PIANEZZA (To). Chiesa di Santa Maria della Stella, affresco raffigurante sant’Antonio abate

Via Madonna della Stella – Pianezza, situata a circa mezzo chilometro dal Borgo vecchio di Pianezza.
La posizione è più elevata sul piano circostante. Essa è posta su di una diramazione di quella che fu la Via Francigena, che dalle vallate alpine e dalla Lombardia, evitava la sosta ed il passaggio da Torino.
L’attuale denominazione era popolare al tempo dei pellegrinaggi diretti al Campo della Stella (Santiago di Compostella) ove si trova la tomba dell’Apostolo San Giacomo.

La Chiesa venne edificata (forse in due tempi) nel corso del Quattrocento in questa sequenza.
Per primo il presbiterio a volta, poi il resto della chiesa, con il corpo di maggiore larghezza, con il soffitto a capriate ora completamente coperto dai cassonetti.
Nel presbiterio sulla parete ovest, in cima alla facciata interna dell’arco, recenti restauri hanno portato alla luce un frammento di stemma gentilizio appartenente alla famiglia dei Provana, feudatari di Pianezza, che furono i committenti per la decorazione pittorica della chiesa.
Sulla parete nord è visibile l’affresco sulla Natività e l’Infanzia della Vergine.
La parete est, a cui è addossato l’altare, fu rimaneggiata per fare spazio alla nicchia della Madonna e fu ridipinta con motivo barocco a graticcio.
La parete sud è occupata da scene evangeliche.
Sulle vele della volta sono visibili otto scene della Dormitio Virginis e gli ultimi avvenimenti della vita della Madonna.
Gli autori sono anonimi.

All‘esterno è stata affrescata un’immagine di Sant’Antonio Abate.

 

Materiale informativo ed illustrativo:
Cartello esplicativo fuori dalla chiesa e presso il Comune di Pianezza.

Link: http://www.comune.pianezza.to.it

Email: info@comune.pianezza.to.it

Fruibilità:
Aperta solo su prenotazione presso il Comune di Pianezza o in determinate manifestazioni. Comune, Piazza Leumann n. 1
Tel. (+39)011.9670000 – Fax (+39)011.9670295

Rilevatore: Valter Bonello

Data ultima verifica sul campo: 24/11/2012

 

GOZZANO (NO). Oratorio di Santa Maria di Luzzara, affr. raffigurante Sant’Antonio abate

 

La chiesa di Santa Maria di Luzzara sorge nel territorio di Gozzano, a nord del centro abitato, lungo la strada che conduce verso San Maurizio d’Opaglio.


Non ci sono notizie precise sull’epoca di costruzione della chiesa, che sorge in località Luzzara, ricordata per la prima volta come Luciaria in un documento del 1114.
Una prospezione archeologica condotta negli anni ’80 ha negato l’ipotesi, avanzata in passato, che la chiesa fosse il frutto di una ricostruzione in forme quattrocentesche di una precedente chiesa romanica; riscontrando invece traccia di una costruzione eseguita in blocco durante il XV secolo, e successivamente restaurata in epoche recenti. Di essa non compare traccia nella documentazione scritta di epoca medievale e neppure negli atti delle visite pastorali dei vescovi Speciano e Bascapè; viene invece descritta nella visita del cardinale Taverna del 1616, in forme molto simili alle attuali.

 

L’edificio è a navata unica terminante in tre absidi. La facciata, rivolta verso ovest, è a capanna con un portale affiancato da finestrine rettangolari e sormontato da finestra a oculo; il tetto fortemente aggettante sulla facciata ha una copertura in piode; alla sommità del colmo, verso la facciata, presenta un piccolo campanile a vela con campana. Sul fianco meridionale, dove è aperto anche un secondo ingresso e una piccola finestra a feritoia, è addossato un piccolo locale con funzioni di sagrestia. L’interno, scandito in tre campate da due arconi ogivali impostati su bassi semipilastri, presenta nell’area del presbiterio il pavimento originale in cocciopesto, collocato a un livello assai più basso rispetto al piano di calpestio esterno alla chiesa. Sulle pareti interne e sulla facciata si conserva un importante ciclo di affreschi risalente al XVI secolo.

