RUBIANA (TO), borgata Molino. Cappella Maria S.S. della Consolata, affresco di s. Antonio abate

Rubiana è un comune della Valle di Susa.
La Cappella è in mappa foglio 31 n° E altitudine 600 m., vicino al torrente Messa in Borgata Molino Pianferrero.
Per contatti sig.ra Franchino Concettina borg. Bertette tel.0119358054.
Prima del paese, stradina a destra verso il torrente Messa alla fine della strada valle Susa.

Nella Cappella vi è un dipinto di sant’Antonio abate benedicente mediante la croce e con il maialino.

 

Note storiche:
La cappella è stata fatta costruire dalla proprietaria del mulino nel 1873 per impossibilità fisica di andare in paese per le funzioni e dietro interessamento del parroco è stata benedetta dal Vescovo di Susa come risulta da documenti conservati nella parrocchia di Rubiana.

 

Note:
ogni anno, il secondo sabato di giugno alle ore 9.30 viene celebrata la Messa (in onore della Consolata) nella cappella.
Nella settimana precedente la Messa, tutte le sere dalle ore 20 viene anche recitato il rosario.
Alla fine della celebrazione c’è un momento di accoglienza con un piccolo rinfresco.
In calce, due immagini dell’incontro nel 2010.

Fruibilità:
Visibile attraverso la grata della porta della cappella.

Rilevatore: Bruno Giacomino (e-mail: minobruno@alice.it)

Data ultima verifica sul campo: 28/02/2008

SAN DANIELE DEL FRIULI (Ud). Chiesa di Sant’Antonio abate (scultura in lunetta).

Via Garibaldi.

La costruzione dell’edificio è legata all’attività dell’ospizio e dell’ospedale di Sant’Antonio ivi residenti fino al 1870.
Una chiesa esisteva già nel 1308 ma fu danneggiata dal terremoto del 1348 e successivamente ristrutturata con l’aggiunta dell’abside e della sacrestia (1441).
La facciata, terminata nel 1470 sotto il rettore Emiliano Cimbriaco, ripropone uno schema veneziano con un portale in pietra a sesto acuto strombato nella cui lunetta sono collocate le effigi di Sant’Antonio abate, di San Giovanni Battista e di Sant’Antonio di Padova; inoltre si apre un rosone traforato con, scolpita su ambo i lati, la Maternità.
SAA san daniele 2La chiesa, restaurata dopo il terremoto del 1976, è ad una sola navata, parte della quale, assieme al coro e all’arco trionfale, è coperta da tre cicli di affreschi: i primi due sono stati realizzati verso la fine del Trecento da Vitale da Bologna, il terzo è opera di Martino da Udine, meglio conosciuto come Pellegrino da San Daniele, che li realizzò tra il 1497 ed il 1522. Nella volta del coro sono rappresentati  Profeti ed Evangelisti, nella parete di fondo la Crocefissione, nei sottarchi ancora figure dei Profeti. Le storie di Sant’Antonio Abate e di Cristo sono rappresentate nelle pareti del coro, nell’arco trionfale e nella navata sinistra, ove esiste ancora il ciclo più antico con scene dell’Infanzia di Cristo. Per approfondire gli affreschi, vedi scheda:   https://www.santantonioabate.afom.it/san-daniele-del-friuli-ud-chiesa-di-santantonio-abate-affreschi/.
Di notevole interesse sono le vetrate delle finestre laterali, due delle quali originali del 1487.
All’esterno, sotto la linea di gronda, corre una serie di archetti trilobati al cui interno sono affrescate in sanguigna alcune figure allegoriche che rappresentano attività umane ed animali simbolici.

La chiesa è sempre accessibile in orario di apertura degli uffici del Comune, che ha sede di fronte e che ne gestisce la fruibilità.

Vedi anche per descrizione più in dettaglio: https://guidartefvg.it/elenco/chiesa-di-santantonio-abate-san-daniele-del-friuli/

Rilevatore: Feliciano Della Mora

Data ultima verifica sul campo: 23 feb 2020

 

MURISENGO (Al). Parrocchiale di S. Antonio abate

 

Si trova nella parte alta dell’abitato, sulla piazza, vicino al Castello. Via Serramadio, 19. https://goo.gl/maps/pokJjKRFmiAtMLAWA

L’interno è tra i migliori esempi del rococò piemontese: è a croce greca ad una sola navata, di forme movimentate, con graziosi coretti ed elegantemente affrescato; si notino il pergamo, gli stalli intarsiati del coro ed il bell’organo neoclassico.
Il pulpito è in legno di noce ornato da cinque statue.
L’altare di San Candido conserva, dentro una busta d’argento collocata in una nicchia murata le reliquie del Santo protettore del luogo.
La balaustra è in marmo di Carrara, trasportata a Murisengo con i buoi della Comunità.

