CROAZIA – BARBAN / BARBANA. Chiesa parrocchiale di San Nicola, quadro con s. Antonio abate, 1701 circa

Sopra l’altare maggiore vi è un olio su tela di 261 x 137 cm raffigurante. “San Nicola e i santi Giacomo e Antonio abate”, 1701 circa
Dipinto da Nicolò Bambini (Venezia 1651 – 1736)

Le massicce figure di san Giacomo e sant’Antonio abate, a destra, sono assiepate in primo piano. Al centro, dietro di esse, è assiso su di un basamento san Nicola benedicente che indossa un pesante piviale di broccato ocra dorato con l’interno rosso cremisi.

“La pala di Barbana, benché per qualità pittorica non sia all’altezza delle composizioni di soggetto allegorico o mitologico, comunque è testimone del complesso intreccio della tradizione e dei diversi influssi stilistici presenti nella pittura di Bambini sul volgere del secolo. Nel modellato delle figure massicce e dai volumi accentuati predominano ancora gli effetti chiaroscurali dei tenebrosi rinnovatisi nel tardo Seicento per la suggestione della pittura romana accademizzante, mentre nel morbido e vaporoso cromatismo, nell’immediatezza e nella rapidità d’esecuzione si ritrovano le caratteristiche della sua formazione propriamente veneziana, in particolare quelle del lascito di Pietro Liberi. Il colorito si schiarisce in conformità alle tendenze dell’epoca e al cambiamento del gusto, anche se non raggiunge l’intensità e la pregevolezza delle opere successive, nelle quali Bambini si avvicina alla pittura di Sebastiano Ricci. Il prevalere della tradizione veneziana nel trattamento del colore e della luce rispetto alla monumentalità classicheggiante delle figure che in seguito diventano plasticamente più risentite, lascia presupporre che la pala si trovasse sull’altare maggiore della chiesa parrocchiale di Barbana poco prima della sua consacrazione del 1701.” (1)

Il dipinto è stato restaurato nel 1977.

Nel presbiterio della chiesa vi sono statue in marmo, tra esse quella di sant’Antonio.

 

Voluto dai conti di Gorizia nel XIV secolo, il piccolo borgo fortificato di Barbana divenne feudo, nel 1536, della famiglia veneziana Loredan, che lo tenne fino al 1797. Punto centrale dell’abitato è la piazzetta col Municipio (1555), la loggia (1550) e il palazzo Loredan (XVII-XVIII secolo), che ingloba il tratto orientale del castello, alla cui parte settentrionale fu addossata la parrocchiale di Sv. Nikole (S. Nicola), riedificata tra 1701 e 1708 e consacrata nel 1701. Il suo campanile fu costruito su una delle antiche torri castellane.

 

Bibliografia:
(1). Bralic V.; Kudiš Buriæ N., Istria Pittorica. Dipinti dal XV al XVIII secolo, Unione Italiana – Fiume e Università Popolare di Trieste Rovigno, Trieste 2005, pp. 18-9

FERENTILLO (TR). Chiesa di Santa Maria di Mattarella, affresco di s. Antonio abate, 1453

La chiesa di Santa Maria fu edificata sotto il pontificato di Eugenio III intorno alla seconda metà del XII secolo forse su un preesistente edificio di culto paleocristiano. Nel XIII secolo furono riedificate le due cappelle laterali e dedicate al SS. Sacramento e alla Madonna del Rosario. Nel 1494 fu ampliata, divenendo a pianta rettangolare divisa in tre navate, la modifica fu voluta da Franceschetto Cybo, principe di Ferentillo. Nel 1560 fu eretta a Collegiata dal Capitolo di San Giovanni in Laterano.
Esternamente la Collegiata di Santa Maria di Matterella conserva in larga parte la sua architettura romanica con l’abside poligonale, la facciata a salienti, risultato di più rimaneggiamenti nel corso dei secoli, con tre portali di cui quello centrale reca un’iscrizione in latino datata 1493 e, nella lunetta superiore, una Madonna con Bambino tra teste di angeli, opera di Orlando Merlini del 1493.

All’interno, nella quinta nicchia di sinistra un affresco raffigura: “Madonna col Bambino, sant’Antonio abate e alcune sue storie”, opera del pittore Jacopo Siculo o Giacomo Santoro da Giuliana (1490 – 1543).
La data 1453 (A.D. MDXXXXIII) è su una tabella della candelabra dell’intradosso.
Le figure principali sono state inquadrate in un’elegante cornice a stucco del secolo XVIII.
Il dipinto fu realizzato, come inciso sulla transazione della parasta, su commissione della Confraternita dei vetturali e allevatori del luogo, ciò spiega i molti animali domestici raffigurati nella parte inferiore della nicchia. Inoltre i loro simboli (asino, mulo, maiale) sono scolpiti nelle paraste dei pilastri laterali.

Il Santo è seduto, con barba bianca, saio chiaro e mantello nero, la mano destra è nel gesto di benedizione, la sinistra reca un libro aperto con una scritta di monito agli ecclesiastici; alla sua sinistra il bastone e, a terra, la campanella.
Nella zona alta, a destra i diavoli picchiano sant’Antonio e a sinistra una diavolessa, probabilmente una scena della “tentazione”.

A coronamento dell’opera, in alto, nell’ovale circondato da uno stucco settecentesco dorato, la Madonna col Bambino di grande dolcezza e armoniosità.