La chiesa ospita un importante ciclo di affreschi risalente al XVI secolo. Di particolare importanza l’imponente crocifissione dipinta sull’arco trionfale attribuita a Francesco Cagnola, figlio di Tommaso, mentre di scuola cagnolesca sono i dipinti sulla facciata esterna; ad Angelo Canta, attivo a Gozzano nel 1550, sono attribuiti invece alcuni affreschi sulla parete meridionale interna.

Affreschi esterni: Facciata
Lato sinistro: S. Cristoforo; trittico raffigurante S. Giulio, S. Antonio abate e S. Rocco; Pietà.
Lunetta: Annunciazione.
Lato destro: trittico con la Madonna con Bambino tra i santi Antonio e Rocco; Beata Panacea e S. Chiara; S. Francesco, S. Maria Maddalena e una devota in ginocchio.

Affreschi interni
Arco trionfale: Crocifissione.
Abside centrale: La decorazione affrescata originale è andata perduta; nella nicchia era conservata una statua lignea della Madonna trafugata nel 1969.
Abside laterale sinistra: Trionfo e Assunzione di Maria, tra angeli e i santi Apostoli.
Abside laterale destra: Madonna con Bambino, circondata dai Dottori della Chiesa (XIX secolo).
Parete meridionale: Nascita di Gesù; Sposalizio mistico di S. Caterina.
Parete settentrionale: Madonna con Bambino; S. Paolo (datato 1516).

 

Bibliografia:
 – Mario Bori, Le carte del Capitolo di Gozzano (1002-1300), (Corpus Chartarum Italiae, LIV; Biblioteca della Società Storica Subalpina, LXXVII.III), Pinerolo 1913
– Adolfo Torre, La Madonna di Luzzara. Dieci secoli di Medioevo, Novara 1975
– Marilisa Di Giovanni, Gli edifici di culto dell’XI e XII secolo. La collina, il Cusio e il medio Verbano, in Novara e la sua terra nei secoli XI e XII. Storia, documenti, architettura, a cura di Maria  – Laura Gavazzoli Tomea, Milano 1980, pp. 197-198
Santa Maria di Luzzara, a cura di Sergio Bellosta, Quaderni di cultura cusiana, 1, Gozzano, Parrocchia Collegiata di S. Giuliano, 1989
– Percorsi, storia e documenti artistici del novarese. Paesi della “Riviera Inferiore”: Briga Novarese, Gargallo, Gozzano, Soriso, vol. 25, Novara 2004, pp. 47-49
– FAGNONI M.R., (a cura di) Alla scoperta di antichi Oratori campestri, Provincia di Novara, Novara. 2003

Link:

http://archeocarta.org/gozzano-no-oratorio-di-santa-maria-di-luzzara/

Rilevatore: Feliciano Della Mora

Data ultima verifica sul campo: 24/11/2012

BAVENO (VCO), Chiesa Ss. Gervasio e Protasio, affresco di sant’Antonio abate

 

Chiesa parrocchiale dei santi Gervasio e Protasio – Baveno (VCO).
Baveno (altitudine m 205), collocata sulla sponda occidentale del lago Maggiore, pochi chilometri a Nord di Stresa, è raggiungibile tramite la strada E62 e l’autostrada A26 del Sempione.
La chiesa è ubicata in piazza della Chiesa, che è chiusa tra i portici della Via Crucis e le antiche canoniche,  poco distante dalla strada E62, che percorre il lungo lago, ed è raggiungibile tramite la via Monte Grappa.