 

Note storiche:
La Chiesa Parrocchiale di Sant’Antonio abate venne edificata nel 1748 su disegno dell’architetto Peruzzi, unicamente con le spontanee offerte dei parrocchiani.
La chiesa si presenta a croce greca. Le pitture artistiche che la ornano internamente sono del Rossetti/Ropetti. Possiede un pulpito in legno di noce ornato da cinque statue, al centro S. Antonio con il porchetto ed ai lati i quattro evangelisti.
Ha sette altari, dei quali tre grandi: l’Altare Maggiore o del SS. Sacramento, consacrato nello stesso giorno della chiesa e dedicato a S. Antonio abate, l’Altare dedicato a Sant’Orsola e l’Altare dedicato alla Madonna del Rosario.
I quattro minori sono dedicati a Sant’Anna, S. Giuseppe, S. Luigi e S. Candido. L’altare di S. Candido conserva, dentro una busta d’argento collocata in una nicchia ivi fatta nel muro e chiusa con inferriata e porticina a quattro chiavi, le reliquie del Santo, protettore del luogo, consistenti nel cranio, in due pezzi di ossa delle braccia ed in molta cenere.

Nella lunetta sul portale d’ingresso alla chiesa, un affresco rappresenta Sant’Antonio abate.

Cronologia: 1748

 

Note:
Sant’Antonio Abate  viene qui festeggiato ogni anno il 22 settembre.

Fruibilità:
La chiesa è aperta durante le funzioni giornaliere.

Rilevatore: Valter Bonello, Feliciano Della Mora

Data ultima verifica sul campo: 16/05/2014

ARQUATA SCRIVIA (Al). Chiesa di Sant’Antonio abate.

Dalla centrale Piazza Bertelli si prende la via Libarna, che lascia a destra la grande piazza dei Caduti e prosegue alberata in direzione SE: a sinistra si incontra la chiesa/oratorio di  Sant’Antonio abate.
Via  Villini, 60.   https://goo.gl/maps/WfLDM5vF4FdcDT53A

Il portale presenta una cornice; una trabeazione in pietra scolpita con bassorilievi in stile neo-classico con figure e girali di acanto; un protiro formato da due antiche colonne già prima esistenti che sorreggono un arco con tettuccio a capanna. Due lesene in pietra tripartiscono il prospetto della chiesa, sul quale si apre un rosone ricavato dal raddoppiamento di una finestra già esistente, che aveva un voltino ad arco a tutto sesto; sotto il tetto si trova un cornicione dentellato; in basso sono state ricavate due finestre sempre ad arco ai due lati della porta.

La chiesa di S. Antonio è stata spesso scelta nel secolo scorso dalle coppie di sposi per celebrarvi il loro matrimonio; quest’usanza è ripresa dopo la sua riapertura, avvenuta in forma solenne domenica 16 gennaio 2005.

Note storiche:
La prima notizia storica di questa chiesa risale al 1452: una lapide posta sulla parte sinistra della facciata dice che l’edificio fu fatto costruire da Bartolomeo Groffoglieti con le elemosine elargite da Oberto de Ansaldi e fu dedicato a Dio, a Maria Vergine ed al beato Antonio.
L’ubicazione dell’edificio, che un tempo si trovava completamente fuori dall’abitato, fa pensare tuttavia a un’antica funzione itineraria della chiesa, e pertanto ad una sua fondazione precedente. Se così fosse, quella del 1452 non sarebbe una nuova costruzione, ma il radicale rifacimento di una chiesa già esistente.
Per avere una notizia storica successiva occorre attendere il 1593, data in cui risultava già presente la statua lignea di S. Antonio sopra l’altare.
Nel ‘600 si ebbero alcune visite pastorali vescovili che impartirono disposizioni per il buon mantenimento degli altari e di tutta la fabbrica della chiesa.
Nella visita del 1661 si specifica che l’oratorio ha tre altari: l’altar maggiore dedicato a S. Antonio abate, con una statua del Santo quello di S. Fermo alla sua sinistra e quello del Presepe alla sua destra.
L’edificio, come le altre antiche chiese del paese ora scomparse (quelle di S. Bartolomeo, di S. Rocco e di S. Gerolamo), era provvisto e mantenuto  dalla “Magnifica Comunità di Arquata”, la quale deputava a quest’effetto due massari che venivano eletti annualmente.
Nel 1747 venne sepolto nell’atrio della chiesa di S. Antonio un soldato tedesco venticinquenne, di nome Andrea Smacal, appartenente all’esercito austriaco che si stava preparando per invadere nuovamente Genova;  questa notizia  ci fa comprendere che l’oratorio aveva un portico davanti alla porta d’ingresso.

