Si trova in via Vittorio Veneto, ubicata sotto il piano dell’ex ospedale civile Pagliari: originariamente l’ingresso doveva aprirsi sul lato orientale su un canale tra via Messapia e via Muro. Via Messapia, 5 https://maps.app.goo.gl/iSrX4pyBkhhvcJgS6
Questa chiesa rupestre un tempo posta in campagna è rimasta poi inglobata dalle nuove costruzioni, tanto che al di sopra venne costruito un ospedale, edificio anch’esso abbandonato dal 1980.
Attraversati alcuni ambienti sotterranei, un tempo utilizzati come lavanderia, si accede, superati alcuni gradini, alla chiesa rimasta integra nei suoi volumi.
Il complesso ipogeico, venutosi a trovare nella struttura, fu nel corso del tempo adibito a legnaia, deposito, immondezzaio, vasca per la calce viva ed altro ancora.
Verso la fine degli anni ’50 del secolo scorso, un meritorio e paziente lavoro di pulitura eseguito dai volontari della Pro Loco massafrese restituì alla luce gli affreschi residui, alcuni dei quali furono restaurati agli inizi degli anni ’70 dalla Soprintendenza.
L’invaso attuale è costituito dalla fusione di due chiese originariamente distinte, ottenuta mediante l’abbattimento di un diaframma in roccia che le separava. Appaiono però frutto di concezioni architettoniche diverse: una (quella più a sud) è di più rigorosa classicità, con bema rialzato ed arcosoli scavati nelle pareti, ed è probabilmente la più antica; l’altra, più semplice e di rustica fattura, conserva a suo interno affreschi in nicchie alte e strette.
Sulle pareti laterali, a destra, sono presenti tracce di affreschi, ormai corrosi dall’umidità, mentre più chiare sono le figure poste nell’area presbiteriale e nella calotta absidale ove appare una Deesis.
Il lato destro della chiesa è il frutto di un ampliamento settecentesco, formante così una chiesa doppia con altare a muro. Le pareti riccamente dipinte sono oggi di difficile lettura.
La probabile esistenza di una iconostasi fa pensare ad una officiatura ortodossa. Questo potrebbe parzialmente spiegare la presenza di due chiese affiancate: una di tipo greco e l’altra di rito latino; ciò sembra avvalorato dalla posizione degli altari: staccato dall’abside nel primo caso, in adiacenza nel secondo.
Note storiche:
La chiesa è a due navate con abside semicircolare e copertura piana.
L’impianto primitivo è di rito greco e si può far risalire al XII sec.
Sono presenti affreschi di periodi diversi, i più antichi risalenti al XIV e XV sec., tra cui l’immagine del Beato Urbano V che Abatangelo considera di origine benedettina.
Al XVII sec. si può far risalire l’esecuzione dell’altare parietale alla latina posto lungo la parete di fronte all’ingresso.
Al XVIII sec., invece, il sovrastante affresco raffigurante Sant’Antonio abate in abito monastico, con il mano il bastone a Tau ed un cartiglio con l’iscrizione: Abstinencia et paciencia vicit demones.
Sul fronte dell’abside erano quattro affreschi, due per parte; si conservano meglio quelli nel registro inferiore raffiguranti S. Antonio abate e S. Pietro martire domenicano, eseguiti coprendo due croci consacratorie inscritte in un cerchio.
<strongBibliografia:
– Franco Dell’Aquila, Puglia e Matera – Insediamenti rupestri, Mario Adda Editore, Bari 2010;
– V. Gallo, La Tebaide d’Italia, Napoli, 1925;
– G. Gabrielli, Inventario topografico e bibliografico delle Cripte eremitiche basiliane in Puglia, Roma, 1936;
– A. Medea, Gli affreschi delle cripte eremitiche pugliesi, 2 voll. Roma, 1939;
– E. Jacovelli, Gli affreschi bizantini di Massafra, Massafra, 1960;
– L. Abatangelo, Chiese – Cripte e affreschi italo-bizantini di Massafra, 2 voll., Taranto 1966;
– C.D. Fonseca, Civiltà rupestre in Terra Jonica; Milano – Roma 1970;
– E. Jacovelli, Massafra, la città e il territorio, Massafra, 1981;
– Marcello Scalzo, Il complesso ipogeico di Sant’Antonio Abate a Massafra, in Archeoguppo 3, Massara 1995.
Rilevatore: Feliciano Della Mora
Data ultima verifica sul campo: 07-07-2010 – 10-03-2020