FELTRE (BL). Museo Diocesano di Arte Sacra – “Sant’Antonio abate” di Sebastiano Ricci
Il Museo Diocesano si trova nella Citta Alta, in Via Paradiso, 19 e dispone di un ampio parcheggio. E’ raggiungibile in auto, percorrendo dopo Porta Imperiale la Via Mezzaterra fino a Piazza Maggiore dalla quale si imbocca, subito a sinistra, Via Paradiso in direzione della Galleria Rizzarda.
La visita al Museo diocesano inizia normalmente nel salone che già nelle sua pareti presenta straordinari documenti di storia e di arte, dagli stemmi dei vescovi agli affreschi di scuola del Mantegna ricchi di riferimenti classici.
Il visitatore più illustre del palazzo è stato certamente l’imperatore Massimiliano d’Austria le cui armate, dicono gli storici, si sono precipitate subito nelle cantine che sono state ben presto svuotate.
E’ interessante iniziare la visita al palazzo proprio da queste ultime, suggestive anche perché ricavate nella roccia viva.
Davanti ad esse c’è il pluteo di Paderno, uno dei pezzi più antichi di arte cristiana del territorio, risalente al secolo VII o VIII e contrassegnato da una ricca simbologia.
Alcuni armigeri del XVII secolo, dipinti sulle pareti dello scalone principale, accompagnano il visitatore ai piani superiori.
La prima sorpresa che essi presentano è la stupenda Assunta di Andrea Brustolon, considerata il capolavoro dell’arte sacra dello scultore bellunese, in cirmolo, pervasa di dinamismo e di spiritualità.
LA SALA DELLA PITTURA
Il salone Gradenigo, degno di un palazzo veneziano soprattutto per il soffitto in legno decorato, contiene i dipinti che sono stati scelti secondo un criterio cronologico e stilistico.
Essi documentano come il territorio feltrino e bellunese sia stato aperto, dal 1400 al 1700, a molteplici influssi: da quello tedesco e nordico della tavola di San Gottardo a quello veneziano di Paris Bordon e di Jacopo Tintoretto, presente con un capolavoro firmato Tentor, da quello bizantino della icona cretese di Vedana a quello manieristico del centro Italia nella Madonna tra angeli, dolce e malinconica nelle suggestioni raffaellesche, da quello caravaggesco del Quo Vadis a quello napoletano di Luca Giordano per concludere in bellezza con i cinque capolavori di Sebastiano Ricci provenienti da Vedana, immersi in un mare di luce.
Nelle sale del Museo sono presentati due momenti fondamentali dell’attività bellunese di Sebastiano Ricci.
Il primo è costituito dalle opere realizzate intorno al 1704-1706 per la Certosa di Vedana e comprende le due grandi tele, provenienti dagli altari laterali, del Battesimo di Cristo e della Madonna con Bambino, Sant’Ugo di Grenoble e San Bruno di Colonia, due piccole tavole dello stesso periodo con un Santo monaco in preghiera e Sant’Antonio abate (fig.).
Un singolare dipinto su alabastro raffigura Cristo incontra i discepoli a Emmaus, è di attribuzione ancora incerta.
Il secondo nucleo, appositamente allestito nella saletta settecentesca del mezzanino, espone al pubblico, per la prima volta insieme, i quattro dipinti ovali della Cappella dedicata alla Sacra Famiglia della villa Fabris-Guarnieri di Tomo (Feltre), eseguiti tra 1719 e 1722.
Al Ricci appartengono l’Adorazione dei pastori e il Cristo nel tempio, mentre opera di Federico Bencovich è il Riposo nella fuga in Egitto e di Angelo Trevisani è il Transito di San Giuseppe.
LA CAPPELLA
La cappella del Vescovado contiene alcune dei pezzi di maggior pregio: dall’altare portatile del secolo XII, uno dei cinque esemplari presenti in Italia, alla Madonna gotica di S. Vittore, in alabastro e dal mantello a fiori di calle, al reliquiario in argento dorato di Antonio di Salvi, discepolo del Pollaiolo al Calice del Diacono Orso, di inestimabile valore storico e liturgico, in argento e del VI secolo, considerato il calice eucaristico pù antico dell’Occidente per concludere alla Croce postbizantina del 1542, in bosso, un vero capolavoro di microscultura, realizzata da un monaco del monte Athos, alta 40 centimetri con 52 scene evangeliche e quasi 500 personaggi.
LE SALE DELLA SCULTURA
Nelle due sale della scultura sono presenti opere di stile nordico, come la Pietà o Vesperbil, di stile rinascimentale come gli straordinari Dodici apostoli di San Gottardo. di stile barocco come i Quattro Evangelisti di Andrea Brustolon, di stile rococò come la Madonna del Piazzetta per terminare con il Besarel neoclassico.
I PARAMENTI E L’OREFICERIA
Uno dei paramenti più antichi della Diocesi è la pianeta del secolo XV in velluto ricamato. Accanto ad essa ci sono paramenti di vari stili, preziosi nei loro ricami in argento o in seta. Sono collocati di fronte alla saletta dell’oreficeria sacra. In quest’ultima si possono ammirare tre antichissime croci astili, rispettivamente di stile bizantino, gotico e rinascimentale, turiboli, calici, ostensori, ampolline, reliquiari, paci, vasi per fiori e per le offerte, crocifissi, carteglora. La maggior parte di questi pezzi sono in argento e provengono dalle botteghe veneziane che certificavano con punzoni la loro qualità.
La visita al Museo si può concludere con la visione di un breve filmato dedicato alla Croce postbizantina di Feltre.
Link: https://www.museodiocesanobellunofeltre.it/
Fruibilità:
Il Museo è aperto venerdì, sabato e domenica di ogni settimana d’inverno (metà settembre – metà maggio) 9-13/14-18 e d’estate (metà maggio-metà settembre) 9.30-13/15-19.30).
Per visite guidate tel. 0439 – 844082).
Rilevatore: Feliciano Della Mora
Data ultima verifica sul campo: 28/07/2010
Sebastiano Ricci dipinse diverse altre opere con soggetto “Tentazione di sant’Antonio abate”.
https://www.santantonioabate.afom.it/collocazione-ignota-tentazioni-di-s-antonio-abate-di-s-ricci/