Con la venuta del parroco don Giuseppe Rolandino ad Arquata nell’ottobre del 1919 iniziarono  drastici restauri della chiesa, che era chiusa da un ventennio per pericolo di crolli e, dal 1818 a tutto il 1920, era stata usata dalle truppe inglesi stanziate ad Arquata come spaccio di tabacchi e generi alimentari.
I restauri, ricordati da una lapide murata nella parte destra della facciata, terminarono alla fine del 1925 e comportarono la sostituzione del tetto, la cui forma, prima a capanna semplice, divenne a capanna spezzata, l’edificazione del pavimento con piastrelle in cemento alla veneziana e il rifacimento della facciata in stile neo-romanico.
Il campanile venne restaurato nel 1956 con l’aggiunta di due campane provenienti dal vecchio concerto dell’oratorio della confraternita di S. Carlo alla campanella già  esistente, che proveniva dal santuario di Montaldero. Una quarta campana, di nuova fusione,  venne  installata nel 1964.
Come novant’anni prima, nel 1991 la chiesa venne nuovamente chiusa per motivi di sicurezza e cinque anni dopo s’iniziò un completo restauro conservativo e di abbellimento. Vennero intrapresi importanti interventi sulle parti strutturali, si fecero il tetto, il nuovo pavimento in cotto, l’impianto elettrico, si consolidò il campanile e si sistemarono le campane. Scrostando le pareti interne sono stati messi in luce particolari delle strutture originarie, archi in laterizio e profili della vecchia imposta del tetto.

Nel 2004 sono state montate le artistiche vetrate ideate e realizzate da Padre Costantino Ruggeri e l’anno successivo la chiesa è stata restaurata anche esternamente, col risanamento del portale in pietra e degli intonaci della facciata e del campanile.
Ai due lati dell’altar maggiore si trovano i due altari laterali, ricostruiti nel 1927 e 1929 su progetto dell’ingegner Francesco Rivera. Quello del lato sinistro, anticamente dedicato ai Santi Fermo e Defendente, è menzionato nel ‘700 con il titolo della B. V. del Carmine.
Rifatto nel 1929, custodisce l’antica statua lignea della Madonna del Carmine, restaurata nel 1877 e nel 2005. Sul lato destro è invece stato edificato nel 1927 l’altare dedicato a  Santa Teresa del Bambino Gesù, al posto dell’altare un tempo intitolato al S. Presepe.

 

Link:
http://www.chieseitaliane.chiesacattolica.it/chieseitaliane/AccessoEsterno.do?mode=guest&type=auto&code=66091

Bibliografia:
Natale SPINETO, La chiesa di s. Maria e S. Antonio Abate,
Fresonara 2005.

Rilevatore: Feliciano Della Mora

Data ultima verifica sul campo: 22/08/2006

MONTABONE (At). Parrocchiale di Sant’Antonio abate

 

Via Roma, 18 / Via Giovanni Ferraris.   https://goo.gl/maps/wT9VWbpg2zM988BR6 

L ‘edificio sacro di maggiore interesse del paese è la Parrocchiale di Sant’Antonio abate, di struttura barocca ben evidente soprattutto nel campanile, il cui ultimo ordine è adornato da colonnine corinzie che sostengono delle lunette semicircolari ad arco ribassato.

La facciata è frutto di interventi novecenteschi e si presenta oggi rivestita in mattonelle e travertino, mentre nel luminoso e semplice interno sono conservate alcune tele interessanti, tra cui quattro attribuite al famoso pittore montabonese Guglielmo Caccia detto il Moncalvo (1568-1625).
Ne sono visibili tre: Madonna del Rosario, Martirio di S. Vittore, San Rocco.

 

Cronologia: XVI sec.

Rilevatore: Feliciano Della Mora

Data ultima verifica sul campo: 24/12/2007