cappella_di_Sant%27Antonio__Bussoleno

Rilevatore: Maria Gabriella Longhetti

Data ultima verifica sul campo: 18 gennaio 2007

ALAGNA VALSESIA, Riva Valdobbia (Vc), loc. Ca’ di Janzo. Cappella di S. Antonio abate

Il 1 gennaio 2019 il Comune di Riva Valdobbia è stato incorporato in quello di Alagna Valsesia.

Riva Valdobbia si trova nella Val Vogna che si apre sulla destra idrografica della Valsesia, sulla statale per Alagna, circa tre chilometri prima della città. Lasciata la statale, si percorre la carrozzabile fino al parcheggio sottostante la frazione Ca’ di Janzo (m 1354); di qui, percorrendo il sentiero che porta alle frazioni Oro e Selveglio (cartello indicatore), in pochi minuti si giunge alla cappella, situata nell’abitato della frazione.
https://goo.gl/maps/NSEafXjoHHingQLA6


La cappella, coperta con lose, è addossata alla sua sinistra ad un basso fabbricato che riprende l’inclinazione del tetto, ed è dotata di un’apertura ad arco, chiusa da una cancellata lignea; agli angoli sono dipinte finte pietre rettangolari L’interno, che ha un soffitto a vela, è privo di decorazione; la statua del Santo titolare, a causa del pericolo di furti, è stata trasferita nella chiesa parrocchiale di Riva Valdobbia.

 

Materiale informativo ed illustrativo:
AA.VV, Sentieri dell’arte sui monti della Valsesia. Riva Valdobbia- Ca’ di Ianzo (1354 m) Alta via dei Walser (a quota 1550 m), Club Alpino Italiano sezione di Varallo.

Fase cronologica:
Al di sopra dell’arco è scritta la data 1667.

Note:
L’opuscolo Sentieri dell’arte è disponibile presso il CAI sezione di Varallo, via Durio 14 –13019 Varallo (Vc), tel. 0163 51530, fax 0163 54384, e-mail: caivarallosesia@libero.it

Rilevatore: Maria Gabriella Longhetti

Data ultima verifica sul campo: 2 novembre 2006 – aggiornam. 19 dicembre 2021

CERVATTO (VC), fraz. Cadiano. Oratorio di Sant’Antonio abate

Cadiano è una frazione di Cervatto, nella val Mastallone, che si apre sulla sinistra idrografica della Valsesia; la strada ha inizio verso il termine dell’abitato di Varallo.  Si seguono le indicazioni per Fobello (19 km da Varallo); qui sulla sinistra ha inizio la strada che in un km circa conduce a Cervatto. Dalla piazza centrale una carrozzabile molto stretta (scarse sono le possibilità di parcheggio) conduce alla frazione Cadiano (altitudine m 1007), a meno di un km dal capoluogo. In alternativa si può lasciar l’auto al parcheggio situato poco più in basso dell’abitato di Cervatto e proseguire a piedi sulla carrozzabile, giungendo all’oratorio in circa 20 minuti.
L’oratorio si trova in un piccolo spiazzo al termine della strada carrozzabile.   https://goo.gl/maps/yAkM22Gq1UkYkRbg8


L’oratorio ha proporzioni ridotte, dovute  alle dimensioni limitate del luogo su cui sorge; presenta sulla facciata una porta con architrave e cornici  in pietra, sopra la quale si apre una finestra; sotto lo spiovente del tetto si trova una finestrella.
Un piccolo campanile è impostato sull’angolo anteriore sinistro del tetto. Agli angoli sono dipinte finte pietre rettangolari, secondo un uso frequente nella zona.
Nell’interno la navata è coperta da una volta a crociera, mentre il presbiterio ha una copertura a botte; i pilastri laterali, le cornici aggettanti e gli archi sono decorati con profilature dipinte.

 

Bibliografia:
Guida degli itinerari escursionistici della Valsesia, Club Alpino Italiano sezione di Varallo, vol. 4^, pag. 60.
– AA.VV., Sentieri dell’arte sui monti della Valsesia. Cervatto – Madonna del Balmone, Club Alpino Italiano sezione di Varallo.

Note:
Nel 2006 l’interno era completamente spoglio (vedi foto 3); infatti gli arredi erano stati asportati, perché stava per essere rifatto il pavimento, mentre la copertura in beole era già stata completamente rinnovata. Il quadro con l’immagine della Madonna e del Santo titolare era in corso di restauro.
Nel 2021 l’oratorio si presenta restaurato anche esternamente.

 

Fruibilità:
L’oratorio è aperto in occasione della festa, che è celebrata nel mese di luglio, anziché a gennaio, per avere un maggior concorso di persone. Durante l’estate la commissione “Montagna antica, montagna da salvare” del CAI di Varallo organizza visite guidate da Cervatto alla Madonna del Balmone, nell’ambito dell’iniziativa “Sentieri dell’arte sui monti della Valsesia”.
Per informazioni: CAI Varallo, via Durio 14 – 13019 Varallo (Vc) –  tel. 0163 51530,  fax 0163 54384,  e-mail: caivarallosesia@libero.it

Rilevatore: Maria Gabriella Longhetti

Data ultima verifica sul campo: 29/09/2006 – aggiornamento 19/12/2021