Il dipinto è stato recentemente restaurato.

 

Link:
https://www.iluoghidelsilenzio.it/collegiata-di-santa-maria-matterella-di-ferentillo-tr/

https://www.vivoumbria.it/santantonio-abate-nellaffresco-di-jacopo-siculo-a-santa-maria-a-matterella/

RIESE PIO X (Tv), fraz. di Spineda. Chiesa parrocchiale di S. Antonio abate, con pala d’altare

L’edificio è sito Via Monte Santo, 1.
https://goo.gl/maps/RQmYFRaCgnipVX9K8

 

La  chiesa della piccola frazione di Spineda ospita dipinti dei secoli XVI-XVIII:
– una pala d’altare (con S. Antonio abate e S.ta Lucia),
 – un quadro che viene esposto in occasione della festa del santo,
– un quadretto a punto croce che si trova in sacrestia.

 

Fonte: Albertino Martignon

 

Storia e descrizione della chiesa:
http://www.chieseitaliane.chiesacattolica.it/chieseitaliane/AccessoEsterno.do?mode=guest&type=auto&code=64097&Chiesa_di_Sant%27Antonio_Abate__Spineda,_Riese_Pio_X

PORTACOMARO (AT). Chiesa di San Pietro con affresco di s. Antonio abate, XV secolo

La chiesa fu costruita probabilmente intorno all’anno 1130. È citata per la prima volta in un documento del registro diocesano del 1345 come dipendente dal monastero di San Bartolomeo di Azzano. In parte ricostruita nel secolo XV, nel 1583 San Pietro fu declassata a chiesa cimiteriale e nel 1619 dalle visite Pastorali la chiesa risulta in pessime condizioni, senza pavimento ed in rovina.
Nel 1910 il cimitero di San Pietro fu chiuso e la chiesa fu privata delle maggior parte delle lapidi che erano murate sui suoi fianchi e sconsacrata.
Nel 1968 fu inglobata nella proprietà privata situata a fianco di essa e tale rimase sino al 2000, quando fu affidata in comodato gratuito al comune di Portacomaro che ha provveduto a interventi di consolidamento e al restauro delle coperture, delle vie d’accesso e delle pitture del Quattrocento e del primo Cinquecento, e ne cura la manutenzione e l’apertura al pubblico.

Nel presbiterio sono presenti affreschi riconducibili alla fine del Quattrocento. Sulla parete centrale dietro l’altare è dipinta una Crocifissione con la Vergine e San Giovanni Evangelista; a sinistra sono raffigurati Santa Lucia e San Pietro, mentre sulla destra è raffigurato San Giovanni Battista; a sinistra, in posizione ridotta, è raffigurata Santa Lucia.

Sulla parete sud è rappresentato il martirio di San Sebastiano datato 1406 e attribuito a “Antonij De Pilis” pittore attivo nell’Astigiano del Quattrocento: risulta attivo a San Sebastiano e Fabiano a Scandeluzza, a Viatosto e nella collegiata di Asti.
A fianco di San Sebastiano è raffigurato San Antonio abate, con barba bianca, saio marrone, mantello nero; tiene nella mano sinistra un libro e una campanella; nella destra un corto bastone.

 

Link:
http://archeocarta.org/portacomaro-at-chiesa-di-san-pietro/

https://www.chieseromaniche.it/Schede/665-Portacomaro-San-Pietro-al-Cimitero.htm

https://www.turismoincollina.it/scopri/chiese-romaniche-tra-po-e-monferrato/san-pietro-portacomaro/

COLLOCAZIONE IGNOTA – MANTOVA. Tavola “Madonna col Bambino in trono con san Giovanni Battista, sant’Antonio abate e angeli” di Lorenzo di Bicci, 1390-1400

Tempera e oro, punzonatura, su tavola di 104 x 54 x 7 cm.
Raffigura: “Madonna col Bambino in trono con san Giovanni Battista, sant’Antonio abate e due angeli che sostengono un drappo”.
Sulla base, tra due scudi, la figura di un Evangelista e  l’iscrizione: “AVE MARIA GRATIA PLENA” in caratteri gotici.

Attribuita al fiorentino Lorenzo di Bicci ( 1373 circa – 1452).

L’attribuzione fu proposta da Everett Fahy alla casa d’aste Christie’s di New York, che pose in vendita la tavola nel 2003. L’Occaso (2015) trova nell’ampio catalogo di Lorenzo di Bicci conferme alla proposta dello studioso: la tenue ombra sotto il labbro della Madonna, le dorature “tono su tono” sul fondo, nelle vesti e a suggerire un baldacchino sostenuto da angeli, così come le pieghe lunghe e sottili del panneggio di Gesù Bambino, si possono trovare in un’altra tavola con “Madonna col Bambino in trono e santi” passata sul mercato antiquario nel 1990 (Bologna, Fondazione Federico Zeri, inv. 18294). Altri confronti sono possibili con opere discusse da Walter Angelelli ed Andrea De Marchi (1991), nella posa degli angeli, nel particolare utilizzo di dorature e punzonature per rilevare il drappo sostenuto dagli stessi rispetto al fondo e nella tipologia della testa della Vergine

Sant’Antonio abate è raffigurato a destra con barba scura, saio nero e mantello chiaro, tiene un bastone nella mano destra.

 

Link:
https://catalogo.beniculturali.it/detail/HistoricOrArtisticProperty/0303269852