 

Nella facciata, al di sopra del portale, il cui arco è sottolineato da modanature e capitelli scolpiti, una cornice marcapiano è sovrastata da una finestra rettangolare, fiancheggiata da due bifore murate, e da una luce a quadrifoglio; ai lati del portale sono inserite due epigrafi romane risalenti alla metà del primo secolo d.C. e sono visibili resti di un affresco.
La facciata è limitata lateralmente da due contrafforti e in alto da una serie di archetti pensili, che testimoniano il livello della copertura originaria, successivamente soprelevata.
L’interno della chiesa presenta una sola navata, con cappelle laterali.
All’esterno, lungo il lato destro, è edificato il battistero, di pianta quadrata e preceduto da un portico; la costruzione attuale risale al XVII, ma la sua origine è molto più antica.

L’immagine di S. Antonio Abate, databile al XV secolo, è affrescata su di una lesena all’ingresso della cappella del Crocifisso, la terza a destra, dove sono conservate due tavole attribuite a Defendente Ferrari.
Il santo è rappresentato secondo una iconografia che si discosta leggermente da quella tradizionale: regge con la mano sinistra un bastone di forma diversa da quella usuale, dal quale pende una campanella, la mano destra è alzata in attitudine benedicente, secondo un atteggiamento consueto nelle immagini più antiche, che a partire dal XVII secolo si trova per lo più in affreschi su piloni di zone agricole o montane. Manca il maialino ai piedi del santo.

 

Note storiche:
La chiesa, edificata sui resti di una costruzione più antica (XII secolo), fu consacrata nel 1345 e conserva della costruzione originaria la facciata a capanna, esempio di architettura romanica del XII secolo, ed il campanile.
Nell’interno le cappelle laterali sono state aggiunte nel XVIII secolo.

 

Bibliografia:
Quaderno n. 26 delle comunità parrocchiali di Baveno, 1983.

Link: http://www.comune.baveno.vb.it
http://archeocarta.org/baveno-vb-chiesa-dei-santi/
Fruibilità:
La chiesa è solitamente aperta.
email:  turismo.baveno@reteunitaria.piemonte.it
Ufficio Turismo Comune di Baveno, tel/fax 0323924632

Rilevatore: M. Gabriella Longhetti

Data ultima verifica sul campo: 14 settembre 2012

IVREA (To). Duomo di Santa Maria Assunta, cripta, affresco con sant’Antonio abate, 1426

Duomo di “Santa Maria Assunta” situato su di un’altura, nel centro storico a poca distanza dal Castello dalle rosse torri; la costruzione presenta parti romaniche e barocche neoclassiche.

L’affresco è sito nella cripta, X sec., del duomo, esso è posizionato sul fianco di un’arcata.
E’ attribuito a Giacomino da Ivrea: Sant’Antonio Abate accanto a San Cristoforo; altri affreschi mostrano San Sebastiano e Madonna che allatta il Bambino;  sull’arco absidale un’Annunciazione.
Giacomo, o Jacopo o, più frequentemente, Giacomino da Ivrea, fu un pittore piemontese attivo tra il 1426 e il 1469 nel Canavese e in Valle d’Aosta. Gli affreschi del 1426 eseguiti nella cripta del Duomo di Ivrea, assieme a quelli dipinti nella chiesetta campestre di San Grato, posta su un’altura nei pressi di Pavone, segnano con molta probabilità il suo esordio pittorico.

