Il sobborgo veneziano di Tessera si trova sulla terraferma, a ovest dell’abitato di quella che era la vecchia Tessera, anticamente Texaria.
Via Triestina, 141,
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A Texaria in epoca altomedievale vi era una pieve; nel 1740 c.a., in base ai ruderi scoperti da contadini il parroco di Favaro, Agnoletti, si definì che la chiesa pievana matrice sorgeva sull’odierna via Spigariola. La giurisdizione della Pieve di Tessera ebbe durata fino al secolo XIV e si estendeva su diverse chiese poi scomparse o ricostruite.
Una chiesa intitolata a Sant’Antonio abate, di incerta ubicazione fu probabilmente costruita nel secolo VIII o IX, e viene citata sino al 1350-1400, probabilmente in seguito fu demolita. Nei documenti si trova il toponimo “Riva di Sant’Antonio”.
Vicino al quinto miglio della via Emilia – Altinate (Orlanda) sorgeva la cappella di S. Elena Imperatrice di Torre di Texaria. La prima notizia riguardante la chiesa risale al 1089, quando Bertaldo de Carbonaria donava all’abbazia di Polirone (Mantova) un podere situato nella villa que dicitur Sancte Helene, nonché una parte dei suoi diritti sulla ecclesia Sancte Helene. Analoghe donazioni avvennero nel 1091 da Compagno e Melio, fratelli di Bertaldo, e nel 1095 da un quarto fratello. Nel 1105 i primi monaci si insediarono presso il luogo sacro, mentre nel 1122 il complesso passava definitivamente a Polirone e la chiesa di S. Elena divenne cappella “sine cura” dell’abate di S. Cipriano di Murano.
Sin dal 1130 la chiesa di S. Elena fu affidata ai Benedettini che nei pressi costruirono un convento che, nei quaderni delle decime degli anni 1297-1330, viene citato come sede di uno degli ospitali dell’Arcipretato di Mestre, per il ricovero di viandanti e pellegrini. Divenuto priorato, dalla fine del Duecento iniziò a decadere. Fu il Doge Pietro Gradenigo a decidere di restaurarla, nel 1300 circa, come da un sigillo ritrovato nella chiesetta.
Nel 1507, l’abate Giovanni Trevisan aveva ricevuto l’incarico di restaurare la chiesa e il monastero di S. Elena di Tessera. Vi riuscì, con l’aiuto dei frati di San Cipriano di Murano e portò nella chiesa la pala di S. Antonio, che forse proveniva dall’omonima chiesa distrutta. Una lapide sulla porta d’entrata principale riporta la scritta in latino che ricorda il fatto: “Ferma il passo (o pellegrino), fui distrutta – ora risorgo per sempre – L’abate Giovanni Trevisan fa ora questo dono – Mi chiamo Elena (chiesa) come prima –Sono soggetta al (convento) di S. Cipriano, che l’ingegnosa gente di Murano venera.“
Si succedettero nel monastero gli abati Vittore Trevisan, poi il nipote Giovanni e un altro pro-nipote, e infine avvenne la soppressione decretata nel 1588 da Papa Sisto V. I beni monastici di Terzo e Tessera d’allora furono associati alla mensa patriarcale di Venezia.
In una relazione della Curia del 1925 è detto che: “nel 1864, dal Demanio dello Stato il 28 maggio 1868 furono avocati i beni della Mensa di Venezia e, fra gli altri, i mappali n. 244 e 245 di Tessera di Favaro, attigui alla Chiesa di S. Elena e Antonio, che esso vendeva all’Asta ed erano il 6 luglio 1869 aggiudicati a Giacomo Checchin detto Badin fu Pasquale di Mestre, già fittavolo del Patriarcato” … “Nel Catasto 1899 S. Elena è segnata come Oratorio, di p.c. 18, con la lettera B del Comune di Favaro, sezione Terzo e col titolo di S. Antonio di Tessera”.
La chiesa è tuttora di proprietà privata.
Non è chiaro quando avvenne la doppia intitolazione; il culto di sant’Antonio abate era vivo nella popolazione tanto che, quando il 1 gennaio 1954 l’allora patriarca Angelo Roncalli concesse a Tessera di essere parrocchia autonoma da Favaro, i festeggiamenti avvennero il 17 gennaio festa del Santo. La nuova chiesa parrocchiale di Santa Maria Assunta fu edificata tra il 1960 e il 1963.
La chiesa contiene due preziosi dipinti, la pala dell’altare maggiore con l’immagine di sant’Elena imperatrice e l’altare di S. Antonio con la tela raffigurante il Santo che legge.
LA TORRE
La torre cilindrica fu eretta dalla Repubblica Veneta forse tra il IX e XI secolo come vedetta contro i pirati. Su schema romanico-bizantino, simile alle torri di avvistamento di Ravenna, Pomposa e Caorle, e deve la sua conservazione al monastero benedettino che venne istituito già nel 1139, quando il vescovo di Treviso Gregorio Giustiniani consacrò chiesa e abbazia al nome di Sant’Elena, affidandone la cura all’Abate di Polirone e la torre ne divenne il campanile.
La torre è alta 24 metri con una circonferenza alla base di 14 m presenta un basamento in conci di trachite su cui si eleva la muratura in “Altinelle” (laterizi largamente impiegati nel territorio di Venezia provenienti dalla demolizione della città romana di Altino, oggi nel comune di Quarto d’Altino VE, a circa tre miglia dall’antico abitato di Texaria), e si assottiglia verso la sommità dove si aprono le finestrelle della cella campanaria. All’interno si trovano due piccole campane bronzee una delle quali reca incisa la data di fusione: 1509.
Bibliografia:
Tessera: Storia della chiesetta di S. Elena e dell’Antica Torre, dintorni e contesto storico – cronologico. Un patrimonio da conservare, Commenti e sintesi di Paolo G. Vivian, In proprio 2010. Reperibile in: http://betta-enrico.fiorentin.com/TESSERAstoriacoomentatadaPaolovivian.pdf
Link:
https://it.wikipedia.org/wiki/Torre_di_Tessera
https://www.terraantica.org/?p=3293