Note storiche:
Durante la costruzione della nuova facciata (nell’800) sono venuti alla luce molti reperti di periodo romano, ed inoltre ne sono visibili molti altri rimpiegati per la costruzione della parte più antica che fanno pensare in precedenza lì vi fosse, fin dal I secolo a.C., un tempio romano in asse con il sottostante teatro.
In seguito il tempio fu trasformato in chiesa cristiana tra la fine del IV e l’inizio del V secolo, cioè quando venne istituita la diocesi di Ivrea (precedentemente sotto quella di Vercelli). Questa prima chiesa si presentava a tre navate e con due absidi messe in contrapposizione, modello tipico delle chiese paleocristiane.
A sud-est (a fianco della chiesa) vi si trovava il battistero (oggi scomparso).
Fu il Vescovo Warmondo (che tenne la cattedra eporediese dal 969 al 1005) a far abbellire ed ingrandire la cattedrale; egli incoraggiò lo sviluppo artistico del Duomo e dello “sciptorium” (dove operavano miniatori, disegnatori e copisti). Nel deambulatorio vi si trova una lapide del tempo che recita: “condit hoc Domino praesul Warmondus ab imo”.
Le parti della costruzione di quel periodo ancora conservate sono: l’abside, le torri campanarie, il deambulatorio, il coro, delle bifore e trifire, la cripta (ove già allora vi era conservato il sarcofago del questore Caio Atecio Valerio reimpiegato come urna funeraria per le reliquie di San Besso).
Durante il XIV – XV secolo la cattedrale fu abbellita con decorazioni pittoriche, stalli lignei del coro.
Alla fine del 700 la chiesa venne adattata ai gusti dell’epoca per volere di Mons. Ottavio Pochettini che affidò l’incarico all’architetto Giuseppe Martinez; i lavori interessarono in special modo il presbiterio, le navate laterali e le volte.
Con l’aggiunta di stucchi e pitture di Giovanni Cogrossi la cattedrale assunse un aspetto Barocco.
Nel 1854 il vescovo Luigi Moreno fece ampliare e ristrutturare completamente con modifiche strutturali, allargandola di una navata ed innalzando la facciata attuale dandole un aspetto neoclassico; i lavori vennero progettati dall’architetto Gaetano Bertolotti.

 

Link: http://www.serramorena.it

 

Rilevatore: Valter Bonello

Data ultima verifica sul campo: 28/08/2012

 

 

CUNEO. Via Savigliano ang. Via Cacciatori delle Alpi, affresco con sant’Antonio abate che adora la Sindone

Su una casa privata, tra il primo ed il secondo piano, un affresco in cui è rappresentato Sant’Antonio Abate che adora la Sindone. Si affaccia sulla piazzetta di Santa Chiara.
Anche grazie alle sue dimensioni (due metri di altezza per uno di base) era ed è ancora ben visibile per chi transiti nel quartiere, un tempo dedicato a Sant’Antonio abate, nel cuore del centro storico della città.
Vi campeggia un Sant’Antonio Abate adorante con gli occhi rivolti verso il cielo azzurro dove, sopra una nuvola nebbiosa, due angioletti ostendono la Sindone tenendone tesi i due capi, mentre l’eremitica capanna, con il tetto di paglia e due uccellini sul tetto, chiude il campo visivo con a lato alcune verzure ed il maialino del santo che fa capolino dall’angolo, in basso a sinistra.

Note storiche:
Realizzato nel XVII secolo, colpisce la perizia pittorica dell’ignoto autore, che non dimostra incertezze nella tecnica figurativa ma tratteggia anche con grande efficacia e realismo la figura del Santo: la barba ed i capelli bianchi fluenti, lo sguardo rapito dall’umana divinità del Sacro Lenzuolo, il drappeggio ancora rinascimentale della tonaca e del mantello.
Un affresco di buona qualità pittorica, sia per la diretta espressività che per i volumi ed il cromatismo, opera forse di valente frescante di passaggio per la città subalpina. Un lavoro di pregio, che potrebbe risalire alla fine del Cinquecento o ai primi del Seicento.
Sono presenti gli attributi del Santo: il bastone da pellegrino a forma di TAU, il campanello che scaccia i demoni e il maiale.


Per un’analisi più approfondita:
https://www.santantonioabate.afom.it/fulvio-romano-sant-antonio-abate-e-la-sindone/

Rilevatore: Della Mora Feliciano